L’impatto ambientale delle crociere
Le enormi città galleggianti che solcano i mari del mondo, e il Mediterraneo come meta preferita, sono dannose per l’ambiente e le culture locali
Si sa che in estate la meta preferita da tantissimi turisti è il mare, e non solo visto dalla riva. Nell’ultimo ventennio il settore delle crociere ha registrato un vero e proprio boom, con un aumento del 400% solo in Italia; ogni anno nel mondo si contano circa 20 milioni di passeggeri.
Sono cresciute anche le dimensioni delle navi, ormai vere e proprie città galleggianti con tanto di quartieri diversificati e attrazioni impensabili a bordo (come un vero parco naturale a cielo aperto, con tanto di giardini tropicali).Questo tipo di vacanza può però produrre un importante impatto ambientale. In questi giorni ad esempio è stata più volte rilanciata la notizia delle proteste contro l’ingresso dei colossi del mare in un ambiente fragile ed inestimabile come la laguna di Venezia.
Ma a rischio ci sono anche, più in generale, spiagge, riserve naturali e ambienti marini protetti, da cui queste navi dovrebbero tenersi a giusta distanza. Inoltre un tema molto delicato riguarda lo smaltimento dei rifiuti prodotti a bordo: con quale rispetto delle regole e coscienza viene operato dagli armatori e dai lavoratori a bordo, e con quale efficacia avvengono i controlli?
I problemi di sostenibilità ambientale non sono però gli unici: “La criticità maggiore è il tipo di turismo massificante, poco attento a luoghi e popolazioni locali”, sottolinea Roberto Furlani, responsabile ufficio turismo del Wwf. È noto che moltissime crociere offrono pacchetti in cui la visita alle città toccate, spesso patrimoni culturali di altissimo pregio, dura una manciata di ore, il tempo di scattare qualche foto e comprare un souvenir. Anche l’impatto sulla terraferma è notevole: centinaia ma più spesso migliaia di turisti che, concentrati in un brevissimo lasso di tempo e in contesti a volte anche molto piccoli, si affrettano alla ricerca di uno scorcio, un ristorante, un negozietto a basso costo, spingendo l’economia del luogo verso la perdita delle tradizioni locali e quindi l’omologazione.
Si potrebbe pensare che scegliendo navi più piccole l’impatto ambientale si riduca di conseguenza, ma non è proprio così, in quanto il consumo di carburante, e quindi le emissioni inquinanti, calcolati per passeggero sono più alti.
L’alternativa più amica dell’ambiente è rappresentata dalla navigazione a vela. Non necessariamente in solitaria: esistono velieri che possono portare anche un paio di centinaia di passeggeri. Ma ovviamente i prezzi sono molto più alti e non accessibili a tutti.
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Annotazione : ( a cura dell'autore del blog marco buonarroti)
ho pubblicato un post sull'argomento, si tratta del post datato il 15 giugno u.s., dal titolo "Vacanze contro l'ambiente", nel quale si descrive in dettaglio il problema dell'impatto negativo che gli "scatoloni"galleggianti provocano contro l'ambiente, non solo marino ma anche terrestre.
"Scatolone galleggiante o alveare galleggiante",(mi rifiuto di chiamarle navi), destinato a contenere una vorace umanità che si ciba di svago consumistico che nulla ha da spartire con la conoscenza del mare e del mondo.
Questa è una "Nave"
Questa è una "Nave"
Le foto sono state tratte da Wikipedia
marco buonarroti
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