Obama: certo della responsabilità di Assad Commissione Esteri Senato: sì a intervento
ultimo aggiornamento: 04 settembre, ore 21:51
Stoccolma - (Adnkronos/Ign) - Il presidente americano: "Serve una risposta efficace che faccia da deterrente". Putin non esclude il suo sostegno ma chiede prove convincenti delle responsabilità di Assad nell'attacco del 21 agosto. Durante l'audizione al Senato Usa, John McCain gioca a poker sull'iPhone. File audio attribuito a Rafsanjani conferma l'uso di armi chimiche. Ban Ki-moon frena sull'intervento. Papa Francesco: "Si alzi forte il grido della pace".
Stoccolma, 4 set. - (Adnkronos/Ign) - La Commissione Esteri del Senato Usa con 10 voti a favore e 7 contrari ha approvato la risoluzione che autorizza l'uso della forza militare contro il regime siriano. L'autorizzazione definitiva verrà dal dibattito al Senato e alla Camera dei Rappresentanti.
Parlando della crisi siriana da Stoccolma, il presidente Usa Barack Obama ha detto: "Rispetto i protocolli che l'Onu deve seguire e il difficile lavoro fatto dagli ispettori, ma crediamo fermamente che le armi chimiche siano state usate e che le abbia usate Assad".
Ieri i leader della Commissione Esteri del Senato di Washington si sono accordati su una bozza di risoluzione che autorizza un'operazione militare limitata a 90 giorni escludendo esplicitamente l'uso di forze di terra. La commissione - che oggi ascolterà il segretario di Stato John Kerry ed il segretario alla Difesa Chuck Hagel - dovrebbe pronunciarsi in giornata sul testo.
Gli Stati Uniti intendono fornire contro Damasco "una risposta efficace che eviti l'uso di armi chimiche in futuro". L'approvazione del documento ha proseguito Obama, servirà ad "evitare che gli attacchi con armi chimiche da parte di Assad si ripetano in futuro". Gli Usa, ha aggiunto il presidente, continueranno a fornire assistenza umanitaria al popolo siriano "anche in caso di un attacco militare" e "continueranno a sostenere la strada diplomatica" per una soluzione della crisi siriana che porti a una transizione che tenga conto di tutte le posizioni.
Obama dice di capire i dubbi dell'Europa sulla Siria, dopo le affermazioni dell'intelligence americana sulle armi di distruzione di massa in Iraq che non risultarono vere, ma afferma di non aver nessuna intenzione di ripetere quegli errori. "Capisco" che in Europa il ricordo dell'Iraq "metta in dubbio l'accuratezza delle informazioni " sull'uso delle armi chimiche da parte del presidente siriano, ha detto, "io ero contrario alla guerra in Iraq e non voglio certo ripeterne gli errori, ma avendo valutato le informazioni posso dire che queste armi sono state utilizzate".
L'attacco contro Damasco, ammette Obama dopo aver ricordato la morte dei 1.400 civili, tra cui 400 bambini, a causa del presunto uso di armi chimiche, "non risolve completamente il problema" della guerra in Siria, perché "se si vuol mettere fine alla violenza serve una transizione politica". Tuttavia, sottolinea, "puo' mitigare il problema delle armi chimiche".
Intanto il presidente russo Vladimir Putin non esclude il suo sostegno ma chiede prove convincenti delle responsabilità del regime di Damasco nell'attacco del 21 agosto. "Se ci sono informazioni secondo le quali le armi chimiche sono state usate dall'esercito regolare di Bashar al-Assad, allora queste prove devono essere presentate al Consiglio di Sicurezza dell'Onu e devono essere convincenti", ha dichiarato in un'intervista concessa all'emittente televisiva pubblica russa channel 1. "Quindi siamo pronti ad agire nel modo più risoluto e serio possibile", ha aggiunto spiegando di "non escludere" l'appoggio ad un'azione militare che dovrebbe "comunque essere prima approvato dalle Nazioni Unite".
Nella stessa intervista Putin ha confermato l'invio in Siria di alcuni componenti dei sofisticatissimi missili anti-aerei a lungo raggio 'S-300', ma ha spiegato che "il trasferimento complessivo non è ancora stato completato e - ha precisato - per il momento è stato sospeso". ''Se ci accorgiamo che Damasco compie azioni in violazioni alle norme internazionali vigenti, valuteremo cosa fare in futuro, incluso il rifornimento di armi sensibili ad alcuni paesi'', ha affermato, minimizzando la cancellazione della visita a Mosca del presidente americano Obama, precisando che non si tratta di una catastrofe.
Domani il capo della Casa Bianca proseguirà per San Pietroburgo per il G20 di giovedì e venerdì. Un vertice che si preannuncia sempre più complicato: nessun incontro bilaterale è previsto con il leader del Cremlino, anche se alla Casa Bianca si ritiene che i due presidenti avranno occasione di parlare a margine dei vari incontri. Obama avrà un faccia a faccia con il capo dell'Eliseo François Hollande, l'unico leader occidentale schieratosi apertamente per un'azione militare, e con il presidente cinese Xi Jinping.
Nessun commento:
Posta un commento