Riflessione di Fernando Pessoa
« Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso volere essere niente.
A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo. »
Pessoa, Fernando António
Nogueira (Lisbona 1888-1935), poeta portoghese, che assicurò alla poesia
modernista del suo paese uno spazio nella letteratura europea e tuttavia ottenne
vera e propria fama soltanto dopo la morte. Durante l'infanzia si trasferì con
la famiglia in Sudafrica, dove il patrigno esercitò la carica di console a
Durban. Fu così che Pessoa apprese perfettamente l'inglese, lingua che poi
utilizzò non soltanto per il suo lavoro di traduttore tecnico, svolto quando
tornò a Lisbona nel 1905, ma anche per scrivere le prime poesie, pubblicate nel
1913. Nel contempo divenne una figura di riferimento per
l'avanguardia di Lisbona, collaborando a riviste come 'Orpheu',
organo del movimento modernista.
La prima opera in versi scritta in portoghese fu
pubblicata soltanto un anno prima della sua morte: nel 1934 comparve
Mensagem, raccolta di poesie firmate col suo vero nome. Pessoa lasciò
parzialmente o completamente inediti i componimenti firmati con nomi tra loro
diversi, come se fossero stati scritti da molti alter ego che, dando voce a
svariati argomenti in uno stile di volta in volta diverso, insieme potessero dar
conto dei molteplici aspetti della personalità del poeta. Tra gli 'eteronimi'
figurano quelli del futurista Alvaro de Campos, del lirico bucolico
Alberto Caeiro, del poeta oraziano Ricardo Reis, del contabile Bernardo Soares,
'autore' del Libro dell'inquietudine (pubblicato nel 1982). In Italia,
un'ampia scelta delle opere di Pessoa è stata curata da Antonio
Tabucchi e pubblicata in due volumi nel 1979 e nel 1984 con il titolo
Una sola moltitudine.
(Rif.bibl.Microsoft &Encarta)
(Rif.bibl.Microsoft &Encarta)
marco buonarroti
Nessun commento:
Posta un commento