Tolstoj, Lev Nikolaevič (Jasnaja Poljana, Tula, 9 settembre 1828 - Astapovo, Rjazan, 20 novembre 1910), scrittore russo, uno dei maggiori autori di romanzi della letteratura mondiale. Rimasto orfano a due anni della madre e a nove del padre, Tolstoj fu allevato dalla zia, che affidò la sua educazione a precettori tedeschi e francesi. Nel 1844 si iscrisse all’Università di Kazan, dove frequentò prima i corsi di lingue orientali e poi di giurisprudenza, senza tuttavia concludere gli studi. Dopo un breve quanto inefficace tentativo di migliorare le condizioni dei contadini che, in stato di servitù, lavoravano nella proprietà familiare di Jasnaja Poljana, Tolstoj si trasferì a Mosca dove prese a frequentare l’alta società, con l’ingenuo proposito, come annotava nel diario, di migliorarne i costumi.
Fece il suo esordio letterario con una trilogia
autobiografica (Infanzia, 1852; Adolescenza, 1854;
Giovinezza, 1856) in cui traccia senza retorica o sentimentalismi il
processo di crescita comune a ogni giovane. Il favore della critica si rinnovò
con i successivi Racconti di Sebastopoli (1855-56), ritratto amaro del
falso eroismo degli alti ranghi militari e dell’abnegazione coraggiosa dei
soldati semplici sullo sfondo della guerra di Crimea, nella quale
egli stesso combatté.
Nel 1856 Tolstoj cominciò a interessarsi di
pedagogia e, durante alcuni viaggi all’estero (1857 e 1861), visitò
le scuole elementari in Francia e in Germania per documentarsi e avviare un
progetto educativo rivolto ai figli dei contadini di Jasnaja Poljana.
Negli anni successivi al 1862 scrisse i suoi due maggiori romanzi, Guerra e pace (1865-1869) e Anna Karenina (1875-1877).
(riferimento bibliografico : Microsft & Encarta)
Negli anni successivi al 1862 scrisse i suoi due maggiori romanzi, Guerra e pace (1865-1869) e Anna Karenina (1875-1877).
Ritenuto uno dei maggiori romanzi mai scritti,
Guerra e pace è una grandiosa descrizione epica della società russa fra
il 1805 e il 1815, negli anni cioè che di poco precedettero e seguirono
l’invasione napoleonica. Capolavoro del realismo, fa agire
centinaia di personaggi, alcuni dei quali storici, e descrive le battaglie di
quegli anni, ma è soprattutto la cronaca della vita di cinque famiglie
aristocratiche. I personaggi sono tratteggiati con realismo e
analizzati con acuta introspezione. La figura di Nataša Rostova, ad esempio, che
alla vita chiede amore, matrimonio e figli, esprime la visione ottimistica
dell’autore sullo scorrere della vita umana, ed esemplifica in termini narrativi
la sua concezione del processo storico, secondo la quale la storia è soprattutto
il risultato di forze anonime e accadimenti individuali, non il succedersi di
eventi grandiosi determinati da figure carismatiche. La consapevolezza degli
orrori della guerra e delle manchevolezze umane non soffoca il fondamentale
ottimismo che pervade il romanzo né il suo messaggio, ispirato dalla felicità
personale di Tolstoj in quegli anni creativi, che è quello di appassionato amore
per la vita in tutte le sue manifestazioni.
Anna Karenina è uno dei capolavori
psicologici moderni, in cui venne raggiunta una nuova compattezza narrativa. La
visione esuberante di Guerra e pace cede qui a toni pessimistici e il
conflitto interiore dei protagonisti rimane irrisolto. La passione adultera di
Anna per il giovane ufficiale Vronskij, entro la cornice dell’alta società di
San Pietroburgo, è in netto contrasto con l’amore, consacrato dal matrimonio, di
Kitty e Constantin Levin, i quali impersonano la radicata convinzione di Tolstoj
della superiorità della vita rurale, a contatto con la natura, rispetto al mondo
urbano, fatuo e superficiale. Ciò non impedisce all’autore di manifestare
profonda pietà per la sua eroina, condannata alla sofferenza e infine al
suicidio per aver violato le regole sociali e morali.
Nessun commento:
Posta un commento