venerdì 31 gennaio 2014

CULTURA/SCIENZA :" IL FISICO STEPHEN HAWKING ALLA RIBALTA..."

Da "Micromega on line"

Quando la scienza cambia idea


Stephen Hawking ha recentemente modificato la sua famosa teoria sui buchi neri. Che un bravo scienziato cambi idea è qualcosa che sorprende più chi conosce poco la scienza che non chi ci vive dentro. Essere pronti a cambiare idea è il marchio dell’intelligenza. E non solo in ambito scientifico.

di Carlo Rovelli, da Repubblica, 29 gennaio 2014
Ha fatto scalpore ed è rimbalzato sui giornali di diversi paesi un articolo scientifico pubblicato la settimana scorsa da Stephen Hawking, il famoso fisico inglese. Hawking suggerisce che i buchi neri si possano comportare in maniera diversa da quanto lui stesso aveva suggerito in passato. La notizia ha fatto meno impressione fra gli addetti ai lavori: gli scienziati cambiano spesso idea.

Stephen Hawking è conosciuto dal largo pubblico, ed è diventato quasi un’icona della scienza teorica, per i suoi libri divulgativi, brevi e taglienti, ma soprattutto per essere riuscito a continuare a svolgere il suo lavoro di  ricerca, di buon livello, nonostante una grave malattia degenerativa che gli ha progressivamente sottratto l’uso dei muscoli, fino alla capacità di parlare. Più che scienziato attivo, è diventato un personaggio mitico e una bella fonte di ispirazione per chi è affascinato dalla scienza. Il risultato per il quale è più conosciuto è un bellissimo lavoro teorico degli anni Settanta, dove con un calcolo molto elegante ha mostrato che i buchi neri sono “caldi”: emettono calore, come un termosifone. In quegli anni i buchi neri erano ancora oggetti esoterici, studiati da pochi teorici. Oggi non più: gli astronomi ne hanno scoperti moltissimi nel cielo. Ce n’è per esempio uno gigantesco, un buco nero grande un milione di volte il nostro sole, nel centro della nostra galassia. Le stelle gli ruotano intorno come qui da noi i pianeti ruotano intorno al sole. Ogni tanto un'intera stella viene inghiottita da questo mostro cosmico.

Come spesso accade, la scoperta che i buchi emettono calore ha aperto più problemi di quanti ne abbia chiusi, e ha suscitato dibattiti vivacissimi che continuano tutt’ora. Il dubbio nasce dal fatto che se emette calore, come ha calcolato Hawking, allora un buco nero perde energia e piano piano si rimpicciolisce, “evapora” come si dice in gergo, fino a che dopo un tempo molto lungo scompare. Come una goccia d’acqua che evapora e svanisce. Ma se scompare, dov’è andata a finire l’informazione su tutto quanto gli era caduto dentro? Hawking si era schierato a favore dell’idea che i buchi neri cancellassero completamente l’informazione su quanto cadesse loro dentro. Li pensava come dei pozzi di scarico dell’universo. Ma già diversi anni fa aveva espresso dubbi su questa sua stessa idea. Nell’articolo della settimana scorsa si schiera risolutamente a favore della tesi opposta: cioè che in realtà tutto quanto entri in buco nero, alla fine, in un modo o nell’altro, magari terribilmente “rimescolato”, ne esca comunque fuori.

Con questo volta faccia, Hawking cambia sponda, e si allinea con quelli che prima erano i suoi avversari.
Che un bravo scienziato cambi idea è qualcosa che sorprende più chi conosce poco la scienza che non chi ci vive dentro. Anche i grandissimi hanno cambiato idea, e molto spesso. Talvolta si dice “Einstein sosteneva questo”, o “Einstein sosteneva quello”, dimenticando che Einstein ha spesso sostenuto una cosa e poi il suo contrario, e ha ripetutamente cambiato idea molte volte su questioni di fisica importanti. Per esempio ha cambiato idea sull’ipotesi dell’espansione dell’universo, che prima ha osteggiato, e poi ha riconosciuto e difeso. Prima di pubblicare quelle che oggi chiamiamo le “equazioni di Einstein”, una delle maggiori glorie della scienza, ha pubblicato una lunga serie di articoli, con una lunga serie di equazioni, tutte sbagliate. Perché gli scienziati cambiano idea? Non potrebbero pensarci meglio prima di difendere una modello, una teoria, un’idea?

Credo che essere pronti a cambiare idea sia non solo utile, ma sia addirittura il motivo dell’efficacia del pensiero scientifico. Noi tutti siamo pieni di idee sbagliate e di pregiudizi. È il radicamento nelle nostre convinzioni che ci àncora alla nostra ignoranza. Si impara quando si è pronti a riconoscere i nostri errori. A dubitare delle verità che ci sembrano più solide. A non restare bloccati nelle nostre credenze. Ogni passo avanti nel sapere è prima di tutto l’uscita da un pregiudizio. Per essere capaci di fare questo, bisogna sapere dubitare di quello che noi stessi pensiamo. Essere pronti a cambiare idea se un nuovo indizio, una nuova riflessione, un nuovo dato, una conversazione con qualcuno, ci permettono di vedere qualcosa che prima non vedevamo. Questa è la chiave per imparare.

Credo che questo sia il marchio dell’intelligenza che ha caratterizzato gli scienziati più grandi. Uno dei maggiori fisici viventi, l’americano Steven Weinberg, ha scritto su un libro di testo che le teorie di “tipo geometrico” sono una strada sbagliata; qualche anno dopo ha creato lui stesso proprio una teoria di questo tipo per descrivere le particelle subatomiche; e ha preso il premio Nobel. D’altra parte, non è solo nella ricerca scientifica che essere pronti a cambiare idea è il marchio dell’intelligenza: il detective che scova il colpevole non è quello che resta fermo nella sua convinzione iniziale, ma quello che è rapido ad adattare le sue ipotesi a un nuovo indizio.

Non è solo nel momento della confusione della ricerca che la scienza cambia idea. È anche nel corso della storia. In fondo la teoria di Einstein è stato un cambiare idea rispetto alla credenza che la teoria di Newton valesse sempre, e così via. Ogni scoperta scientifica è un po’ un cambiare idea, più o meno radicale, rispetto a quello che si pensava prima. Ma se la scienza cambia idea così facilmente, cambia teorie, cambia modelli, da dove viene la sua affidabilità, la sia credibilità? Io penso che vengano proprio da questa flessibilità.

Ad ogni momento, una teoria scientifica rappresenta l’ipotesi più credibile e più affidabile, in questo momento, su una questione. Le vecchie teorie, quelle che hanno resistito agli anni, come la meccanica di Newton e l’elettromagnetismo di Maxwell, sono diventate estremamente affidabili nel loro ambito di validità, proprio perché hanno resistito e resistono tutt’ora a innumerevoli tentativi di rimetterle in discussione. Le teorie nuove non hanno intaccato la loro affidabilità: al massimo hanno chiarito i limiti della loro applicabilità. Nel loro ambito, sono solidissime. Nessuno pensa più che si possa fare meglio di così, per capire il mondo, nel regime dei fenomeni che queste teorie descrivono. Ci fidiamo di esse perché sono diventate estremamente affidabili; le usiamo per costruire grattacieli, radio e aerei, sui quali saliamo con (maggiore o minore) tranquillità.

L’affidabilità delle teorie scientifiche consolidate si fonda proprio sull’essere state confrontate così spesso con alternative. Nei molti domini dove invece la nostra conoscenza è invece ancora incerta, ai bordi del nostro sapere, in quella terra di nessuno che sta fra la regione dove capiamo bene e la sconfinata regione di quello che ancora non capiamo, è la consapevolezza della nostra ignoranza, l’incertezza, la chiave per aumentare la nostra conoscenza.

Gli scienziati, come Hawking, cambiano idea. Quelli che sono convinti di detenere la Verità restano chiusi in idee e pregiudizi antichi e non sono più capaci di liberarsene. Sono quelli che non imparano più nulla. Sono quelli di cui mi fido di meno.

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Annotazione :                        (a cura dell'autore del blog )

Quanto profondo rispetto,
quanta profonda devozione,
quanta riconoscenza per il suo contributo alla conoscenza della fisica !




                                                                      Stephen Hawking



                                                                        Stephen Hawking

Nel 2009, Stephen Hawking riceve dal Presidente Obama " la Medaglia presidenziale della libertà",la più alta onorificenza degli Stati Uniti d'America.




Hawking, Stephen (Oxford 1942), fisico teorico britannico. Studiò presso lo University College di Oxford; era sua intenzione studiare matematica, ma non essendo la facoltà presente presso il College scelto dal padre, optò per la fisica. Ottenuto il dottorato presso l’Università di Cambridge, vi rimase come ricercatore, diventando Lucasian** Professor of Mathematics nel 1979 – posizione già occupata da celeberrimi scienziati quali Isaac Barrow e Isaac Newton.
Gran parte del lavoro di Hawking riguarda i buchi neri* ; le sue ricerche nell’ambito della relatività generale avvalorano la teoria del Big Bang sull’origine dell’universo. 

Affetto da un grave handicap della parola e dei movimenti, dovuto a una malattia incurabile del sistema nervoso – atrofia muscolare progressiva – Hawking è forse lo scienziato più conosciuto del nostro tempo; il suo libro Dal Big Bang ai buchi neri (1988), una chiara esposizione della sua teoria dell’universo, ha riscosso un enorme successo tra il pubblico non specializzato. Le sue ultime pubblicazioni di carattere divulgativo sono Buchi neri e universi neonati (1993) e The Nature of Space and Time (1996), un dibattito con il fisico matematico Roger Penrose.
Nel 2004 Hawking è intervenuto a sorpresa alla 17a Conferenza internazionale di Relatività Generale e Gravitazione, a Dublino, per annunciare la soluzione del cosiddetto paradosso dell’informazione (black hole information paradox). Nella sua teoria dei buchi neri, infatti, si ammetteva che questi giganteschi corpi celesti avessero un campo gravitazionale talmente intenso da non consentire l’allontanamento da esso di alcun tipo di “informazione”. John Preskill del Caltech (California Institute of Technology), ritenendo vero il contrario, aveva accettato nel 1997 una pubblica scommessa con Hawking; premio per il vincitore sarebbe stata un’enciclopedia, “da cui le informazioni possono uscire facilmente”. Con il suo intervento, Hawking pare ammettere di aver perso la scommessa, riaprendo così un capitolo importante della moderna astrofisica.
(Rif.Bibliogr : Microsoft Encarta)


*Nota : Cosa è un buco nero?
( risposta molto sintetica e sicuramente non esaustiva, ma tuttavia utile per averne un'idea,spero )


E' un corpo celeste dotato di un campo gravitazionale talmente intenso da attirare a sé tutta la materia circostante e da trattenere perfino la luce e ogni altro tipo di radiazione elettromagnetica. Il campo gravitazionale che lo caratterizza è tale che la materia al suo interno viene compressa in uno stato a densitàpressoché infinita. Il concetto di buco nero venne sviluppato per la prima volta nel 1916 dall’astronomo tedesco Karl Schwarzschild sulla base della teoria della relatività generale di Albert Einstein.

Hawking affermava che tutto ciò che cadeva nel buco nero, le cosiddette informazioni,andasse distrutto, ossia compresso in un stato di denstà infinita, compresa la luce,( da qui l'aggettivo "nero".)
Ora il grande scienziato afferma che le sue speculazioni non erano esatte in quanto,ammette, che le informazioni (materia e radiazioni) " precipitate" in un buco nero a causa della sua attrazione gravitazionale,
possono fuoriuscire da esso.


                                                                            Buco nero


                                                                        Buco nero





**Nota :che significa Lucasian Professor of Mathematics?(o cattedra lucasiana di matematica)

L'aggettivo "lucasiano"deriva dal nome del reverendo Henry Lucas, il quale alla sua morte (1663) lasciò in eredità i suoi beni all'Università di Cambridge per l'istituzione di una cattedra di matematica che fu infatti  istituita, previo ratifica di Carlo II d'Inghilterra nel 1664.
Nelle disposizioni testamentarie Lucas precisava che il titolare della cattedra non necessariamente doveva essere membro della Chiesa anglicana, requisito richiesto nelle università inglesi dell'epoca.
Isaac Newton fu titolare della cattedra nel 1669.


marco buonarroti

giovedì 30 gennaio 2014

POLITICA : " GLI STIPENDI RUBATI DEI DIRIGENTI "

Da " Micromega on line "



MASO NOTARIANNI – Gli stipendi rubati dei dirigenti

mnotarianni

guadagnare v. tr. [dal germ. *waidanjan «pascolare; guadagnare»] (io guadagno, … noi guadagniamo, voi guadagnate, e nel cong. guadagniamo, guadagniate). –
1. Ottenere come utilità e profitto di un lavoro, di una prestazione, di scambi, o in genere come compenso di fatiche o riconoscimento di meriti

Sergio Marchionne è indiscutibilmente il dirigente d’azienda che più ha intascato tra le Spa italiane nel 2012: con 47,9 milioni di euro complessivi, al lordo delle tasse. Segue a ruota il vicepresidente di Luxottica, Luigi Francavilla, con 28,8 milioni. Federico Marchetti, presidente e amministratore delegato di Yoox, è il terzo con 22,61 milioni.
Il grosso del bottino Marchionne lo ha intascato grazie alle azioni gratuite che gli sono state assegnate sulla base degli accordi che prese nel 2009, quando prometteva il rilancio della produzione della auto italiane, la salvaguardia dei posti di lavoro, premi di produzione per gli operai che avesse chinato il capo di fronte ad accordi vergognosi. Più o meno 41 milioni. Il resto è “stipendio”: più di sette milioni come a.d. di Fiat (Chrysler compresa) e quasi 3 per la presidenza di Fiat Industrial, che produce camion e macchine agricole. Uno sproposito di quattrini dati in premio a chi ha ulteriormente indebolito il più importante gruppo industriale del nostro Paese: dal 2009 al 2012 la quota di mercato Fiat in Italia è scesa dal 32,8 al 29,6%, in Europa (comprese le nazioni aderenti all’Efta) è diminuita dall’8,7% al 6,4 per cento.
I grandi manager della pubblica amministrazione italiana, sono i più ricchi dell’Ocse (L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico europea): prendono in media  più di 480 mila euro, quasi il triplo della media Ocse.
Poi ci sono i manager delle aziende di Stato, come per esempio Mauro Moretti, a.d. delle Ferrovie dello Stato (sì, proprio quella porcheria là, che fa arrivare i treni in perenne ritardo e che non garantisce più nemmeno i servizi essenziali) che ha incassato nel 2012 873.666 euro.
Un tempo c’era (ed era un visionario che vedeva giusto, non certo un rivoluzionario) Adriano Olivetti, che sosteneva che «nessun dirigente, neanche il più alto in grado, deve guadagnare più di dieci volte l’ammontare del salario minino». Altrove c’è tuttora gente come Akio Toyoda, il capo della Toyota, il più grande gruppo automobilistico del mondo, che ha preso tra bonus ed emolumenti 184milioni di yen, vale a dire 1,37 milioni di euro.  [segue dopo il grafico]
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Poi, se guardate bene il grafico qui sopra, capite perché non ho mai usato il termine guadagnare per indicare la quantità di danaro pubblico e privato che questi e molti altri signori, si sono messi in tasca. Perché, dopo aver visto il grafico, questo per me è rubare, non guadagnare.
E mentre noi ci accapigliamo sulle leggi elettorali, questi signori pubblici e privati, contribuiscono a perpetrare una vergognosa ingiustizia sociale. Che ci fanno chiamare crisi.
Maso Notarianni

(23 gennaio 2013)

POLITICA : "LA PROSA DI CARLO CORNAGLIA "


Da " Micromega on line "



CARLO CORNAGLIA – Il Padre della Patria




ccornaglia Già Padre della Patria si pensava,
acclamato da amazzoni e da schiavi,
già la chiamata al Colle si aspettava
col Re che a Renzi e a lui dicesse: Bravi!
In mezzo a questo lercio letamaio
anziché due statisti illuminati
vi pensavo un bandito e un parolaio.
Ma mi ricredo, visti i risultati!”
Era un miraggio, una fantasia,
poiché un potere infame era in agguato:
la Giustizia ad orologeria
la qual da sempre l’ha perseguitato.
Il dieci aprile si deciderà
se Silvio finirà ai domiciliari
o ai servizi sociali se ne andrà,
a pulir cessi con i volontari.
La Cassazione, poi, è già in cammino
per comminargli quella interdizione
che lo farà sol mezzo cittadino,
privato d’ogni pubblica funzione.
Ma c’è di peggio. Silvio è un indagato
in un processo detto Ruby-ter
con l’accusa di avere subornato
dei testimoni per non far saper
che le cene non erano eleganti,
le ragazze eran troppo generose,
come le buste piene di contanti
destinate alle più peccaminose,
che c’era in giro qualche minorenne,
come ad esempio Ruby Rubacuori,
ricompensata con robuste strenne
per pagarne gli erotici favori.
Indagati con Silvio, le Olgettine,
Apicella, il brillante chitarrista,
qualche sodale alla menzogna incline,
i legali e Rossella, il giornalista.
Per le ragazze piene di virtù
dal caiman finanziate tutti i mesi
parte immediata la spending  review
e tutti i pagamenti son sospesi.
Addio auto, addio buste di Spinelli,
addio studi, vacanze, appartamenti,
son purtroppo finiti i tempi belli
poiché i giudici sono dei fetenti,
capaci di mandar Silvio in prigione
se, pagando ogni mese le pulzelle,
persevera nella subornazione
per celar le focose marachelle.
La splendida stagione è ormai finita
sia per le pupe piene di virtù
che per il Cavalier che cambia vita
al fianco di Francesca e di Dudù.
Ma la Giustizi ad orologeria
non è il maggior motivo di tormento
che preoccupa Sua Cialtroneria.
C’è una più grave causa di sgomento:
Giovanni Toti, fresco consigliere,
per Silvio Berlusconi è grassottello
e fra i lacchè non può farsi valere
se non diventa in fretta un po’ più snello.
Dopo tre giorni di severa dieta
a base solo di verdura cruda
il consigliere, diventato asceta,
davanti alla bilancia si denuda.
Via la felpa, le calze, i pantaloni,
con le mutande sal sulla bilancia,
e l’ago, dopo un po’ di vibrazioni,
il verdetto sul meschinello sgancia:
non è sceso nemmen di un ettogrammo
e la dieta non è servita a niente!
Dramma finale. Toti dice: “Smammo!”
e singhiozza il Papà Costituente.
Carlo Cornaglia

(28 gennaio 2014)

MUSICA :"WE SHALL OVERCOME,CANTATA DA PETE SEEGER"

Musica :Canzone  "WE SHALL OVERCOME",cantata da Pete Seeger

https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=QhnPVP23rzo

(per ascoltarla cliccate sul link qui sopra)






                                                                       Pete Seeger


Si tratta di una canzone americana, le cui origini "gospel" risalgono, forse , al 1903.
A Charleston, South Carolina, nel 1946, i dipendenti dell'American Tobacco Company in sciopero, per lo più donne afroamericane, stavano cantando degli inni ,quando una donna di nome Lucille Simmons cantò una versione della canzone cambiando il testo in "We'll Overcome"che poi fu ulteriormente cambiato in "We shall overcome da Pete Seeger, cantante e compositore,il quale aggiunse alcuni versi.
Divenne,negli Stati Uniti, un inno dei sindacati afroamericani e dell'attivismo per i diritti civili.
La versione galiziana è stata l'inno del movimento studentesco contro la dittatura all'Università di Santiago di Compostella negli anni 1967/68.
La canzone fu poi diffusa in Sudafrica durante gli ultimi anni del movimento anti-apartheid.
Essa nel corso degli anni è divenuta quindi il simbolo della lotta per i diritti civili in tutto il mondo.
La musica è di Richard Strauss.







                                                         Irlanda del Nord, ottobre 1968

TRADUZIONE :

“Avremo ragione di tutto questo
avremo ragione di tutto questo
avremo ragione di tutto questo un giorno
qui nel mio cuore, io credo profondamente
che avremo ragione di tutto questo un giorno

Cammineremo mano nella mano
cammineremo mano nella mano
cammineremo mano nella mano un giorno
qui nel mio cuore, io credo profondamente
che cammineremo mano nella mano

Vivremo in pace
vivremo in pace
vivremo in pace un giorno
qui nel mio cuore, io credo profondamente
che vivremo in pace un giorno

Noi non abbiamo paura
noi non abbiamo paura
avremo ragione di tutto questo un giorno
sì, qui nel mio cuore, io credo profondamente
che avremo ragione di tutto questo un giorno

Avremo ragione di tutto questo
avremo ragione di tutto questo
avremo ragione di tutto questo un giorno
qui nel mio cuore, io credo profondamente
che avremo ragione di tutto questo un giorno
avremo ragione di tutto questo un giorno”.

(Versione a cura di Arturo Bandini)

                                                     ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

"We shall overcome"nel cinema :

We Shall Overcome è un film danese del 2006 basato su una storia vera.
È la lotta del giovane Frits e della sua famiglia, contro un preside dittatoriale, bigotto e violento. La storia ha luogo nella campagna danese del 1969. La Danimarca e il resto del mondo stanno evolvendo rapidamente, ma il preside non vuole rendersene conto. Frits trascorre le sue vacanze estive a guardare i programmi della prima televisione acquistata dalla famiglia ed è influenzato dal movimento americano per i diritti civili di Martin Luther King, i cui discorsi e sogni di una vita migliore gli danno coraggio e fanno nascere in lui il desiderio di ribellarsi..............(da Wikipedia )


                                                                   Il giovane Frits















marco buonarroti

mercoledì 29 gennaio 2014

CULTURA /LETTERATURA : "IL 28 GENNAIO 1881 MORIVA DOSTOEVSKIJ"

Il 28 gennaio del 1881,moriva a San Pietroburgo il grande scrittore russo Fedor Dostoevskij






Dostoevskij, Fëdor Michailovič (Mosca 1821 - San Pietroburgo 1881), scrittore russo la cui influenza sulla letteratura del Novecento fu grandissima: ai suoi romanzi si rifecero movimenti culturali quali l’esistenzialismo e il surrealismo.

Figlio di un medico, perse la madre nel 1837; conclusi gli studi presso l’accademia militare di San Pietroburgo, preferì intraprendere la carriera dello scrittore. L’esordio letterario avvenne con Povera gente, pubblicato nel 1846. L’infelice storia d’amore di un umile impiegato statale si arricchiva di una dimensione psicologica che, oltre all’entusiasmo dei critici Belinskij e Nekrasov, incontrò il favore del pubblico. Seguirono Il sosia (1846), sul tema inquietante del doppio, e il racconto Le notti bianche (1848).

Nel 1849, trasgredendo le dure leggi della Russia zarista, Dostoevskij entrò a far parte di un gruppo di intellettuali socialisti: arrestato, fu condannato a morte. Condotto sul luogo dell’esecuzione, ormai a pochi passi dal patibolo, all’ultimo momento fu graziato. La commutazione della condanna a quattro anni di lavori forzati e ad altri cinque di esilio lo portò in Siberia, e fu allora che si verificò l’insorgenza di una sindrome epilettica che lo avrebbe tormentato per il resto della vita.

Scarcerato nel 1854, dovette trascorrere cinque anni di esilio in una guarnigione ai confini con la Mongolia, prima di poter fare ritorno a San Pietroburgo. Nel 1861 iniziò a collaborare con un periodico mensile diretto dal fratello Michail, “Vremja” (Il tempo), sul quale comparve a puntate Memorie da una casa di morti (1861-62). Il romanzo, che descrive le atroci condizioni di vita dei carcerati, segnò un momento di profonda crisi spirituale, in seguito alla quale Dostoevskij avrebbe ripudiato il socialismo ateo degli anni giovanili e si sarebbe avvicinato all’ortodossia religiosa.

 Illuminato dall’ideale cristiano, in particolare dalla concezione che alla salvezza si giunge attraverso la sofferenza, Dostoevskij divenne, nelle sue opere, attento e partecipe interprete dei conflitti dell’animo umano e delle contraddizioni che lacerano ogni individuo.

Oberato dai debiti e colpito dalla morte della moglie e del figlio, nel 1866 Dostoevskij pubblicò " Delitto e castigo"; nel 1866 aveva scritto Il giocatore, basato sulla storia, in parte autobiografica, di un uomo divorato dalla passione per il gioco e perseguitato dai debiti. Gli anni seguenti furono nella sua vicenda artistica il periodo più fecondo, che oltre a L’eterno marito (1870) vide la pubblicazione di" L’idiota" (1868-69), " I demoni " (1870-1872)," L’adolescente " (1875) e" I fratelli Karamazov" (1879-80), concluso poco prima della morte.
(del 1862 è il romanzo "Umiliati e offesi",del 1864 il breve romanzo "Memorie dal sottosuolo")





marco buonarroti

STORIA ITALIANA : "IL 28 GENNAIO 1825 NACQUE BENEDETTO CAIROLI "

I
Il 28 gennaio del 1825 nacque Benedetto Cairoli





Cairoli, Benedetto (Pavia, 28 gennaio 1825 – Capodimonte, Napoli,8 agosto 1889), patriota e uomo politico italiano. Primogenito dei fratelli Cairoli, aderì alle idee mazziniane e combatté valorosamente nei moti del 1848 e nella guerra d’indipendenza che ne seguì. Riparato prima in Piemonte e poi in Svizzera, combatté nuovamente nella seconda guerra d’indipendenza (1859) e partecipò con altri suoi fratelli all'impresa dei Mille. Eletto nel 1861 al Parlamento del neocostituito Regno d'Italia nelle file della Sinistra, sostenne le iniziative volte a riunire sotto la corona piemontese lo Stato della Chiesa e il Veneto, e nel 1866 prese parte come volontario anche alla terza guerra d’indipendenza. Presidente del consiglio per un breve periodo nel 1878 e poi nuovamente dal 1879 al 1881, si dimise subito dopo la firma del Trattato del Bardo tra Francia e Tunisia, che frustrava le ambizioni italiane sul Mediterraneo.

Un poco di storia in breve :
Guerre d’indipendenza italiane:
Furono tre conflitti che opposero:
l'Impero asburgico al Regno di Sardegna negli anni 1848-1849 (prima guerra)
l'Impero asburgico al Regno di Sardegna nell'anno 1859           (seconda guerra)
l'Impero asburgico al Regno d'Italia* nell'anno 1866                   (terza guerra)

Le guerre ebbero esiti diversi: la prima, che si svolse in due fasi, si concluse con la sconfitta dei piemontesi; la seconda, combattuta da una forza militare franco-piemontese, fu decisiva per la formazione dello stato unitario; la terza, nella quale l’Italia si unì alla Prussia in un’alleanza antiaustriaca, portò all’acquisizione del Veneto, ottenuto in virtù delle vittorie prussiane.



                    Custoza : frazione del Comune di Sommacampagna,nella provincia di Verona.
             Luogo dove ebbero luogo due battaglie, una durante la prima guerra e l'altra  durante la                                 terza guerra d'indipendenza.

    La battaglia di San Martino (24 giugno 1859), che pose fine alla seconda guerra d'indipendenza

                                La carica dei Bersaglieri a Porta Pia per la presa di Roma


                                     Monza,lapide in ricordo di Benedetto Cairoli (1891)





*Regno d’Italia (1861-1946) Organismo statale sorto sotto la dinastia dei Savoia a seguito della seconda    guerra d’indipendenza (1859), delle annessioni ratificate dai plebisciti (1859-60) e della liberazione del  Mezzogiorno d’Italia dal dominio borbonico portata a termine dall’impresa dei Mille guidata da Garibaldi  (1860).
 Il Regno estese i suoi confini fino a coincidere con l’attuale territorio dello Stato italiano (e oltre) con la terza  guerra d’indipendenza (1866), con la presa di Roma (1870) e con la vittoria nella prima guerra mondiale  (1918). Il Regno d’Italia ebbe vita fino al 2 giugno 1946, data in cui un referendum istituzionale decretò la  fine della monarchia e la nascita della repubblica .



marco buonarroti

martedì 28 gennaio 2014

PITTURA (ATTUALITA') :"ALL'ASTA DIPINTO DI PISSARRO...."

Arte: Pissarro, all'asta a Londra dipinto che fu razziato da nazisti


ultimo aggiornamento: 26 gennaio, ore 18:24
Londra, 26 gen. - (Adnkronos) - Uno dei piu' importanti dipinti impressionisti, ''Boulevard Montmartre, matinee de printemps'' del pittore francese Camille Pissarro, eseguito nel 1897, sara' battuto all'asta per la prima volta da Sotheby's a Londra mercoledi' 5 febbraio. L'opera sara' proposta con una stima di 7-10 milioni di sterline (8,5-10 milioni di euro).

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Annotazione :               (a cura dell'autore del blog)




Pissarro, Camille (Saint-Thomas, Isole Vergini 1830 - Parigi 1903), pittore impressionista francese originario delle Antille. A Parigi, dove studiò, entrò in contatto con il paesaggista Camille Corot e strinse amicizia con Monet, Renoir e Cézanne. Nel 1863, in rottura con l'accademismo ufficiale, espose al Salon des refusées a fianco di Jongkind, Manet e Whistler. Durante la guerra franco-prussiana (1870-71) si rifugiò in Inghilterra, dove si dedicò allo studio dell'arte, in particolare dei paesaggi di J.M.W. Turner.
Tra il 1874 e il 1896, dopo il ritorno in Francia, partecipò a tutte le mostre degli impressionisti, diventando il difensore dei giovani artisti, come Gauguin, Signac, Seurat. Tra le composizioni di questi anni, luminose e ben  costruite, figurano Pontoise (1872, Louvre, Parigi) e I tetti rossi (1877, Musée d'Orsay, Parigi). 
 Dedicò gli ultimi anni alle vedute di Parigi e di Rouen, tra cui si ricorda Place du Théâtre français (1898, Musée de Reims).

                                    Il dipinto " Boulevard Montemartre, mattino di primavera
"

                                        Il dipinto " Boulevard Montemartre,tempo piovoso "


                                              Il dipinto " Boulevard Montemartre,di notte "



                                                              Il dipinto " I tetti rossi "


                                                    Il dipinto " Place du théatre francais "



marco buonarroti

PER NON DIMENTICARE!!

Memory of the Camps', restaurato documentario di Hitchcock sui lager nazisti



ultimo aggiornamento: 08 gennaio, ore 18:56
Londra - (Adnkronos) - Le immagini scioccarono il maestro del brivido che fu costretto ad allontanarsi dal progetto per una settimana

Londra, 8 gen. (Adnkronos) - Un documentario sulla liberazione dei campi di concentramento nazisti curato da Alfred Hitchcock, dimenticato per più di 60 anni e oggi riscoperto. A darne notizia questa mattina è stato il quotidiano britannico 'The independent'.
Il film, mai mostrato al pubblico integralmente, venne messo da parte dagli inglesi nell'immediato dopoguerra per favorire la riappacificazione. Venne in parte recuperato nel 1980 e proposto in una versione incompleta al Festival di Berlino del 1984, oltre che sulla rete tv americana 'Pbs' con il titolo 'Memory of the Camps'. La pellicola venne realizzata da Hitchcock nel 1945, chiamato a lavorare sul materiale, girato da truppe inglesi e sovietiche soprattutto a Bergen-Belsen, dall'amico Sidney Bernstein. Quelle immagini scioccarono il maestro del brivido che fu costretto ad allontanarsi dal progetto per una settimana. Ora l'Imperial War Museum sta provvedendo al restauro della versione curata da Hitchcock, includendo anche il materiale non utilizzato negli anni Ottanta. Il film dovrebbe essere disponibile per i festival e il cinema per la fine del 2014 e anche la tv inglese potrebbe trasmetterlo nel prossimo anno.  

                                               
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Annotazione :                               ( a cura dell'autore del blog)



                                               Il Regista Alfred Hitchcock



Ricerca sui campi di concentramento e sterminio




La scritta "Arbeit .....".Il lavoro rende liberi"era scritto all'ingresso di molti campi nazisti. Macabra e perfida ironia, racchiusa in quelle mefistofeliche parole !


Campo di concentramento e di sterminio
Luogo di prigionia creato per deportare civili e militari, generalmente per motivi bellici o politici. Un campo di  concentramento si differenzia dal carcere per tre ragioni : 
1) uomini, donne e bambini sono imprigionati senza un regolare processo;
2) il periodo di confinamento è indeterminato.
3) le autorità che gestiscono il campo di concentramento esercitano un potere arbitrario e illimitato. 

Sebbene ne esistano svariate tipologie, di solito si tratta di agglomerati di baracche o di capannoni, circondati da torrette e delimitati da reti di filo spinato.
In diversi momenti della storia del XX secolo i campi di concentramento (a volte chiamati con eufemismo “campi di lavoro” o “centri di rieducazione”) divennero veri e propri campi di sterminio, per l’eliminazione fisica di gruppi etnici o religiosi (come ebrei e rom da parte della Germania nazista) o di oppositori politici.

I campi di concentramento apparvero alla fine dell’Ottocento. I primi furono costruiti dai sudisti durante la guerra di secessione americana, per deportarvi i prigionieri dell’Unione. Altri furono costruiti dagli spagnoli a Cuba durante la guerra ispano-americana (1898) e in Sudafrica dagli inglesi durante la guerra anglo-boera (1899-1902). Vi fecero ricorso anche gli italiani per fronteggiare la ribellione araba in Libia, dopo il 1911 (vedi Guerra italo-turca).

Nel 1938 il governo francese si servì dei campi di concentramento per internare i repubblicani spagnoli rifugiati a causa della guerra civile e, in seguito, il governo collaborazionista di Vichy vi rinchiuse gli ebrei e i rifugiati antinazisti tedeschi.
Nel 1939 il governo britannico deportò nei campi di internamento i cittadini sospetti di comportamento sleale e i rifugiati provenienti dai paesi nemici.

Durante la seconda guerra mondiale, 70.000 cittadini americani di origine giapponese e 42.000 giapponesi residenti in California furono internati negli Stati Uniti a causa del conflitto con il Giappone. Tuttavia, l’esperienza più tragicamente nota fu quella dei campi di concentramento e di sterminio installati, nel corso della seconda guerra mondiale, in Germania e nei territori occupati da parte del regime nazista.
Negli anni Settanta del Novecento l’istituzione su larga scala di campi di concentramento e di “rieducazione” (in realtà veri e propri campi di sterminio, dove venivano internati coloro che si erano compromessi con il precedente regime) contraddistinse la dittatura di Pol Pot in Cambogia. Ai campi di concentramento fecero ricorso alcune delle più spietate dittature sudamericane durante gli anni Sessanta e Settanta (in particolare in Argentina e in Cile) e le varie parti coinvolte nel conflitto esploso nel 1991 nella ex Iugoslavia.

I gulag sovietici

La repressione staliniana colpì indifferentemente classi sociali, minoranze etniche e ogni tipo di opposizione politica: kulaki, intellettuali, anarchici, militari russi rientrati dalla prigionia in Germania ecc. Amministrato negli anni Venti da differenti organismi, il sistema concentrazionario sovietico passò, negli anni Trenta, sotto il diretto controllo della polizia segreta, il KGB.Nei mesi successivi alla Rivoluzione d’ottobre i bolscevichi istituirono “campi di rieducazione e lavoro” per coloro che erano sospettati di essere controrivoluzionari. Durante gli anni Venti gli oppositori furono internati, insieme ai criminali, nei campi di concentramento situati nelle isole del Mar Bianco. Negli anni Trenta e Quaranta si sviluppò un sistema di campi di lavoro dislocati in tutto il paese, dove giunsero milioni di prigionieri, in varie ondate successive e attraverso deportazioni di massa.
Dopo la morte di Stalin (1953) molti internati vennero rilasciati grazie a un’amnistia, ma i campi di concentramento continuarono a essere utilizzati, anche se su scala minore. Si calcola che complessivamente nell’Unione Sovietica furono internate 15 milioni di persone, costrette a lavorare in condizioni durissime nelle miniere o nei pozzi petroliferi, cioè in attività di importanza primaria per l’economia sovietica. Una grandissima parte di questi prigionieri non sopravvisse..

I campi nazisti

Nella seconda metà degli anni Trenta erano sorti numerosi campi di concentramento in Germania e molti altri campi vennero costruiti durante la seconda guerra mondiale nei paesi occupati, in primo luogo in Polonia, per internare uomini, donne e fanciulli deportati dai paesi occupati, in massima parte destinati allo sterminio.
In questi campi concentrazionari, con sistematica e razionale pianificazione, che prevedeva sia l’annientamento materiale (disastrose condizioni igienico-alimentari, disumane costrizioni al lavoro, deliberate torture fisiche) sia la sopraffazione psicologica, si mirava a cancellare identità, personalità e autonomia di milioni di persone.

 Lo sterminio di massa veniva poi programmato scientificamente con le camere a gas, le fosse comuni e i forni crematori.In Germania i nazisti, non appena si insediarono al potere, il 30 gennaio 1933, istituirono i Konzentrazionslager (o KZ), dove la polizia politica, la Gestapo, rinchiuse i tedeschi antinazisti (comunisti, socialisti, “dissidenti religiosi”). Inoltre la polizia criminale, nota con il nome di Kripo, operò arresti preventivi di persone con precedenti penali, di rom, omosessuali, disabili, prostitute e di tutti coloro che a vario titolo vennero considerati “asociali”. Dal 1938 si intensificarono le deportazioni degli ebrei nei campi di concentramento gestiti dalle SS (Schutzstaffel, o Unità di protezione) con una brutale e severissima disciplina militare.



Fra i primi campi, sorti in Germania, vi furono quelli di Dachau, Buchenwald, Sachsenhausen, Flossenbürg e Ravensbrücks, che fu un campo esclusivamente femminile. Mauthausen sorse subito dopo l’annessione dell’Austria e quello di Auschwitz-Birkenau, forse il più tristemente famoso (vi furono eliminate circa quattro milioni di persone, di cui oltre un milione di ebrei), dopo la conquista della Polonia; al 1943 risale la costruzione del campo di Bergen-Belsen. Nel 1939, all’inizio della guerra, gli internati erano in Germania circa 25.000; durante la guerra passarono per i lager milioni di persone, per la massima parte ebrei, rom, prigionieri di guerra sovietici e membri della Resistenza.
A partire dal 1942 in questi campi venne attuata la cosiddetta “soluzione finale”, che aveva come scopo l’annientamento fisico degli ebrei (vedi Shoah), ma che coinvolse anche altre razze considerate “inferiori”. A tale scopo furono attrezzati nuovi campi di sterminio ubicati in Polonia: Chelmno (già funzionante dal dicembre del 1941), Belzec, Sobibór, Treblinka. Coloro che non venivano eliminati al momento stesso dell’arrivo nei campi, o che rientravano in particolari categorie di internati, erano costretti a estenuanti lavori forzati. Molti prigionieri, soprattutto bambini, furono impiegati come cavie in sperimentazioni “scientifiche” e “mediche”.
(Rif.Bibl.Microsoft Encarta)


domenica 26 gennaio 2014

CULTURA/ARCHEOLOGIA MARINA /STORIA :"KUBLAI KAHN (XIII SEC)"

Archeologia: il tesoro di Kublai Kahn, mille navi in fondo al mare del Giappone


.(Adnkronos) - Erano in 40mila a bordo di una flotta di circa mille imbarcazioni che rappresentavano l'eccellenza dell'ingegneria navale del Tredicesimo Secolo, diretti alla conquista del Giappone. Non sopravvissero pero' al tifone che spirava a oltre 250 chilometri orari; simile, per potenza, a quello che ha devastato le Filippine. La 'corrente nera', come viene chiamata dal sud-est asiatico all'Estremo Oriente. Oggi quella maestosa flotta agli ordini di Kublai Kahn e' stata ritrovata, dopo sette secoli, nelle acque dell'isola di Takashima, regione del Kyushu, sud del Giappone; a compiere la storica scoperta, di cui si è parlato alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, e' stata la spedizione italo-nipponica composta da International Research Institute for Archaeology and Ethnology, Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e Ariua giapponese.
La recente scoperta, spiega all'Adnkronos l'archeologo Daniele Petrella a capo della spedizione, "ha confermato le nostre teorie: abbiamo ricostruito graficamente le navi, sappiamo di che modelli si tratta, quale era la sequenza costruttiva". Si trattava di "navi fluviali, sottratte alla dinastia Song sbaragliata da Kublai Kahn, non adatte ai viaggi d'alto mare". Dai resti delle navi in fondo al mare, spiega Petrella, si e' avuta la conferma che "i Song erano massimi ingegneri navali dell'antichita'. Sono scafi divisi in compartimenti stagni, che in Occidente abbiamo usato solo quattro secoli dopo con le navi in metallo, mentre loro lo facevano in legno. Pur senza una grande chiglia sono riuscite a arrivare fino al Giappone, ma non hanno resistito al tifone".


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Annotazione :                                                               ( a cura dell'autore del blog)



                                               L'impero creato da Kublai Khan


Kublai Khan (1215-1294), gran khan dei mongoli, primo imperatore (1279-1294) della dinastia mongola Yuan della Cina. Nipote di Gengis Khan, portò a termine la conquista della Cina iniziata dal nonno. Dal 1252 al 1259 aiutò il fratello Mongka Khan a conquistare la Cina meridionale, penetrando fino in Tibet e nel Tonchino. Alla morte di Mongka (1259), Kublai gli succedette nella carica di khan.

 Nel 1264 fondò una nuova capitale nel luogo dell'attuale Pechino, chiamandola Khanbalik (o Cambaluc, secondo la versione di Marco Polo che fu ospite alla corte del gran khan). Sottomesse le regioni della Cina ancora indipendenti e fondata nel 1271 la dinastia Yuan, Kublai con alcune campagne militari tra il 1276 e il 1279 sconfisse la dinastia Song che regnava nella Cina meridionale e ne acquisì i territori. Conquistò anche la Birmania e la Corea, ma le spedizioni a Giava e in Giappone (1274 e 1281) si conclusero con gravi sconfitte.

La fama della potenza di Kublai Khan si diffuse in tutta l'Asia e in Europa: la sua corte a Cambaluc, che assimilò molti caratteri della civiltà cinese, esercitò un grande fascino e attirò numerosi mercanti e viaggiatori da tutto il mondo. Nell'impero fiorirono il commercio, la letteratura e le arti; Kublai elevò il buddhismo a religione di stato, permettendo tuttavia la professione di altre fedi religiose.

(Marco Polo rimase presso la corte di Kublai per un lunghissimo periodo di tempo)

               
             
 Evidenziata la regione del Kyushu dove si trova l'isola di Takashima, nelle cui acque
sono stati rinvenuti i resti dell'imponente flotta di Kublai, partita dalla Cina per la conquista del Giappone e affondata dalla furia di un tifone.














       marco buonarroti

sabato 25 gennaio 2014

SOCIETA' E SOCIALE:" IL MONDO E' DI 85 RICCHI....."


Da "Micromega on line"

ALESSANDRO ROBECCHI – Il mondo nelle mani di 85 ricchi. Indovina con chi sta la sinistra


arobecchi


85 (ottantacinque). Non 85.000 (ottantacinquemila), né 8.500 (ottomilacinquecento), e nemmeno 850 (ottocentocinquanta), che già sarebbe spaventoso. No, no, proprio ottantacinque. Ottantacinque persone su questo affascinante e confortevole (per loro di sicuro) pianetino posseggono una ricchezza pari a quella di 3 miliardi e mezzo di persone, cioè lo 0-virgola-moltissimi-zeri-virgola-uno della popolazione ha un reddito pari a quello del cinquanta per cento più povero.

La cifra, diffusa dall’Oxfam, è al di là di ogni immaginazione, provoca una specie di vertigine. In ogni paese del mondo c’è un grafico con due linee ben distinte: uno schizza verso l’alto, ed è la quota di ricchezza dei pochissimi supericchi, l’altra precipita verso il basso, ed è l’aumento della povertà dei moltissimi più poveri. Negli ultimi trent’anni la parte di ricchezza detenuta da pochi è aumentata ovunque e la quota di povertà distribuita tra gli altri è aumentata anche quella. Ovunque.
La lotta di classe esiste, insomma, non si ferma un attimo, non dà tregua, e i miliardari hanno vinto quattro a zero, coppa, giro di campo e champagne negli spogliatoi. Come sia stato possibile non è un mistero. Lo smantellamento di qualunque ideologia dell’uguaglianza e la sua applicazione politica (da Reagan alla Thatcher, alle scuole economiche iperliberiste che tanto piacciono a destra, ma anche a sinistra), per dirne una. E poi il potere politico delle multinazionali, per dirne un’altra. Immaginate di essere voi, normali contribuenti, a poter dettare le regole allo Stato in cui operate: abbassami le tasse, abbassami il costo del lavoro, fammi una legislazione comoda, fai pagare la sanità, fai pagare la scuola… Ecco, comodo, no? Voi non potete, un grande marchio sì. Ma la discussione sulle cause (che sono numerose) non deve distrarre da una valutazione degli effetti: in molti casi siamo dalle parti dello schiavismo e in altre invece (i paesi industrializzati), alla proletarizzazione progressiva e costante del ceto medio.
Insomma, anche nella ricchezza mondiale vince il bipolarismo, non più un mosaico di condizioni sociali, ma una marcia forzata e continua verso la polarizzazione: ricchi e poveri, e in mezzo poca roba. Tutto questo, si direbbe, rende un po’ ridicole alcune stupidaggini fondamentali che vengono ripetute da decenni. Una: quella che recita che se aumenta la ricchezza diminuisce la povertà. Il ricco darà da lavorare, si dice, e migliorerà le condizioni del poveri. Ecco. Cazzata, come ci dicono le cifre, dato che ovunque i ricchi sono più ricchi e i poveri più poveri e più numerosi. Altro mito di cartone da sfatare, il vecchio sogno delle simpatiche socialdemocrazie nordiche (che anche qui risuona, va di moda, insomma), cioè la famosa frase di Olof Palme, che diceva: “la sinistra non deve combattere la ricchezza ma deve combattere la povertà”.
Bello, eh! Suona bene. Ottimo per l’aperitivo! Peccato che sia proprio la ricchezza di pochi a creare la povertà di molti. Tassare i supericchi e le megaimprese, costringerle a rispettare certi oneri sociali, a pagare le tasse, a pagare decentemente i lavoratori, a contribuire al progresso sociale dello Stato in cui operano cosa sarebbe se non “combattere la ricchezza?”. Non si fa, naturalmente, non è bello, non è conforme al pensiero unico che domina ovunque. In ogni angolo del mondo destre voracissime e sinistre pallidissime paiono unite nella lotta: tra i tre miliardi e mezzo ultimi e gli 85 che guidano la classifica, hanno scelto con chi stare.
Alessandro Robecchi

(23 gennaio 2014)

POLITICA :"LA PROSA DI CARLO CORNAGLIA"


Da "Micromega on line"


CARLO CORNAGLIA – E dopo Scilipoti venne Toti


ccornaglia


Poiché il rinnovamento ormai s’impone,
arringò Silvio falchi e pitonesse
per fare loro alzar dalle poltrone
le chiappe che da tempo ci hanno messe:
“Con Matteo Renzi i rossi e i democristi
han posto fine a tutti i loro affanni.
Anche noi dobbiamo fare un repulisti,
visto che siam gli stessi da vent’anni!
Per conquistar degli elettori i voti
il nostro salvatore vi presento,
il neo coordinator Giovanni Toti
col quale scaleremo il Parlamento!
E’ un po’ grassoccio, ma col mio supporto
sei, sette chili almeno perderà,
in una beauty farm con me lo porto
e sol se molto magro ne uscirà.
Toti il capo sarà sia del partito
che dell’esercito delle Olgettine
con lo ius primae noctis garantito
e il bunga bunga con le più carine.
Avrà, oltre al titolo di Sua Eccellenza,
poltrona in pelle, mega scrivania
e segretarie di bella presenza
che con passione la daranno via”.
In Forza Italia è la rivoluzione:
Mara, Brunetta, Fitto, la Gelmini,
la Santanché, Verdini, Capezzone,
leccaculo, lacchè, schiavi ed affini
vanno all’attacco di Giovanni Toti
premendo sul caimano tutti i giorni,
minacciando rivolte, terremoti
e messa a fuoco d’Arcore e dintorni.
E il Toti che partì coordinatore,
al sole Berlusconi assai vicino,
apprende dai giornali con orrore
che tutti i giorni scende uno scalino.
Sarà coordinator, ma non da solo,
senza il diritto delle prima notte,
poltrona sì, ma di polistirolo,
scelta sulle Olgettine più vecchiotte
e segretaria casta ed infelice.
Secondo giorno, Toti scende ancora:
non più coordinator ma solo vice,
la segretaria di sudore odora,
solo una sedia sotto il deretano,
niente Olgettine alla sua mercé,
la scrivania di Senzaquid Alfano
e il bagno personal senza bidè.
Il terzo giorno la discesa è atroce:
non è più vice né coordinatore,
ma del partito adesso è il portavoce.
Ha un cellulare solo per tre ore,
per segretaria una ragazza racchia
che tenta di sedurlo tutto il dì,
uno sgabello, la tivù che gracchia
e nemmeno il conforto di un pc.
Il quarto giorno Toti si dispera:
coordinator, ma dei raccattapalle
della gloriosa squadra rossonera,
una vecchietta avvolta in uno scialle
di segretaria svolge le mansioni,
nessuna scrivania, sgabello niente,
ma intorno tante coppe dei campioni
e tante foto con il presidente.
Ed alla fine l’ultimo tormento,
la discesa dell’ultimo scalino:
il promotore del rinnovamento
sarà accompagnator del cagnolino
Dudù, la gioia dell’illustre reo.
“E’ Forza Italia ormai come il Pd,
con Toti nelle vesti di Matteo!”
Anche la vecchia guardia ha detto sì.
Carlo Cornaglia

(23 gennaio 2014)

SOCIETA' E SOCIALE :" RICCHI E POVERI SUL PIANETA..."

Da "ArticoloTre",quotidiano on line.


Ottantacinque persone sono ricche quanto 3,5 miliardi di esseri umani

super ricchi-Redazione- Ottantacinque persone hanno gli stessi soldi di tre miliardi e mezzo di persone messe insieme.
È l'immagine forse più chiara dell'enorme – e crescente – gap tra ricchi e poveri sul pianeta. L'ha calcolata la Oxfam, un'associazione di beneficenza britannica, per presentarla ai leader del mondo che si riuniscono questa settimana a Davos per l'annuale convegno economico.
Gli 85 plutocrati più ricchi della terra, godono di un patrimonio complessivo di 1,7 trilioni di dollari: gli stessi soldi della metà più povera dei terrestri, più o meno 3 miliardi e mezzo di persone. Da una parte c'è gente come Carlos Slim, Bill Gates, Warren Buffett, Larry Page. Dall'altra una folla impressionante.
 Di calcoli la Oxfam ne offre anche un altro: l'1 per cento dei terrestri possiede collettivamente 110 trilioni di dollari, pari a metà della ricchezza mondiale. Certo, le disparità tra ricchi e poveri sono sempre esistite, ma il capitalismo le ha accentuate e negli ultimi 20 anni il gap ha avuto un'accelerazione senza precedenti.

Il problema è che si rende necessario arrestare il divario di reddito tra una minuscola élite e la stragrande maggioranza per evitare disordini e squilibri sociali gravi, ovvero a proteste, caos, violenze. In sostanza, se i ricchi desiderano restare ricchi, conviene che lo siano un briciolo di meno, facendo in modo che i poveri siano un po' meno poveri, o si rischia uno sconvolgimento generale.