martedì 1 marzo 2016

..RUBRICA:"IL MASSACRO DEGLI INDIOS GUARANI'....."

ll massacro dei Guaranì. La Coca Cola acquista zucchero macchiato di sangue indiano
Il massacro dei Guaranì. La Coca Cola acquista zucchero macchiato di sangue indiano-Redazione- Gli indios Guaranì del Brasile stanno chiedendo a Coca Cola di smettere di acquistare zucchero dalla multinazionale alimentare statunitense Bunge, al centro di un immane scandalo di accaparramento di terra. Quest'azienda, infatti, compra la canna da zucchero dalla terra rubata agli indigeni, su cui si producono biocarburanti che l'Oxfam non esista a definire "macchiati di sangue indiano".
"Coca Cola deve smettere di comprare zucchero dalla Bunge" ha esplicato un portavoce Guarani. "Mentre queste compagnie si arricchiscono, noi soffriamo la fame, la miseria e gli omicidi". Oggi, d'altra parte, la tribù, composta ormai da poche centinaia di individui, è costretta a vivere in piccoli appezzamenti di terreni completamente circondati da piantagioni, da cui proviene, appunto, lo zucchero venduto alla Bunge.
I Guaranì soffrono sovente di gravi problemi di salute, causati dai pesticidi tossici, e, inoltre, patiscono la perdita delle proprie foreste, da cui sono dipesi per secoli, rappresentando la fonte primaria di cibo e medicine. "Gli allevatori hanno distrutto quasi tutta la nostra foresta, le nostre piante medicinali, i nostri frutti e le nostre risorse", hanno denunciato i leader delle tribù, che da anni lottano per i loro diritti. Sono gli stessi che vengono sistematicamente presi di mira e, spesso, assassinati. Questo, ovviamente, quando non scelgono da soli di togliersi la vita: il tasso di suicidi della tribù, infatti, è addirittura 34 volte superiore alla media nazionale del Basile.
A fronte delle richieste del popolo degli indios, la Coca Cola si è recentemente impegnata la politica di tolleranza zero nei riguardi dell'accaparramento di terra. Altresì ha annunciato di voler "riconoscere e salvaguardare i diritti delle comunità e dei popoli tradizionali a mantenere l'accesso alla terra e alle risorse naturali." E, per vedere se gli impegni saranno rispettati, non si può far altro che attendere.

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Annotazione :                       ( a cura dell'autore del blog)

http://www.youtube.com/watch?v=zNKO5dNOmAo

(clicca sul link,qui sopra,per ascoltare la colonna sonora del film" Mission",di Ennio Morricone)




Tupí-Guaraní Gruppo di indiani dell'America meridionale, della famiglia linguistica tupí e dell'area culturale dell'estremo sud, che abitano le coste orientali a sud del Rio delle Amazzoni e, all'interno del continente, dal sud del fiume fino alle pendici delle Ande. Le lingue principali del gruppo sono il tupí e il guaraní; si parlano lingue tupí soprattutto in Paraguay, Uruguay, Bolivia, Brasile e Argentina; il guaraní, la lingua più diffusa nella regione amazzonica, è la seconda lingua del Paraguay.

In passato, i missionari gesuiti avevano concentrato le popolazioni tupí-guaraní orientali in villaggi comuni, chiamati reducciones. Con l'espulsione dei gesuiti nel XVIII secolo, i gruppi più  influenzati dagli europei si integrarono negli insediamenti spagnoli e gli altri si spostarono a ovest, verso territori inesplorati. Abili nel lavorare la pietra e la ceramica, i tupí-guaraní vivevano di caccia e pesca e, in minor misura, di agricoltura.






















Resti di una missione del XVIII secolo,sede di una reducciones


Resti di una missione del XVIII secolo

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Un pò di storia e di vero cinema :
Lo stupendo film "Mission",(Gran Bretagna,1986), diretto da Roland Joffe', con Roberto De Niro, Jeremy Irons, Ronald Pickup, Liam Neeson e altri ineguagliabili attori, colonna sonora di Ennio Morricone, narra le vicende relative all'opera di evangelizzazione del popolo guarani' da parte di pochi gesuiti che si adoperarono anche a insegnare loro come coltivare la terra, a  beneficiare dei prodotti ricavati e a organizzare delle vere e proprie piccole aziende agricole
collettive all'interno delle " reducciones".Tutto questo entrò inevitabilmente in collisione con gli
interessi dei "signorotti" coloni spagnoli e portoghesi le cui violente reazioni a danno degli indigeni non tardarono a farsi sentire;essi,nel contempo,chiesero ai rispettivi sovrani di Spagna e Portogallo di intervenire presso il Papa il quale dispose l'allontanamento definitivo dei gesuiti da quelle terre.   


Alcune immagini del film : " MISSION ":




                                             Robert De Niro e Jeremy Irons








                                                          Robert De Niro



                                                           Jeremy Irons





marco buonarroti

PITTURA :"LA PITTURA E' NARRAZIONE...."

La pittura, come la fotografia, è narrazione : 
(a cura dell'autore del blog)

 La natura che s'identifica con il nostro pianeta, l'artista rivolge la sua sensibilità al rapporto panico con la natura;egli infatti realizza un armonioso connubio con l'ambiente fisico che lo circonda;il linguaggio che adopera per narrare non è sempre coerente e chiaro come se si trattasse di una fotografia, ma è il risultato di una ricerca che appaghi la percezione visiva della realtà che non appare,sempre, altrettanto chiara e nitida; i colori, infatti, sotto l'effetto della luce, sono vivi e spesso cangianti. I pittori "impressionisti", per esempio, si rifanno al principio che il reale appare con contorni mai netti che appaiono come sfocati dall'influenza delle varie intensità della luce.


August Holland,pittore statunitense (1928/1998) :






 
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Claude Monet, pittore francese, impressionista, (1840/1926) :





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L'umanità e il rapporto che il pittore intrattiene con essa e di cui coglie gioie e sofferenze, sogni e realtà, bellezza spirituale e fisica, grazia e goffagine.
Egli narra con il pennello, infatti, come lo scrittore con la penna, gli eventi della vicenda umana, lasciando di essa, sulla tela, le alterne tracce ora drammatiche, ora felici,le facce del bene e del male.


Thomas Benjamin Kennington, pittore inglese (1856/1916):










Kennington fu particolarmente sensibile alle condizioni di povertà della società inglese in epoca vittoriana e ha narrato su tela episodi di indigenza nei quali si percepisce la sofferenza dei volti e la rassegnazione dei soggetti, raggiungendo lo scopo di coinvolgere emotivamente chi osserva il dipinto inducendolo a soffermare la propria memoria al dramma della povertà :

"The pinch of poverty" (i morsi della povertà), 1891,:


"Homeless" (senza tetto ),1890:


"Orphans",1885,:


"Widowed and fatherless" ( vedova e orfana),1888 :


                         
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Jules Bastien-Lepage,(1848-1884),pittore francese,:

"The small beggar asleep", (il piccolo mendicante addormentato),l'artista, sensibile come Kennington alle condizioni di indigenza delle classi sociali inferiori della
Europa del XIX secolo, dipinge con dovizia di particolari la cruda realtà del piccolo mendicante,la sua solitudine, alleviata dall'amicizia del suo fido compagno, il suo sfinimento, la sua povertà che domina suscitando il ribollire di sentimenti in chi osserva (legge) il dipinto.


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Leonardo da Vinci (1452/1519),pittore, scultore, architetto e scienziato italiano, uno degli artefici del Rinascimento.
La bellezza spirituale, fisica e la grazia della "Gioconda" e del volto di donna nei due dipinti:




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Francisco Goya (1746/1828),pittore spagnolo, narra in questo dipinto un momento drammatico della vicenda umana. la pittura diventa storia, il pittore un testimone dei tempi : "la guerra di indipendenza spagnola contro la dominazione napoleonica della Spagna, nel 1808.


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Jacques-Louis David, (1748/1825),pittore francese, uno dei maggiori rappresentanti del neoclassicismo. Anch'egli si fa testimone della vicenda umana narrando magistralmente con il pennello eventi della Storia, sempre attento a evidenziare l'armonia della bellezza e perfezione degli sfondi e dei personaggi .

                                          Il giuramento degli Orazi


                                                La morte di Socrate


                                                 Il ratto delle Sabine



                                                           Napoleone


                                                              Patroclo



                                                    Mademoiselle Buron


                                                      Paride ed Elena


                                                        Morte di Seneca


                                              Incoronazione di Napoleone
         

                                                            Ettore


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Caravaggio, soprannome di Michelangelo Merisi, (1571/1610),pittore italiano.
Maestro nell'interpretare la drammaticità della realtà e di saperla narrare in modo magistrale sulla tela, evidenziando  la sensualità dei soggetti e la loro aderenza alla tradizione classica.





                                                            I bari

                                                         San Giovanni

                                                   Vocazione di Matteo

                                                    Ritratto di donna


                                                    Bacchino malato

                                                          Deposizione

                                                    San Giovanni Battista

                                                   Donna allo specchio


                                                               I musici

                                                    Madonna di Loreto

                                                Ragazzo con cesto di frutta
                      

                                                  Gesù alla colonna
 Le immagini sono state tratte dalla rete (Wikipedia)

marco buonarroti                                          Riproduzione vietata

RUBRICA:"NOBEL ITALIANI DA RICORDARE ...(GRAZIA DELEDDA)

Deledda, Grazia (Nuoro 1871 - Roma 1936), scrittrice italiana, premio Nobel per la letteratura nel 1926.
Unica scrittrice italiana insignita del prestigioso premio



 Esordì, come scrittrice, scrivendo  racconti d'amore ambientati nella natia Sardegna, pubblicati sulla rivista femminile “Ultima moda” e che causarono scandalo e dure reazioni per le vicende a tinte forti in essi narrate; molte delle novelle furono raccolte in Racconti sardi (1894). Si rivolse poi al romanzo, dando alle stampe, nel 1892, Fior di Sardegna e, nel 1895, Anime oneste. Romanzo famigliare, con una prefazione di Ruggero Bonghi, che ne lodò il contenuto morale.

Con Elias Portolu (1903), storia dell'amore di un ex detenuto per la cognata, Grazia Deledda creò un primo capolavoro, nel quale il tema del conflitto fra peccato e innocenza si dipana sullo sfondo dell'aspro paesaggio sardo. Seguirono altri romanzi, tra i quali si ricordano L’edera (1908) e Nel deserto (1911).

Canne al vento (1913), forse il suo romanzo più noto, denuncia l'ineluttabile fragilità dell'uomo travolto da una sorte cieca e spietata, mentre La madre (1920) scandaglia la relazione fra un sacerdote e sua madre. Già Cenere (1904), da cui fu tratto nel 1916 un film interpretato da Eleonora Duse, aveva affrontato il tema di un rapporto filiale. Il paese del vento (1931) e L’argine (1934) mescolano immaginazione e autobiografia. Cosima (1937) e Il cedro del Libano (1939) furono pubblicati postumi. Scrisse anche due testi teatrali, L'edera (1912), in collaborazione con Camillo Antona Traversi, e La grazia (1921).

Nelle opere di Grazia Deledda sono predominanti i sentimenti forti dell'amore e del dolore, che s'intrecciano con  l'amara consapevolezza dell'ineluttabilità del destino.
La straordinaria corrispondenza fra personaggi e luoghi, fra lo stato d'animo dei protagonisti e la terra sarda, esposta in veste mitica, è un altro tratto distintivo della sua narrativa, che è stata accostata talora al verismo e talora al decadentismo, ma in realtà sfugge a una catalogazione precisa e merita un posto a sé nella nostra letteratura.






                                         La stanza di Grazia Deledda nella sua umile casa natale



                                                La casa natale di Grazia Deledda a Nuoro









marco buonarroti

..LETTERATURA: (4)-"LE FAVOLE DI JEAN DE LA FONTAINE"

La Volpe e l'Uva




Una volpe, chi dice di Guascogna,
e chi di Normandia,
morta affamata, andando per la via,
in un bel tralcio d'uva s'incontrò,
cosi matura e bella in apparenza,
che damigella subito pensò
di farsene suo pro'.

Ma dopo qualche salto,
visto che troppo era la vite in alto,
pensò di farne senza.
E disse : -E' un'uva acerba, un pasto buono
per ghiri e per scoiattoli -


Riflessione:
Ciò che non posso aver,  ecco ti dono

Nota:
(Ghiro : piccolo roditore notturno ed arboricolo....."dormire come un ghiro"(profondamente), perchè il ghiro in inverno cade in letargo)



marco buonarroti