Da "Micromega on line"
Carlo Cornaglia -Non ci sono più i ladri di una volta
I
Il politico che impazza
sembra di una nuova razza:
misero non sol nel dire,
ma ancor più nel trasgredire,
è incapace di grandezza
pur nel far ogni schifezza
che lo stomaco rivolta.
I misfatti di una volta
non ci sono proprio più.
Nessun grande Belzebù
con la mafia stringe accordi,
mentre son lontan ricordi
le speculazion sui suoli,
le tangenti sui petroli
e sugli aeroplan comprati
da ministri intrallazzati.
Dei misfatti il cabotaggio
si è ridotto a accattonaggio
e se leggi ti convinci.
Un biglietto al gratta e vinci.
Uno shampoo per capelli.
Un peluche. Finti gioielli.
Della casa il pavimento.
Un drink., un ricevimento.
Consulenze fantasiose.
Funghi. Slip. Cozze pelose.
Ristrutturazioni ad ufo.
Cene a base di tartufo,
di aragoste e di caviale.
L’elicottero col quale
la governatrice nera
Polverini andò alla fiera
dei peperoncin piccanti.
Paghe in nero alle badanti.
Una tassa non pagata
da una crucca assai stimata
che un futuro manda all’aria.
Una scelta umanitaria
che era meglio assai non fare.
Uno squillo al cellulare.
Un veicolo lasciato
nel parcheggio del Senato.
Le vacanze senza eguali
fatte in mari tropicali
sugli yacht di altar muniti.
Malaffar da parassiti.
Qualche furto da sfigato.
L’alloggetto del cognato.
Qualche affitto di favore.
Un figliol che non fa onore.
L’escort da portarsi a letto.
In avorio un bel cornetto
che a duemila euro arriva.
La piscina, ovvio, abusiva.
Finanziarie scorribande
di padane verdi bande.
False lauree in Albania.
Nell’Italia in agonia
la politica è l’ostaggio
di banditi di passaggio
e d’infam quaraquaquà
privi di moralità.
Delinquenti da strapazzo
buoni sol per l’intrallazzo,
per lo scippo, il furtarello
fatto con il grimaldello
ed il palo sulla strada
che ai vicin di casa bada.
Senza stil né dignità,
ladri che fanno pietà
e guardandosi allo specchio
si fan schifo, ma parecchio.
Carlo Cornaglia
(5 novembre 2013)
Il politico che impazza
sembra di una nuova razza:
misero non sol nel dire,
ma ancor più nel trasgredire,
è incapace di grandezza
pur nel far ogni schifezza
che lo stomaco rivolta.
I misfatti di una volta
non ci sono proprio più.
Nessun grande Belzebù
con la mafia stringe accordi,
mentre son lontan ricordi
le speculazion sui suoli,
le tangenti sui petroli
e sugli aeroplan comprati
da ministri intrallazzati.
Dei misfatti il cabotaggio
si è ridotto a accattonaggio
e se leggi ti convinci.
Un biglietto al gratta e vinci.
Uno shampoo per capelli.
Un peluche. Finti gioielli.
Della casa il pavimento.
Un drink., un ricevimento.
Consulenze fantasiose.
Funghi. Slip. Cozze pelose.
Ristrutturazioni ad ufo.
Cene a base di tartufo,
di aragoste e di caviale.
L’elicottero col quale
la governatrice nera
Polverini andò alla fiera
dei peperoncin piccanti.
Paghe in nero alle badanti.
Una tassa non pagata
da una crucca assai stimata
che un futuro manda all’aria.
Una scelta umanitaria
che era meglio assai non fare.
Uno squillo al cellulare.
Un veicolo lasciato
nel parcheggio del Senato.
Le vacanze senza eguali
fatte in mari tropicali
sugli yacht di altar muniti.
Malaffar da parassiti.
Qualche furto da sfigato.
L’alloggetto del cognato.
Qualche affitto di favore.
Un figliol che non fa onore.
L’escort da portarsi a letto.
In avorio un bel cornetto
che a duemila euro arriva.
La piscina, ovvio, abusiva.
Finanziarie scorribande
di padane verdi bande.
False lauree in Albania.
Nell’Italia in agonia
la politica è l’ostaggio
di banditi di passaggio
e d’infam quaraquaquà
privi di moralità.
Delinquenti da strapazzo
buoni sol per l’intrallazzo,
per lo scippo, il furtarello
fatto con il grimaldello
ed il palo sulla strada
che ai vicin di casa bada.
Senza stil né dignità,
ladri che fanno pietà
e guardandosi allo specchio
si fan schifo, ma parecchio.
Carlo Cornaglia
(5 novembre 2013)
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