sabato 28 giugno 2014

POLITICA :"LA PROSA DI CARLO CORNAGLIA"

  Da "Micromega on line"

 

CARLO CORNAGLIA – Il patto del Nazareno

ccornaglia
Procede la riforma del Senato,
fra gli sconquassi, verso il suo suggello
in base al patto osceno un dì firmato
al Nazaren da Silvio e dal pivello
e il grande malfattore n’è entusiasta.
Grazie al manovrator del Quirinale
ed al rottamatore della casta
è diventato recordman mondiale:
è il primo a diventar Costituente,
riformator di un povero Paese
essendo, per sentenza, un delinquente.
Sono i prodigi delle larghe intese!
Alla contrattazione ha lavorato
la pupilla di Renzi, Monna Boschi
che una grande esperienza ha dimostrato
nel trattare con gli esseri più loschi
di una casta per finta rottamata:
il gran bancarottier Denis Verdini
nonché l’autor dell’orrida porcata,
Calderoli, il collega di Salvini.
Non manca la ciliegia sulla torta
nelle vesti di quella Finocchiaro
famosa per la foto con la scorta
ed un passato da compagna faro.
Scontato sia la legge disgustosa
e peggiorata dall’immunità,
ciò che spaventa è non saper che cosa
hanno concesso in cambio a quello là.
Già quella legge anti corruzione,
più volte vanto del guardasigilli,
su auto riciclaggio, prescrizione,
falso in bilancio, pare che vacilli
sotto i colpi di Alfano e della Guidi
che, come ai tempi della Severino,
studiano qualche comma in cui si annidi,
come sempre, un intento truffaldino.
C’è poi quello che dice il Quirinale
che invita i magistrati a stare attenti
ai guai che può creare un tribunale
in specie nei difficili momenti
che la nostra Nazione sta vivendo.
Non ne fosse ben nota la saggezza,
potrebbe suscitare il dubbio orrendo
di un Alt! alla Giustizia di Sua Altezza,
perché la vita dello scellerato
non abbia a peggiorare ancor di più
per i processi in cui vien giudicato
col rischio di restar senza Dudù.
Comunque sono ancora in commissione
ed al Senato nel primo passaggio,
pur se Madonna Boschi e il fanfarone
fingono che sia già finito il viaggio.
La strada è ancora lunga ed in salita,
la compagnia non è delle migliori,
Napolitano è ancor della partita,
ma i creduloni sono sognatori…
Carlo Cornaglia
(24 giugno 2014)

RUBRICA " HANNO SRITTO"...(FRIEDRICH NIETZSCHE)

FRIEDRICH NIETZSCHE :

"CHI LOTTA CONTRO I MOSTRI DEVE FARE ATTENZIONE A NON DIVENIRE LUI STESSO UN MOSTRO.E SE TU RIGUARDERAI A LUNGO IN UN ABISSO, ANCHE L'ABISSO VORRA' GUARDARE DENTRO DI TE"
( dal saggio filosofico " Al di là del bene e del male: Preludio di una filosofia dell'avvenire" scritto da Nietzsche nel 1886, uno dei testi fondamentali della filosofia del XIX secolo)











Nietzsche, Friedrich Wilhelm (Röcken 1844 - Weimar 1900), filosofo tedesco. Figlio di un pastore luterano, Nietzsche rimase orfano in tenera età e venne allevato dalla madre. Dopo essere stato ammesso alla celebre scuola teologica di Pforta, contrariamente alle aspettative della madre, che l'avrebbe voluto pastore protestante, Nietzsche studiò filologia classica alle università di Bonn e Lipsia, diventando docente di lingua e letteratura greca presso l'Università di Basilea a soli 25 anni; in quell'epoca si delinearono sempre più chiaramente le sue inclinazioni filosofiche. Fu amico del musicista Richard Wagner, ma in seguito il loro rapporto degenerò progressivamente e si ruppe nel 1878. Da alcuni anni, Nietzsche era malato e sofferente di crisi nervose; la salute cagionevole lo aveva costretto al congedo dall'insegnamento nel 1876. Visse errando per l'Europa e soggiornando a lungo anche in Italia, spesso ospite di amici e protagonista di complesse vicende sentimentali. Nel 1889 fu colto da una grave forma di pazzia da cui non si riprese più. Ricoverato dapprima in clinica e poi curato dalla sorella Elisabeth, morì nel 1900.



 Riferimenti bibliografici:
Wikipedia 
Storia della filosofia di Nicola Abbagnano


marco buonarroti

LETTERATURA :" IL 28 GIUGNO 1876 NASCEVA LUIGI PIRANDELLO.."


IL 28 GIUGNO DEL 1876 NASCEVA AD AGRIGENTO IL GRANDE SCRITTORE E DRAMMATURGO ITALIANO LUIGI PIRANDELLO AL QUALE,NEL 1934, FU CONFERITO IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA.













Pirandello, Luigi (Girgenti, oggi Agrigento 1867 - Roma 1936), scrittore italiano, uno dei massimi drammaturghi del Novecento. Anche se il consenso della critica è sempre stato molto controverso (soprattutto in Italia), Pirandello è uno dei pochi scrittori italiani del XX secolo che abbia saputo conquistarsi una fama internazionale: non tanto per il premio Nobel (1934), quanto grazie allo straordinario numero di compagnie che ne mettono in scena i drammi in molti paesi del mondo.

Conseguì la laurea in filologia romanza all'Università di Bonn quindi si dedicò all'insegnamento della letteratura italiana, pubblicando nel 1894 le prime novelle, Amori senza amore. Nel 1901 pubblicò il suo primo romanzo, L'esclusa, che segna il passaggio dal modello narrativo verista allo stile 'umoristico', cioè a una caratteristica mescolanza di tragico e comico, che da quel momento avrebbe caratterizzato la produzione pirandelliana.

Al 1903/1904 risale  la stesura della sua migliore opera narrativa, il romanzo" Il fu Mattia Pascal" . A questo seguirono altri romanzi, tra i quali spiccano I vecchi e i giovani (1913) e Uno, nessuno e centomila (1925-1926), che rappresenta per molti aspetti una specie di consuntivo ideologico finale.

 Intorno al 1910 Pirandello si decise ad affrontare anche le scene. Opere teatrali:
 Pensaci, Giacomino! e Liolà (entrambi del 1916),
 Così è (se vi pare) (1917) e
Il giuoco delle parti (1918)

Il 1921 fu l'anno della fama pirandelliana, raggiunta con il dramma "Sei personaggi in cerca d'autore", opera che venne fischiata a Roma ma che poco tempo dopo ottenne a Milano uno strepitoso successo, che continuò in America e che continua tutt'ora.
Segui la tragedia Enrico IV che consacrò in modo definitivo Pirandello fra i massimi  drammaturghi mondiali.








     marco buonarroti



giovedì 26 giugno 2014

IL NOSTRO PIANETA:"L'UNESCO E IL PARCO DELLA SILA..."

Da "ArticoloTre",quotidiano on line

 

Riconoscimento Unesco al Parco Nazionale della Sila

Riconoscimento Unesco al Parco Nazionale della Sila-

Redazione- Il Consiglio Internazionale di Coordinamento del Programma MAB*, nel corso della sua 26° sessione in corso di svolgimento a Jönköping in Svezia, ha approvato l’iscrizione della Sila come 10° Riserva della Biosfera italiana nella Rete Mondiale dei siti di eccellenza dell’UNESCO.

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Annotazione :                          (a cura dell'autore del blog)

*MAB : Man and Biosphere










Sila, parco nazionale Area protetta dell’Italia meridionale, istituita come “Parco nazionale della Calabria” con la legge n. 503 del 1968 e nel 2002 ampliata e rinominata con il nome attuale. Situato in Calabria, il parco si compone di tre zone ben distinte, già riserve forestali dello stato, distanti tra loro circa 200 km, per una complessiva superficie di 73.695 ettari: una si trova nella Sila Grande, una nella Sila Piccola (vedi Sila) e una nell’Aspromonte. Tale frammentazione rende più complessa la tutela del parco stesso. Il territorio corrisponde a vasti altipiani e ai rilievi dell’Appennino calabro e culmina nei 1.955 m del Montalto, nell’Aspromonte.
L’ambiente tipico è quello della fitta foresta di media e alta montagna; predominano il pino laricio, alternato a boschi di faggio e di più raro abete bianco e, nelle quote più basse, le querce e i castagni. La fauna è molto interessante: include soprattutto popolazioni residue di lupo appenninico, oltre a caprioli e gatti selvatici, mentre il cinghiale, oggi assai diffuso, è stato introdotto artificialmente. Tra gli uccelli vi sono alcune specie assai rare come il picchio nero e l’aquila del Bonelli; si ricordano inoltre l’astore, il falco pellegrino e il gufo reale.




































 Le immagini sono state tratte da Wikipedia

Nota :


UNESCO, è l'acronimo di "United Nations Educational, Scientific and Cultural Oraganization", è stata fondata dalle Nazioni Unite il 16 novembre 1945 per incoraggiare la collaborazione tra le nazioni nelle aree dell'istruzione, scienza, cultura e comunicazione.
Sono membri dell'UNESCO, all'ottobre 2011, 194 Paesi più 7 membri associati. Il quartier generale dell'UNESCO è a Parigi ed opera programmi di scambio educativo, scientifico e culturale da 60 uffici regionali sparsi per tutto il mondo. I progetti sponsorizzati dall'UNESCO comprendono programmi scientifici internazionali; programmi di alfabetizzazione, tecnici e di formazione degli insegnanti; progetti regionali e di storia culturale; e cooperazioni internazionali per conservare il patrimonio culturale e naturale del pianeta e per preservare i diritti umani.

Una delle missioni dell'UNESCO è quella di mantenere una lista di patrimoni dell'umanità. Questi sono siti importanti culturalmente o dal punto di vista naturalistico, la cui conservazione e sicurezza è ritenuta importante per la comunità mondiale.

L'UNESCO è rappresentato da propri ambasciatori e promuove il celebre Forum Universale delle Culture, che nel 2013 ha avuto luogo a Napoli

 
marco buonarroti

venerdì 20 giugno 2014

mercoledì 18 giugno 2014

8-PER NON DIMENTICARE :"GLI INDIOS GUARANI DELL'AMAZZONIA.."

Ripropongo la pubblicazione di questo post del 17/01/2014 perchè ciò che racconta è sempre drammaticamente attuale, la coscienza di ogni abitante di questo pianeta si ribella difronte all'indifferenza dei governi che dovrebbero chiedere a quello brasiliano di intervenire a difesa dei "guarani".

 

Da "ArticoloTre"quotidiano on line

 

ll massacro dei Guaranì. La Coca Cola acquista zucchero macchiato di sangue indiano

Il massacro dei Guaranì. La Coca Cola acquista zucchero macchiato di sangue indiano-Redazione- Gli indios Guaranì del Brasile stanno chiedendo a Coca Cola di smettere di acquistare zucchero dalla multinazionale alimentare statunitense Bunge, al centro di un immane scandalo di accaparramento di terra. Quest'azienda, infatti, compra la canna da zucchero dalla terra rubata agli indigeni, su cui si producono biocarburanti che l'Oxfam non esista a definire "macchiati di sangue indiano".
"Coca Cola deve smettere di comprare zucchero dalla Bunge" ha esplicato un portavoce Guarani. "Mentre queste compagnie si arricchiscono, noi soffriamo la fame, la miseria e gli omicidi". Oggi, d'altra parte, la tribù, composta ormai da poche centinaia di individui, è costretta a vivere in piccoli appezzamenti di terreni completamente circondati da piantagioni, da cui proviene, appunto, lo zucchero venduto alla Bunge.
I Guaranì soffrono sovente di gravi problemi di salute, causati dai pesticidi tossici, e, inoltre, patiscono la perdita delle proprie foreste, da cui sono dipesi per secoli, rappresentando la fonte primaria di cibo e medicine. "Gli allevatori hanno distrutto quasi tutta la nostra foresta, le nostre piante medicinali, i nostri frutti e le nostre risorse", hanno denunciato i leader delle tribù, che da anni lottano per i loro diritti. Sono gli stessi che vengono sistematicamente presi di mira e, spesso, assassinati. Questo, ovviamente, quando non scelgono da soli di togliersi la vita: il tasso di suicidi della tribù, infatti, è addirittura 34 volte superiore alla media nazionale del Basile.
A fronte delle richieste del popolo degli indios, la Coca Cola si è recentemente impegnata la politica di tolleranza zero nei riguardi dell'accaparramento di terra. Altresì ha annunciato di voler "riconoscere e salvaguardare i diritti delle comunità e dei popoli tradizionali a mantenere l'accesso alla terra e alle risorse naturali." E, per vedere se gli impegni saranno rispettati, non si può far altro che attendere.

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Annotazione :                       ( a cura dell'autore del blog)

http://www.youtube.com/watch?v=zNKO5dNOmAo

(clicca sul link,qui sopra,per ascoltare la colonna sonora di" Mission")




Tupí-Guaraní Gruppo di indiani dell'America meridionale, della famiglia linguistica tupí e dell'area culturale dell'estremo sud, che abitano le coste orientali a sud del Rio delle Amazzoni e, all'interno del continente, dal sud del fiume fino alle pendici delle Ande. Le lingue principali del gruppo sono il tupí e il guaraní; si parlano lingue tupí soprattutto in Paraguay, Uruguay, Bolivia, Brasile e Argentina; il guaraní, la lingua più diffusa nella regione amazzonica, è la seconda lingua del Paraguay.

In passato, i missionari gesuiti avevano concentrato le popolazioni tupí-guaraní orientali in villaggi comuni, chiamati reducciones. Con l'espulsione dei gesuiti nel XVIII secolo, i gruppi più  influenzati dagli europei si integrarono negli insediamenti spagnoli e gli altri si spostarono a ovest, verso territori inesplorati. Abili nel lavorare la pietra e la ceramica, i tupí-guaraní vivevano di caccia e pesca e, in minor misura, di agricoltura.




















Resti di una missione del XVIII secolo,sede di una reducciones


Resti di una missione del XVIII secolo

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Un pò di storia e di vero cinema :
Lo stupendo film "Mission",(Gran Bretagna,1986), diretto da Roland Joffe', con Roberto De Niro, Jeremy Irons, Ronald Pickup, Liam Neeson e altri ineguagliabili attori, colonna sonora di Ennio Morricone, narra le vicende relative all'opera di evangelizzazione del "popolo guarani' da parte di pochi gesuiti che si adoperarono anche a insegnare loro come coltivare la terra, a  beneficiare dei prodotti ricavati e a organizzare delle vere e proprie piccole aziende agricole
collettive all'interno delle " reducciones".Tutto questo entrò inevitabilmente in collisione con gli
interessi dei "signorotti" coloni spagnoli e portoghesi le cui violente reazioni a danno degli indigeni non tardarono a farsi sentire;essi,nel contempo,chiesero ai rispettivi sovrani di Spagna e Portogallo di intervenire presso il Papa il quale dispose l'allontanamento definitivo dei gesuiti da quelle terre.   


Alcune immagini del film : " MISSION ":




                                             Robert De Niro e Jeremy Irons








                                                          Robert De Niro



                                                           Jeremy Irons





marco buonarroti

martedì 17 giugno 2014

POLITICA: "PALAZZO CHIGI E LA DEMOCRAZIA.....?!"

Da " Micromega on line"

 ALESSANDRO ROBECCHI – Palazzo Chigi, un bulletto e la sindrome del possesso

 Chissà cos’hanno pensato i dirigenti del più grande Partito Comunista del mondo quando hanno visto Matteo Renzi occuparsi di Corradino Mineo. Abituati a leader occidentali che vanno lì a parlare dei dissidenti loro, vederne uno che da Pechino si occupa dei dissidenti suoi li avrà divertiti un bel po’. Poi, appena tornato in patria, il premier ha fatto tutta la classifica delle sue proprietà. Mio il 41 per cento, miei i voti delle europee, mio il partito, e mio anche il paese, che “non si può lasciare in mano a Corradino Mineo” (che è un po’ come sparare alle zanzare con un lanciamissili, diciamo). Tipica sindrome del possesso: è tutto suo, ce ne sarebbe abbastanza per uno studio sul bullismo. Studio già fatto, peraltro, perché pare che il paese proceda di bulletto in bulletto. Prima quello là, il Bettino degli “intellettuali dei miei stivali”, che Renzi ha voluto rivisitare con i “professoroni”, con contorno di gufi e rosiconi (al cicca-cicca manca pochissimo, prepariamoci). Poi quell’altro, Silvio nostro, parlandone da vivo, che rombava smarmittato dicendo che “dieci milioni di voti” lo mettevano al riparo dalla giustizia. Non diversissimo dal nuovo venuto, secondo cui “dodici milioni di voti” (suoi, ça va sans dire) sono un’investitura per fare quello che vuole senza se e senza ma. Insomma, che le elezioni europee fossero un voto per la riforma del Senato era meglio dirlo prima, non dopo.

Ora, si trema all’idea di cosa, ex-post, tutti quei voti possano giustificare, dallo scudetto alla Fiorentina alla riforma della giustizia, dalla rimozione dei senatori scomodi alla renzizzazione selvaggia del partito. Come sempre quando si va di fretta, non mancano i testacoda. Il “lo cambieremo al Senato” (il voto della Camera sulla responsabilità dei giudici), detto da uno che il Senato lo vuole abolire. Oppure il famoso lodo “Daspo e calci nel sedere” ai politici corrotti, che si è tramutato in silenzio di tomba quando il sindaco di Venezia è tornato, dopo un patteggiamento, al suo posto. Se n’è andato lui, Orsoni, e sbattendo la porta, senza nessun Daspo e nessun calcio nel sedere (pare che intenda tirarne lui qualcuno al Pd, piuttosto). Ora, forgiata una falange di fedelissimi (persino i giornali amici e compiacenti ormai li chiamano “i colonnelli”) è bene dire che nessuno si sente al sicuro. Ne sa qualcosa Luca Lotti che per zelo ebbe a dire che Orsoni non era del Pd: Renzi lo sbugiardò a stretto giro, come dire, va bene essere più realisti del re, ragazzi, ma ricordiamoci chi è il re.
Tanto, che uno sia del Pd oppure no è irrilevante: quel che conta è si è di Renzi oppure no. Perché Giggi er bullo vince sempre. Se il Pd va bene è il suo Pd. Se va male è quello vecchio e mogio di Bersani. Un po’ come il Berlusconi padrone del Milan, che si intestava le vittorie e scaricava le sconfitte sugli allenatori. Lo stile è quello.

L’avesse fatto Bersani, di levare da una commissione un senatore sgradito (magari renziano, toh) avremmo sentito gemiti e lezioncine di democrazia fino al cielo, perché anche nel “chiagni e fotti” le similitudini non mancano. E qui c’è un po’ di nemesi, a volerla dire tutta. Perché se fino a qualche tempo fa si poteva sghignazzare sulla gesta di Renzi, “Ah, l’avesse fatto Silvio”, ora siamo arrivati al punto di dire: “Ah, l’avesse fatto Pierluigi!”. Che è poi la storia di come procede a passi rapidi l’uomo solo al comando: si teorizzava qualche mese fa da parte renziana che come alleato Berlusconi fosse meglio di Grillo. Oggi si teorizza (anche coi fatti) che come socio per le riforme Berlusconi è meglio di alcuni senatori Pd, eletti per il Pd da elettori del Pd.
Quanto ai soldatini, ai pasdaran e ai guardiani della rivoluzione renziana, che sgomitano per farsi notare dal capo, devono per ora limitarsi all’arte sublime del benaltrismo. Ad ogni nota stonata del loro conducator sono costretti ad argomentare: e allora Grillo? Come se davanti a una bronchite un medico intervenisse dicendo: e la polmonite, allora? Nel merito, niente. Poveretti, come s’offrono.
Alessandro Robecchi
(16 giugno 2014)

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 Nota dell'autore del blog:

 Alessandro Robecchi (Milano,1960) è un giornalista e scrittore italiano

marco buonarroti

POLITICA: "LA PROSA DI CARLO CORNAGLIA"

Da "Micromega on line"

 CARLO CORNAGLIA – Fuochi d’artificio

ccornaglia

Il quarantun per cento alle elezioni
ha montato la testa al fiorentino:
contando i voti il re dei fanfaroni
è diventato proprio un berluschino.
“Dieci milion – gioiva il Cavaliere –
mi salveranno il cul dalla Giustizia!”
“Con dodici milion vi fo’ vedere –
si è messo a proclamar Mister Furbizia –
che a furia di riforme cambiam verso!”
Ed è un continuo fuoco artificiale
che fa apparir nell’alto cielo terso
disegni di bellezza eccezionale
con sequenze di botti e di colori,
come lapilli usciti da un vulcano
per l’entusiasmo degli spettatori
conquistati dal dono del sovrano.
I fuochi si susseguono nel cielo:
uno si spegne, l’altro sale e esplode
e ai crucci quotidiani fanno velo
celando il bluff della renziana frode.
Ogni fuoco che scoppia è una riforma
che per un attimo soltanto esiste,
l’attimo dopo in nulla si trasforma.
Quante riforme stanno nelle liste?
Il lavoro, la macchina statale,
la Rai, la scuola, la Giustizia offesa,
il Senato, la legge elettorale,
la sanità, il fisco, la difesa.
Ma non ne parla solo il parolaio,
il dizionario del rottamatore
è egual per i galletti del pollaio
ed ogni frase ha un eco emulatore.
Sono i guardian della rivoluzione,
i colonnelli di belle speranze,
a modo suo ciascun fattosi clone
dello spauracchio delle minoranze.
Sentito Renzi, il resto è un copia/incolla:
stesse parole, stessa intonazione,
stessa postura che gli schermi affolla
di ogni canal della televisione.
“Non accettiamo veti da Mineo!”
dice Picierno, l’eurodeputata,
cioè la stessa frase che Matteo
da qualche parte ha appena pronunciata.
“Il voto alle primarie è stato chiaro!”
un giorno sentenziò la Serracchiani,
la stessa frase detta paro paro
dal salvator di tutti gli italiani.
“Il partito ha discusso ed ha votato,
non una volta sola, ma ben tre!”
ha detto il capogruppo del Senato,
la stessa frase detta dal premier.
“E’ l’Italia che vuole le riforme!”
afferma alla tivù Madonna Boschi.
E’ ciò che disse l’uomo che non dorme
e vedi sui giornali in tutti i chioschi.
“Per cambiare le cose siamo qui,
non sol per annunciarle!” Bonafé,
in Europa mandata dal Pd,
dice la frase esatta del premier.
Ha conquistato tutti il pifferaio,
le Camere, le piazze ed il partito:
ottanta euro, un pien dal benzinaio,
gli ha procurato quasi un plebiscito.
Lo ha già spiegato Gianbattista Vico
coi corsi ed i ricorsi della storia.
E’ quello dell’Italia un vizio antico:
fidarsi dei gradassi pien di boria.
Successe con Benito Mussolini,
poi con Bettino, poi con Berlusconi.
Or tocca a Renzi con i suoi renzini
fregare un’altra volta i creduloni.
Carlo Cornaglia
(16 giugno 2014)

7-PER NON DIMENTICARE:"VACANZE CONTRO L'AMBIENTE.."

I SUPER RESORT


I super resort sono il futuro del turismo di lusso. Ci sono progetti da milioni e milioni di dollari, che sfidano sia il buon senso sia l'immaginazione per riuscire a costruire grandi complessi in eco sistemi fragili e soddisfare cosi le esigenze dei super ricchi.
Anche se non c'è più molto terreno libero sulla coste, si possono sempre buttare in mare tonnellate di pietre e di rocce per costruire sopra un'isola artificiale.

DUBAI






 Grazie all'enorme ricchezza accumulata Dubai si prefigge di diventare la destinazione turistica più famosa del mondo. Ecco alcuni dei più ambiziosi progetti multimiliardari:

-The World: arcipelago artificiale costituito da 300 isolotti artificiali che vanno dai 23000 agli 83000 metrei quadrati; l'intero arcipelago misura 9 chilometri di lunghezza e 6 di larghezza.

                                                                     The World


 -The Palm Island :tre isolotti artificiali a forma di palma eretti sulle coste di Dubai. Ospiteranno sessanta hotel di lusso, infiniti centri commerciali, un "Sea Village",parco acquatico, centri di benessere, cinema, case costruite sulla roccia, appartamenti per le vacanze, ville, case private e case sull'acqua.



                                                            The Palm Island


                                                             The Palm Island



-Waterworld: il complesso si estenderà su una superficie di oltre 836000 metri quadrati e diventerà la mecca dello shopping con un centro commerciale grande quanto cinquanta campi di calcio, un lago artificiale di oltre 399000 metri quadrati e un parcheggio per 16000 auto.

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INDIA           

Al momento l'India è rimasta un pò indietro nella corsa per il turismo di lusso,ma le cose stanno per cambiare:

- The  Sandarbans : si tratta del delta più vasto del continente, situato a ovest del Bengala. E? un sito protetto, considerato patrimonio dell'umanità. Ora un progetto da 155.000 milioni di dollari (107 milioni di euro) trasformerà l'area in un centro turisticoco n un hotel galleggiante a cinque stelle, un campo da golf, diversi casinò, piste d'atterraggio per elicotteri, ristoranti e centri commerciali.
La popolazione locale dovrà lasciare la propria terra, e si teme che lo sviluppo forzato dell'area distruggerà l'ambiente e decimerà la popolazione esistente di tigri indiane, tra le più importanti sul pianeta.   

( Riferimento bibliografico : "Cinquanta vacanze orrende di Dan Kieran-Editore Einaudi"

Nota: Dan Kieran è il direttore della rivista "The Idler"  


marco buonarroti

lunedì 16 giugno 2014

ARCHEOLOGIA MARINA:"IL RELITTO DELLA SANTA MARIA DI COLOMBO"

Da "ArticoloTre",quotidiano on line

 

Trovato un relitto a largo di Haiti. “E’ la Santa Maria, la caravella usata da Colombo”

Nelle acque di Haiti i resti di una delle caravelle che portarono Cristoforo Colombo alla scoperta dell'America nel 1492. Tutti i dettagli sono compatibili con la storica caravella.
Trovato un relitto a largo di Haiti. "E' la Santa Maria, la caravella usata da Colombo"-Redazione- Un’equipe di esploratori americani ha annunciato di aver ritrovato il relitto della Santa Maria, la più grande delle tre navi con le quali Cristoforo Colombo attraversò l’Atlantico per prima volta, nel 1492, a poco più di 5 secoli dal suo naufragio al largo della costa settentrionale di Haiti.
Barry Clifford, considerato uno dei più importanti esploratori subacquei del mondo, non ha dubbi, e ha dichiarato al quotidiano britannico The Independent che "tutta la geografia, la topografia marina e le prove archeologiche suggeriscono fortemente che il relitto ritrovato corrisponde a quello della famosa caravella di Colombo, la Santa Maria". 
Clifford ha annunciato che il mese prossimo tornerà ad Haiti per incontrarsi con le autorità locali e tracciare un piano di lavoro. Alla Cnn ha spiegato di avere scoperto il relitto della caravella nel punto esatto nel quale l’ammiraglio genovese disse che si incagliò, oltre 500 anni fa.

I resti della nave si troverebbero incastrati in una barriera corallina sulla costa settentrionale di Haiti, a circa 3-5 metri sotto il livello del mare. Secondo l’esploratore statunitense, la prova definitiva che il relitto sia proprio quello della Santa Maria di Colombo sarebbe il cannone del XV secolo rinvenuto su un fianco della nave.
Finora, Clifford e i suoi collaboratori avevano analizzato in dettaglio una zona, individuata nel 2003 da un altro gruppo di esploratori, misurando e fotografando i fondali prima di andare oltre. “Il governo haitiano ci ha aiutato molto, e ora dobbiamo organizzare con loro uno scavo archeologico del relitto”, ha detto l’esperto americano.
Usando magnetometri marini, dispositivi di radar e sonar e esplorazioni di sommozzatori, Clifford ha studiato le anomalie della piattaforma marittima, comparato i risultati con informazioni tratte dai diari di navigazione di Colombo e da materiale cartografico dell’epoca e misurato l’impatto delle correnti per stabilire i movimenti del relitto dopo il naufragio.
In questo modo, l’esploratore americano è riuscito a ridurre progressivamente la zona in cui era possibile ritrovare la Santa Maria, fino ad arrivare a un perimetro molto più piccolo, dentro al quale ha identificato il relitto dell’ammiraglia di Colombo. L’ultima parola resta ora agli studiosi.
La Santa Maria era l’ammiraglia della piccola flotta di Colombo.
A bordo della Santa Maria, una caracca a tre alberi, lunga 21 metri e pesante di 150 tonnellate, Colombo arrivò il 12 ottobre sulla costa dell’isola di San Salvador, nell’arcipelago della Bahamas. La prima terra americana toccata ufficialmente dagli europei nel XV secolo. Durante l’esplorazione delle isole nel Golfo del Messico, la notte del 25 dicembre, la Santa Maria si arenò in una secca e finì con l’affondare. Colombo fu costretto ad abbandonare l’equipaggio, 39 persone, in un forte costruito per l’evenienza sulle coste dell’isola con parte dei resti della nave.
-14 maggio 2014-


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Annotazione :                           ( a cura dell'autore del blog)

Un po' di storia e geografia :





Colombo, Cristoforo (Genova 1451 - Valladolid 1506), navigatore italiano, noto anche con la versione spagnola del nome, Cristóbal Colón. La sua origine italiana è stata variamente contestata, ma sono numerose e attendibili le testimonianze documentarie che la comprovano. Deve la sua fama alla scoperta del continente americano.

La prima spedizione :




La spedizione era composta dalla Santa María, una nave comandata dallo stesso Colombo, e da due piccole caravelle, la Pinta e la Niña, comandate rispettivamente da Martín Alonso Pinzón e da suo fratello Vicente Yáñez Pinzón. La piccola flotta lasciò il porto spagnolo di Palos il 3 agosto del 1492, con circa 90 uomini di equipaggio.
 Colombo mantenne la prua verso occidente fino al 7 ottobre quando, su consiglio di Martín Pinzón, decise di dirigersi verso sud-ovest. Nel frattempo cresceva il malcontento e la sfiducia dell’equipaggio nei confronti del proprio comandante il cui piano sembrava essere ormai  fallito. dopo tanti giorni di navigazione infruttuosa.

Proprio quando ormai lo stesso Colombo stava per perdere ogni speranza, all’alba del 12 ottobre 1492, la terra fu avvistata e, nel corso della mattinata, la spedizione sbarcò a Guanahaní, un’isola delle Bahama. Di fronte a un gruppo di indigeni sbalorditi, Colombo prese possesso dell’isola, che ribattezzò San Salvador .
Nelle settimane successive le tre navi approdarono nell’attuale Cuba, che Colombo chiamò Juana, e a Hispaniola (oggi divisa tra la Repubblica Dominicana e Haiti), tutte isole che Colombo riteneva fossero situate nei mari dell’Asia.






  Nel mese di dicembre la Santa María fece naufragio al largo di Hispaniola. Con i resti del relitto fu costruito un fortino, chiamato La Navidad, che fu affidato a una guarnigione formata da 40 uomini. La Niña, comandata da Colombo, e la Pinta iniziarono il viaggio di ritorno nel gennaio del 1493 e raggiunsero la Spagna nel marzo successivo. L’accoglienza dei monarchi fu entusiastica e Colombo si vide confermare i riconoscimenti garantiti dal suo contratto.



Hispaniola è una delle maggiori isole delle Antille e comprende gli Stati sovrani di Haiti a ovest e la Repubblica Dominicana a est. L'isola si trova a est di Cuba e a ovest di Porto Rico.Hispaniola è stata la prima colonia europea nel Nuovo Mondo, fondata, come già scritto, da Cristoforo Colombo durante il suo primo viaggio del 1492/93 


 Successive spedizioni

La seconda spedizione di Colombo ebbe luogo nel settembre del 1493, questa volta forte di 17 navi e 1500 uomini di equipaggio.
 Nel corso del viaggio Colombo sbarcò nelle isole di Dominica, Guadalupa e Antigua.

Il 27 novembre gettò l’ancora di fronte a Hispaniola, presso il fortino La Navidad, che nel frattempo era stato distrutto. Tutti i suoi uomini erano stati uccisi. Colombo abbandonò le rovine e, nelle vicinanze dell’odierno Capo Isabella, oggi nella Repubblica Dominicana, fondò la Colonia di Isabella, che fu il primo insediamento permanente europeo nel Nuovo Mondo.
 Lasciata la colonia nel 1494, Colombo fece dei rilevamenti lungo la costa di Cuba, che egli non riconobbe come isola ma che ritenne essere invece parte del continente asiatico, e proseguì poi verso la Giamaica.

Quando Colombo ritornò, il 29 settembre successivo, nella Colonia di Isabella, la trovò minata dai contrasti interni, che avevano già spinto molti coloni a ritornare in Spagna. Il viceré del Nuovo Mondo fu costretto ad affrontare gli indigeni, la cui iniziale, spontanea amichevolezza si era trasformata in ostilità a causa della brutalità degli europei. Colombo li sottomise con le armi nel marzo del 1495 e molti di loro furono inviati in Spagna come schiavi. 

Nell’ottobre del 1495 giunse nella Colonia di Isabella una commissione d’inchiesta inviata dai monarchi spagnoli. Le critiche mosse contro la gestione della colonia spinsero il genovese a fondare una nuova capitale, che chiamò Santo Domingo e, dopo aver affidato il comando al fratello Bartolomeo, a fece ritorno in Spagna. Presentatosi direttamente a Ferdinando e Isabella, fu scagionato dalle accuse più gravi. I sovrani gli promisero che avrebbero finanziato una sua nuova spedizione, che fu organizzata però solo due anni dopo.


Le isole Dominica, Guadalupa e Antigua a est della cartina

Colombo partì per il suo terzo viaggio il 30 maggio del 1498, al comando di una flotta composta da otto navi. Il suo primo approdo fu l’isola di Trinidad, così chiamata in onore della Santa Trinità, da dove proseguì fino ad avvistare le coste dell’attuale Venezuela. Veleggiando sempre verso sud, seguendo la costa del Sud America, raggiunse la foce del fiume Orinoco, dove sbarcò con un manipolo di marinai. Nel suo diario di bordo scrisse di aver raggiunto un “mondo nuovo”, sconosciuto agli europei. Rimessosi in mare avvistò e visitò numerose altre isole, tra le quali Margarita, per poi fare rotta nuovamente verso Hispaniola.


Il fiume Orinoco che attraversa il Venezuela per sfociare in Atlantico (Nord della cartina)



Il delta dell'Orinoco e l'isola di Trinidad

Tornato a Santo Domingo, Colombo trovò nuovamente una parte dei coloni in rivolta contro il fratello. Riuscì a sedare la ribellione e a convertire parte degli indigeni alla religione cristiana.
Nel frattempo i suoi nemici* in Spagna erano riusciti a convincere Ferdinando e Isabella che Hispaniola aveva bisogno di un nuovo governatore. Nel maggio del 1499 Colombo fu rimosso dal suo incarico e sostituito da Francisco de Bobadilla. Il nuovo governatore raggiunse i Caraibi il 23 agosto del 1500 e il suo primo atto fu l’arresto e la deportazione in Spagna di Colombo e del fratello Bartolomeo.
Giunto di fronte ai due regnanti, Colombo insistette perché la regina in persona gli togliesse le catene. Isabella liberò e perdonò i due fratelli, li premiò per le loro scoperte, ma non acconsentì a rimetterli al comando della colonia.


Tuttavia più tardi Colombo ottenne nuovamente il sostegno della regina per compiere una nuova spedizione alla ricerca di un passaggio che, lo avrebbe condotto questa volta in Asia. Gli furono concesse soltanto quattro caravelle, per giunta in pessime condizioni, e gli fu proibito di fare scalo a Hispaniola.
La spedizione salpò da Cadice nel maggio del 1502. Al termine della traversata dell’Atlantico, completata in soli 21 giorni, le navi avevano urgente bisogno di riparazioni. Colombo gettò l’ancora alla fonda di Santo Domingo dove, nonostante l’imminente arrivo di un uragano, gli fu negato l’accesso al porto. La fortuna lo aiutò un’altra volta: la tempesta che seguì risparmiò Colombo ma distrusse quasi completamente la flotta che riportava in patria alcuni dei suoi peggiori nemici, tra i quali lo stesso Bobadilla, che nel frattempo era stato sostituito da Nicolás da Ovando nel comando della colonia. L’unica nave superstite fu quella che trasportava l’oro che spettava a Colombo. Dopo aver completato le riparazioni necessarie, il genovese navigò nelle acque antistanti l’Honduras da dove, per altri sei mesi, cercò verso sud il passaggio che non avrebbe mai trovato.

Nel gennaio del 1503 sbarcò a Panamá, dove stabilì un insediamento che fu poi costretto ad abbandonare a causa di un ammutinamento e dei crescenti problemi con gli indigeni. La spedizione, ridotta nel frattempo a due sole navi, fece nuovamente rotta verso Hispaniola, ma entrambe le navi affondarono al largo della Giamaica il 23 giugno del 1503. Colombo inviò a Hispaniola una richiesta d’aiuto mentre costringeva gli indigeni a procurare il cibo per i suoi uomini. I soccorsi arrivarono solamente un anno dopo, con un ritardo voluto intenzionalmente dal governatore Ovando. I superstiti della spedizione furono imbarcati il 28 giugno 1504 alla volta di Santo Domingo, da dove, il 7 novembre, raggiunsero la Spagna. Dopo quel giorno Colombo non avrebbe mai più navigato.




                                               Honduras e Panama


Gli ultimi mesi della sua vita furono segnati dalla malattia e dai fallimentari tentativi di farsi restituire da re Ferdinando i privilegi di un tempo. Il grande navigatore morì il 20 maggio del 1506 a Valladolid. Le sue spoglie furono prima sepolte a Siviglia, poi trasferite a Santo Domingo, e in seguito all’Avana, a Cuba. Nel 1899 furono riportate definitivamente a Siviglia.
(riferimento bibl. Microsoft Encarta)

 

Note :
*Sui nemici di Colombo, soprattutto a corte,........:

"L'invidia è come una palla di gomma che più la spingi sotto e più ritorna a galla".
(Alberto Moravia in" Racconti Romani",1959)

"O invidia, radice di mali infiniti, roditore di tutte le virtù"
(Miguel de Cervantes)


Negli Stati Uniti :

Un'imponente statua del grande navigatore genovese domina la bellissima piazza di Manhattan a lui dedicata: Columbus Circle



Celebrazioni in tutti gli Stati Uniti per" Il Columbus Day", nel mese di ottobre di ogni anno


Le immagini contenute in questo post sono state tratte da Wikipedia.


marco buonarroti