"Quando mancano i cavalli ....trottano gli asini"
Steve McQueen
McQueen, Steve Nome d’arte
di Terence Steven McQueen (Beech Grove, Indiana 1930 - Juárez, Messico 1980),
attore statunitense. Ebbe un’infanzia difficile: non conobbe mai il padre e fu
cresciuto da uno zio in una fattoria del Missouri. A diciassette anni si arruolò
nei Marines, dove si distinse per il suo coraggio. Dopo il congedo si stabilì a
New York; studiò recitazione all’Actors’ Studio e iniziò a recitare
in teatro. Debuttò sullo schermo nel 1956 accanto a Paul Newman in
Lassù qualcuno mi ama, di Robert Wise, e raggiunse la notorietà
con I magnifici sette (1960) di John Sturges.
La sua bellezza ruvida, l’espressione laconica, le
passioni che sembravano bruciare dietro i suoi glaciali occhi azzurri lo
rendevano ottimo interprete di ruoli da eroe individualista.
Fu uno degli
indimenticabili protagonisti del tentativo d’evasione da un campo di prigionia
nazista, nella Grande fuga (1963), ancora di Sturges; musicista randagio
e indolente accanto a Natalie Wood in Strano incontro
(1964), di Robert Mulligan; astuto giocatore di poker alle prese con il veterano
Edward G. Robinson in Cincinnati Kid (1965), di Norman
Jewison, e imprendibile truffatore in combutta con Faye
Dunaway nel Caso Thomas Crown (1968), ancora di Jewison.
Bullitt (1968, di Peter Yates), nel
quale McQueen interpretava un poliziotto indisciplinato, si rivelò,
inaspettatamente, uno dei suoi maggiori successi; il poliziotto individualista e
ribelle aprì la strada a personaggi come l’ispettore Callaghan di Clint
Eastwood.
Nel 1972 fu protagonista di due film diretti da Sam
Peckinpah: nell’Ultimo buscadero era un cowboy da
rodeo in lotta con il mutare dei tempi, mentre in Getaway!
interpretava un rapinatore impegnato in una fuga impossibile. Peckinpah seppe
cogliere magistralmente la vulnerabilità che si nascondeva dietro l’aspetto
impassibile dell’attore: nessuno dei due film riscosse però grande successo
commerciale.
I due lavori seguenti (Papillon, 1973, di Franklin
J. Schaffner e L’inferno di cristallo, 1974, di Allen-Guillermin) ebbero
invece un’ottima accoglienza al botteghino.
Prima di morire, dopo una lunga e
dolorosa lotta contro il cancro, Steve McQueen interpretò la versione
cinematografica di un dramma di Henrik Ibsen, Un nemico del
popolo (1977), film a cui l’attore teneva particolarmente e che si rivelò
invece un clamoroso fiasco. I suoi ultimi film furono Tom Horn di William
Wiard e Il cacciatore di taglie di Buzz Kulik, entrambi del 1980.
marco buonarroti
Nessun commento:
Posta un commento