domenica 30 novembre 2014

HANNO DETTO/SCRITTO....(PETROLINI ETTORE)

A proposito di tasse :


"......Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti."


















Petrolini, Ettore (Roma 1886-1936), attore di teatro e cinematografico italiano. Petrolini mostrò fin da giovanissimo un grande talento istrionico, improvvisando scenette nelle botteghe del padre fabbro e del nonno falegname. Esordì a quindici anni come macchiettista nei café-chantant della capitale. In quella dura gavetta presero forma i primi numeri del suo celebre repertorio: Canzone guappa, La Caccavella, La Sonnambula, Fortunello, Archimede, Il Bell'Arturo, fino a Gastone, I salamini, Ti ha piaciato?, Ma l'amore mio non muore: tutti sketch surreali, assurdi, beffardamente satirici, eseguiti con la bravura di un guitto erede diretto della Commedia dell'Arte.

 Fu apprezzato anche in Sud America e al suo ritorno in patria organizzò una propria compagnia di rivista. Ma il genere dell'avanspettacolo ben presto non gli bastò più. Cominciò a inventare le parodie di personaggi celebri – Faust, Amleto, Nerone – e dalle macchiette passò agli spettacoli veri e propri, alcuni di autori affermati come Simoni e Ojetti. 

Fu consacrato anche a Londra e a Parigi, dove trionfò nel Medico per forza di Molière alla Comédie-Française. Petrolini era famoso per sapere giocare con i significati e le forme del linguaggio, da autentico funambolo delle parole, e fu maestro della mimica. Tre i film sonori (tutti del 1930) attraverso i quali ancora oggi è possibile apprezzare il suo esplosivo stile: Cortile, Medico per forza e il celeberrimo Nerone, una macchietta nata nel 1918 come parodia della romanità e che finirà per assurgere a satira del regime fascista. Fu anche autore di teatro: Chicchignola (1931) è considerata la sua opera più riuscita.

Rif.to bibliogr.Microsoft Encarta




marco buonarroti




martedì 25 novembre 2014

IL NOSTRO PIANETA...... E L'ATTORE" LEONARDO DI CAPRIO"

DiCaprio tra solidarietà e cinema, la star dona 3 mln per salvare le tigri in Nepal

(Immagine da worldwildlife.org)  (Immagine da worldwildlife.org)

ultimo aggiornamento: 23 novembre, ore 10:29
Roma - (Adnkronos) - Rischiano l'estinzione a causa della distruzione dell'habitat in cui vivono e del bracconaggio illegale. La fondazione dell'attore, che a gennaio torna sul grande schermo nel film di Martin Scorsese 'The Wolf of Wall Street', ha lo scopo di proteggere gli ultimi luoghi selvaggi della terra

Roma, 23 nov. (Adnkronos) - La star di Hollywood Leonardo DiCaprio ha donato 3 milioni dollari per aiutare a salvare le tigri in Nepal. L'attore, stella de 'Il Grande Gatsby', ha realizzato la donazione attraverso la sua fondazione. A darne notizia è la 'Bbc'. I fondi saranno utilizzati per aumentare, in modo sensibile, il numero di tigri in Nepal.
L'attore ha spiegato di essere "fiducioso che il denaro aiuterà a superare l'obiettivo di raddoppiare la popolazione delle tigri in Nepal" che rischiano l'estinzione a causa della distruzione dell'habitat in cui vivono e del bracconaggio illegale. La donazione di DiCaprio aiuterà le pattuglie anti-bracconaggio e sarà utile per proteggere e ripristinare le aree in cui allevare le  tigri. Finora, la fondazione ha contribuito ad aumentare la popolazione della tigre nel Parco Nazionale del Nepal di Terai Bardia da 18 a 50 esemplari. "La Fondazione DiCaprio - ha sottolineato Carter Roberts, presidente del Wwf - fornisce risultati concreti per la conservazione e il rafforzamento delle comunità locali: nulla è più evidente che in Nepal". Fondazione che ha lo scopo di proteggere gli ultimi luoghi selvaggi della terra e di favorire un rapporto armonioso tra l'umanità e il mondo naturale. Dall'inizio di quest'anno ha raccolto 38,8 milioni dollari (23,9 milioni di euro), attraverso donazioni e un'asta d'arte di Christie a New York. DiCaprio sarà protagonista, sul grande schermo, nel film di Martin Scorsese 'The Wolf of Wall Street', che uscirà il 17 gennaio.

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Annotazione :
                                 GRAZIE A LEONARDO DI CAPRIO !!!!

















marco buonarroti

domenica 23 novembre 2014

PER NON DIMENTICARE :" KENNEDY....DALLAS...."

Per non dimenticare: 

Post del 22 novembre 2013

 

Usa: a Dallas un minuto di silenzio a 50 anni dall'assassinio di Jfk

ultimo aggiornamento: 22 novembre, ore 19:37
Dallas, 22 nov. (Adnkronos) - Un minuto di silenzio. Così Dallas ha ricordato oggi l'uccisione del presidente John Fitzgerald Kennedy alle 12.30 locali, 50 anni esatti dopo il colpo di fucile sparato da Lee Harvey Osvald che colpì Jfk mentre attraversava la città su un auto scoperta.

                                         
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Annotazione :   (a cura dell'autore del blog marco buonarroti)





Kennedy, John Fitzgerald (Brookline, Massachusetts 1917 - Dallas 1963), trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti (1961-1963). Nato in una ricca famiglia dell’alta borghesia cattolica, si laureò a Harvard nel 1937; combatté con valore nella seconda guerra mondiale e al termine del conflitto aderì al Partito democratico, candidandosi con successo alla Camera dei rappresentanti nel 1946.


Nel 1952 ottenne un seggio al Senato e nel 1960, quando ormai aveva assunto la leadership del partito, si candidò alla presidenza del paese in coppia con il vice Lyndon B. Johnson. Alle elezioni sconfisse il candidato repubblicano Richard Nixon e si insediò alla Casa Bianca.

Nell’autunno del 1963 il presidente cominciò a organizzare la campagna per la propria rielezione; l’impegno per favorire l’integrazione razziale e garantire il diritto di voto ai neri aveva suscitato un crescente malcontento e gruppi di ispirazione razzista avevano provocato gravi episodi di violenza. Il 22 novembre, mentre attraversava la città di Dallas a bordo di una limousine scoperta, Kennedy venne colpito e ucciso da un colpo (secondo il Rapporto Warren) di arma da fuoco sparato da lunga distanza.


La notizia del suo assassinio suscitò un’immensa emozione sia nel paese sia nel mondo intero. Poco più di un’ora dopo la sua morte venne arrestato un ex marine, Lee Oswald, che due giorni più tardi fu a sua volta assassinato mentre veniva trasferito da un carcere a un altro. Nel settembre del 1964 il presidente della Corte Suprema Earl Warren pose fine alle indagini stabilendo che il presidente era stato ucciso da Oswald, che aveva agito da solo ( Rapporto Warren), ma la sentenza non mancò di sollevare molti dubbi, tuttora insoluti. Fra le varie ipotesi, confermate anche dalle dichiarazioni di numerosi testimoni, si fece strada quella di un complotto a fini politici, ordito forse dalla mafia o da esuli cubani.


(clicca il link qui sopra per vedere il film girato da Zapruder,un cittadino di Dallas)
























marco buonarroti

HANNO DETTO/SCRITTO ....(IL PRESIDENTE ROOSEVELT)

Una citazione del Presidente Roosevelt :

"LA VERA LIBERTA' INDIVIDUALE NON PUO' ESISTERE SENZA SICUREZZA ECONOMICA.LA GENTE AFFAMATA E SENZA LAVORO E' LA PASTA DI CUI
SONO FATTE LE DITTATURE"














Roosevelt, Franklin Delano (Hyde Park, New York 1882 - Warm Springs, Georgia 1945), trentaduesimo presidente degli Stati Uniti d’America (1933-1945), l’unico a essere rimasto in carica per quattro mandati consecutivi, e uno dei più apprezzati leader politici del XX secolo.

Il suo programma politico, ribattezzato New Deal (“Nuovo corso”), fece fronte alla gravissima crisi economica del paese (la cosiddetta Grande Depressione), utilizzando il governo come uno strumento di intervento diretto in campo economico e sociale. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, Roosevelt condusse gli Alleati alla vittoria sulle potenze dell’Asse.



marco buonarroti

sabato 22 novembre 2014

ARCHEOLOGIA MARINA :"IL TESORO DI KUBLAI KHAN...."

Archeologia: il tesoro di Kublai Kahn, mille navi in fondo al mare del Giappone



 Da "Adnkronos"(18 nov.2013) - Erano in 40mila a bordo di una flotta di circa mille imbarcazioni che rappresentavano l'eccellenza dell'ingegneria navale del Tredicesimo Secolo, diretti alla conquista del Giappone. Non sopravvissero pero' al tifone che spirava a oltre 250 chilometri orari; simile, per potenza, a quello che ha devastato le Filippine. La 'corrente nera', come viene chiamata dal sud-est asiatico all'Estremo Oriente. Oggi quella maestosa flotta agli ordini di Kublai Kahn e' stata ritrovata, dopo sette secoli, nelle acque dell'isola di Takashima, regione del Kyushu, sud del Giappone; a compiere la storica scoperta, di cui si è parlato alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, e' stata la spedizione italo-nipponica composta da International Research Institute for Archaeology and Ethnology, Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e Ariua giapponese.
La recente scoperta, spiega all'Adnkronos l'archeologo Daniele Petrella a capo della spedizione, "ha confermato le nostre teorie: abbiamo ricostruito graficamente le navi, sappiamo di che modelli si tratta, quale era la sequenza costruttiva". Si trattava di "navi fluviali, sottratte alla dinastia Song sbaragliata da Kublai Kahn, non adatte ai viaggi d'alto mare". Dai resti delle navi in fondo al mare, spiega Petrella, si e' avuta la conferma che "i Song erano massimi ingegneri navali dell'antichita'. Sono scafi divisi in compartimenti stagni, che in Occidente abbiamo usato solo quattro secoli dopo con le navi in metallo, mentre loro lo facevano in legno. Pur senza una grande chiglia sono riuscite a arrivare fino al Giappone, ma non hanno resistito al tifone".


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Annotazione :                                                               ( a cura dell'autore del blog)



                                               L'impero creato da Kublai Khan


Kublai Khan (1215-1294), gran khan dei mongoli, primo imperatore (1279-1294) della dinastia mongola Yuan della Cina. Nipote di Gengis Khan, portò a termine la conquista della Cina iniziata dal nonno. Dal 1252 al 1259 aiutò il fratello Mongka Khan a conquistare la Cina meridionale, penetrando fino in Tibet e nel Tonchino. Alla morte di Mongka (1259), Kublai gli succedette nella carica di khan.

 Nel 1264 fondò una nuova capitale nel luogo dell'attuale Pechino, chiamandola Khanbalik (o Cambaluc, secondo la versione di Marco Polo che fu ospite alla corte del gran khan). Sottomesse le regioni della Cina ancora indipendenti e fondata nel 1271 la dinastia Yuan, Kublai con alcune campagne militari tra il 1276 e il 1279 sconfisse la dinastia Song che regnava nella Cina meridionale e ne acquisì i territori. Conquistò anche la Birmania e la Corea, ma le spedizioni a Giava e in Giappone (1274 e 1281) si conclusero con gravi sconfitte.

La fama della potenza di Kublai Khan si diffuse in tutta l'Asia e in Europa: la sua corte a Cambaluc, che assimilò molti caratteri della civiltà cinese, esercitò un grande fascino e attirò numerosi mercanti e viaggiatori da tutto il mondo. Nell'impero fiorirono il commercio, la letteratura e le arti; Kublai elevò il buddhismo a religione di stato, permettendo tuttavia la professione di altre fedi religiose.

(Marco Polo rimase presso la corte di Kublai per un lunghissimo periodo di tempo)

                 
               
 Evidenziata la regione del Kyushu dove si trova l'isola di Takashima, nelle cui acque
sono stati rinvenuti i resti dell'imponente flotta di Kublai, partita dalla Cina per la conquista del Giappone e affondata dalla furia di un tifone.














       marco buonarroti

3- LE FAVOLE DI JEAN DE LA FONTAINE

3) - La Rana e il Bove di Jean de La Fontaine
       
(se volete qualche notizia su Jean de La Fontaine, leggete il post del 20 novembre u.s. dal titolo :"1-Letteratura:Le favole di Jean de La Fontaine")
             




Grande non più d'un uovo di gallina
vedendo il Bove e bello e grasso e grosso,
una Rana si gonfia a più non posso
per non esser del Bove più piccina.

-Guardami adesso-esclama in aria tronfia:-
son ben grossa ?-Non basta, o vecchia amica-.
E la Rana si gonfia e gonfia e gonfia
infin che scoppia come una vescica.

Borghesi, ch'è più fumo che l'arrosto,
signori ambiziosi e senza testa,
o gente a cui ripugna stare a posto,
quante sono le rane come questa !



marco buonarroti

venerdì 21 novembre 2014

"LA CULTURA IN ITALIA...."

Ripropongo la lettura di questo post, perchè il problema della cultura in Italia , a mio avviso, chiude questo 2014 con un bilancio negativo e con scarse aspettative di risoluzione e ciò non solo per le riprovevoli inadempienze della politica, ma anche per un'assenza diffusa di richiesta culturale della massa.

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Italiani? ‘Capre e ignoranti’

di Alessio Pisanò / 8 novembre 2013......Da:"Il fatto quotidiano"on line


Mi si perdoni la discutibile citazione di Vittorio Sgarbi.Ma un sondaggio europeo sulla partecipazione culturale italiana non lascia scampo.

 Secondo i dati pubblicati in settimana dalla Commissione europea, un italiano su due ha una “bassa pratica culturale”, solo 8 su 100 hanno un interesse “alto” o “molto alto” per i prodotti culturali. Nell’indice di pratica culturale il 49 per cento degli italiani ha bassa pratica a fronte del 34 per cento della media europea. Male anche la lettura (-7 per cento), visite a monumenti (-8 per cento) musei (-4 per cento).

A livello europeo ci sono notevoli differenze tra gli Stati membri. In termini di frequenza di partecipazione a tutti i tipi di attività culturali i paesi nordici totalizzano il punteggio più alto, guidati da Svezia (43 per cento tasso di partecipazione alto o molto alto), Danimarca (36 per cento) e Olanda (34 per cento). All’altra estremità della scala ci sono la Grecia, dove solo il 5 per cento ha tassi elevati o molto elevati di partecipazione, il Portogallo e Cipro (6 per cento), la Romania e l’Ungheria (7 per cento), e l’Italia, con un misero 8 per cento. Se guardiamo i livelli di partecipazione attiva, in Danimarca il 74 per cento della popolazione ha partecipato attivamente in almeno un’attività culturale durante l’anno scorso, in Svezia il 68, in Finlandia il 63 e nei Paesi Bassi il 58 per cento. Solo il 20 per cento degli italiani intervistati ha detto di aver fatto la stessa cosa. Peggio di noi soltanto Bulgaria (14 per cento) e Malta (18 per cento).

Una lettura veloce di questi dati evidenzia una spaccatura in due dell’Europa: il Nord più culturalmente attivo, il Sud e l’Est più pigri. Guarda caso la stessa divisione che c’è dal punto di vista economico. A questo punto una domanda sorge spontanea: qual è la causa e qual è la conseguenza? Si potrebbe dire che a causa delle ristrettezze economiche e della crisi gli europei del sud e dell’est hanno meno tempo per nutrire lo spirito, leggendo un libro o guardando un film. Forse. Ma un’ipotesi più provocatoria suggerisce che è proprio l’inferiore interessamento culturale ad essere in parte causa della peggiore situazione economica e sociale. Diciamo la verità, Italia, Spagna e Grecia non se la passavano bene nemmeno prima del 2008, almeno rispetto a Svezia, Finlandia o Germania (in termini di lavoro, stipendi, welfare e così via). E’ una realtà che un popolo più colto, e non solo in senso scolastico, è più preparato ad affrontare la vita di tutti i giorni, interpretare il mondo attorno a se, difendersi da soprusi e propagande ed è meno incline ad appoggiare élite politiche discutibili.

Se la maggior parte degli italiani avesse visto il film “Citizen Kane” (Quarto Poteredi Orson Wellesforse Berlusconi non sarebbe mai stato Premier. E se la maggior parte degli italiani avesse letto La fattoria degli Animali” di George Orwell forse i partiti populisti avrebbero meno terreno fertile. Il problema è che la cultura finisce sempre all’ultimo posto, perché come diceva Giulio Tremonti “con la cultura non si mangia” – affermazione ridicola e sbagliata. Ecco allora orde di giovani che crescono con la testa piena dei falsi modelli imposti dalla tv e dalla società dello spettacolo, un po’ di calcio la domenica e la frittata e fatta. Con il passare degli anni la società si inebetisce, non sapendo niente dei grandi filosofi del passato, non conoscendo la storia, il cinema, l’arte e la letteratura.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: una società incapace di rinnovarsi, dove “tutto cambia affinché nulla cambi” come scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pronta a bersi qualsiasi panzana assorbita passivamente dalla Tv, a perpetuare modelli economici del secolo precedente, a ignorare qualsiasi sfida ambientale mondiale e a continuare a vedere l’Europa con la miopia tipica del nazionalismo. E intanto la politica urla e si indigna, invoca il cambiamento e promette. Ma la vera rivoluzione, l’unica che potrebbe davvero “cambiare” le cose, forse è culturale e non politica (senza alcun riferimento storico a chi i libri li bruciava invece che leggerli). Leggere Bauman, imparare una lingua straniera, guardare un film di Loach, questo è un atto rivoluzionario, il resto è “solo chiacchiere e distintivo”.

                                               
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Annotazione :                      ( a cura di marco buonarroti)

A proposito di cultura :
                                                       Citazioni:


HANNAH ARENDT


Hannah Arendt (Linden ,14 ottobre 1906-New York 4 dicembre 1975),fu
una filosofa,storica,scrittrice tedesca,naturalizzata statunitense.

"LA SOCIETA' DI MASSA NON VUOLE CULTURA ,MA SOLO SVAGO."

                                                
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ANDRE' MALRAUX



Andrè Malraux (Parigi 3 novembre 1901-Crèteil 23 novembre 1978)
fu uno scrittore e politico francese.

"LA CULTURA NON SI EREDITA ,SI CONQUISTA."
(omaggio alla Grecia,1959,discorso ad Atene)






Marco Buonarroti
marco.buonarroti@gmail.com                                             

HANNO DETTO/SCRITTO.....(AGATHA CHRISTIE)


"Un archeologo e' il miglior marito che una donna possa avere: piu' lei diventa  vecchia, piu' lui s'interessa a lei. "





Christie, Agatha (Torquay, Devonshire, 15 sett 1891 - Wallingford, Oxford, 12 genn  1976), scrittrice britannica di romanzi gialli, contraddistinti da intrecci ben congegnati e ricchi di sorprese e dalla presenza di due originali figure di investigatori, Hercule Poirot e Miss Marple. Poirot è in particolare l'eroe della maggior parte delle sue opere, dal primo romanzo Poirot a Styles Court (1920) fino all'ultimo, Sipario (1975), nel quale il protagonista muore.
Dopo un primo matrimonio fallito, Agatha Christie sposò in seconde nozze un noto archeologo inglese e lo seguì costantemente nelle spedizioni in Iraq e in Siria, esperienze alle quali attinse per creare sfondi e atmosfere di alcuni suoi romanzi, come Non c'è più scampo (1930) e Assassinio sul Nilo (1937). Fra gli altri titoli meritano una segnalazione particolare L'assassinio di Roger Ackroyd (1926), Assassinio sull'Orient Express (1935) e Dieci piccoli indiani (1939).
Lavorò con successo anche per il teatro e il suo dramma Trappola per topi è in cartellone a Londra ininterrottamente dal 1952. Con lo pseudonimo di Mary Westmacott scrisse inoltre romanzi sentimentali. Dalle sue trame sono stati tratti numerosissimi film per il grande schermo e per la televisione.


marco buonarroti


giovedì 20 novembre 2014

GEOGRAFIA/STORIA :" IL CANALE DI SUEZ,17 NOV.1869..."


 Il 17 novembre del 1869 veniva inaugurato il Canale di Suez

Canale di Suez : via d'acqua artificiale che attraversa l'istmo* di Suez, nell'Egitto nordorientale, mettendo in comunicazione il mar Mediterraneo, presso Porto Said, con il Mar Rosso, presso Suez.


Il canale è lungo circa 163 km (circa 88 miglia nautiche) ed è largo da 50 a 110 metri; permette il transito di navi con portata a pieno carico sino alle 150.000 tonnellate. Non ha chiuse poiché collega due punti allo stesso livello del mare senza raggiungere quote intermedie diverse, e sfrutta la presenza di tre bacini lacustri, il lago Manzala, il lago Timsah e i laghi Amari. Gran parte del canale ha larghezza sufficiente per il passaggio di una sola nave, ma in alcuni punti è percorribile nei due sensi, in particolare nei laghi Amari e tra al-Kantara e Ismailia. La ferrovia corre parallelamente al canale, sulla sponda orientale, per tutta la sua lunghezza. 








 Il primo canale tra il delta del Nilo e il Mar Rosso fu scavato attorno al XIII secolo a.C., probabilmente per ordine di un faraone egizio (Seti I o Ramesse II). Per lunghi periodi di tempo durante il millennio successivo il canale fu trascurato, ma molti sovrani lo fecero modificare e ristrutturare: fra tutti si ricorda l'imperatore Traiano. Gli sforzi per mantenerlo in buone condizioni furono definitivamente abbandonati nell'VIII secolo d.C. In seguito, episodicamente, vennero avanzate numerose proposte per il taglio dell'istmo di Suez, ma nessuna fu realizzata. Nel 1854 il diplomatico e ingegnere francese Ferdinand-Marie Lesseps** riuscì a risvegliare l'interesse del viceré di Egitto Muhammad Said Pasha per un suo progetto in proposito.

Nel 1858 fu costituita la Compagnie Universelle du Canal Maritime de Suez, autorizzata a operare il taglio dell'istmo e a gestire il canale per 99 anni, trascorsi i quali la proprietà sarebbe ritornata al governo egiziano, che comunque si riservava il 15% dei ricavi. La società si basava in origine su capitali privati egiziani e francesi, ma nel 1875 il governo britannico acquistò le quote egiziane, poiché il paese stava attraversando una grave crisi finanziaria.

Lo scavo del canale fu iniziato il 25 aprile 1859, secondo il progetto dell'ingegnere italiano Luigi Negrelli, e il canale fu aperto alla navigazione dieci anni dopo, il 17 novembre 1869. In origine la larghezza del fondo era di 22 m, la larghezza in superficie di 58 m e la profondità di 8 m.

Note:
* Istmo :  Lingua di terra che unisce due continenti o una penisola a un continente e separa due mari



**Ferdinand-Marie Lesseps :  (Versailles 1805 - La Chênaie, Guilly, Indre 1894), diplomatico e ingegnere francese. Iniziò la carriera diplomatica nel 1825 ricoprendo varie cariche. Nel 1832, in qualità di assistente viceconsole in Egitto, iniziò a lavorare a un progetto per la costruzione di un canale sull'istmo di Suez. I lavori ebbero inizio il 25 aprile 1859, e il canale venne ufficialmente inaugurato il 17 novembre di dieci anni dopo. Lesseps, che aveva dimostrato notevoli doti ingegneristiche e dirigenziali, fu insignito di numerosi riconoscimenti.

Dato il successo del canale di Suez, dal 1881 al 1888 egli venne scelto come presidente della società francese che si occupava della costruzione di un canale sull'istmo di Panamá; tuttavia il progetto non ebbe seguito per ragioni politiche e finanziarie. Gli scandali relativi alla gestione dei lavori provocarono un'inchiesta; Lesseps e suo figlio Charles furono processati per cattiva amministrazione e appropriazione indebita dei fondi societari: furono multati e condannati, ma la sentenza non fu mai applicata.
(Rif.to bibl. Microsoft Encarta)

marco buonarroti

(1) LE FAVOLE DI JEAN de LA FONTAINE

Le favole di Jean de La Fontaine





La Fontaine, Jean de (Château-Thierry, Champagne 1621 - Parigi 1695), poeta e favolista francese.

Nel 1683 fu eletto all'Académie Française e frequentò gli scrittori più noti del suo tempo, come Molière, Racine, Boileau, Madame de La Fayette, Madame de Sévigné. Fino alla vigilia della morte scrisse commedie, libretti d'opera e poemi, fra cui il racconto romantico in versi Gli amori di Psiche e Cupido (1669), una delle sue migliori creazioni poetiche.

La sua prima opera di rilievo fu un adattamento (1654) dell'Eunuco del commediografo latino Terenzio, ma la sua fama si fonda sulla pubblicazione di Racconti e novelle in versi (1644) che, visto il successo, negli anni seguenti (1667-1674) integrò con nuovi volumi. Queste opere e le Favole scelte messe in versi (1668-1694) ne fecero uno dei più eminenti letterati francesi del tempo.

Le favole di La Fontaine si ricollegano al filone inaugurato da Esopo, ma anche al Decameron di Giovanni Boccaccio, all'Eptamerone di Margherita di Navarra e alle Cent nouvelles, attribuite ad Antoine de La Salle. Tuttavia La Fontaine rielaborò le proprie fonti in modo originale e arguto, creando favole di raffinata semplicità che si distinguono per la narrazione vivace e spontanea e per la lucida colloquialità dei versi, che sanno toccare con grande naturalezza la sensibilità del lettore. La grande novità risiede nell'importanza data al racconto, che nelle favole esopiche passava in secondo piano rispetto all'insegnamento morale: al contrario, per La Fontaine la morale diviene il pretesto, più che lo scopo, della narrazione.


La Cicala e la formica





La Cicala che imprudente
tutto estate al sol cantò,
provveduta di niente
nell'inverno si trovò,
senza più un granello e senza
una mosca in la credenza.

Affamata e piagnolosa
va a cercar della Formica
e le chiede qualche cosa,
qualche cosa in cortesia,
per poter fino alla prossima
primavera tirar via:
promettendo per l'agosto,
in coscienza d'animale,
interessi e capitale.

La Formica che ha il difetto
di prestar malvolentieri,
le dimanda chiaro e netto:
-Che hai tu fatto fino a ieri?
-Cara amica, a dire il giusto
non fatto che cantare
tutto il tempo.-Brava, ho gusto;
balla adesso, se ti pare.



marco buonarroti