domenica 30 marzo 2014

POLITICA :"RENZI IL PIFFERAIO MAGICO......"

Il direttore del "Fatto quotidiano scrive:

"Renzi, il pifferaio magico"

di | 29 marzo 2014

Siamo consapevoli che, se passano le “riforme” di Renzi, l’Italia avrà un uomo solo al comando, cioè lui? Abbiamo capito bene che, con la trasformazione del Senato in un ente inutile (lunedì in Consiglio dei ministri), le leggi saranno approvate esclusivamente dalla Camera, senza più la garanzia di una seconda lettura che spesso, nella storia repubblicana, ha evitato pericolosi colpi di mano di questo o quel governo?
È chiaro a tutti che, con la nuova legge elettorale (il cosiddetto Italicum) frutto dell’inciucio tra l’ex sindaco e l’ex Caimano, il partito che vince anche per un solo voto avrà un premio di maggioranza da dittatura parlamentare? Stando a tutti i sondaggi, quella supermaggioranza sarà appannaggio del PR, il Partito di Renzi che avrà nel frattempo trasformato il Pd nel proprio scendiletto (già qualcosa si è visto nel voto bulgaro della Direzione di ieri).
Il turbopremier, a quel punto, potrà far votare dalla Camera qualsiasi cosa desideri: dallo stravolgimento della Costituzione alla “creazione di un sistema autoritario che dà al presidente del Consiglio poteri padronali”. Parole contenute nel documento di Libertà e Giustizia sottoscritto da un gruppo di giuristi e intellettuali tra i più autorevoli e indipendenti (da Zagrebelsky a Urbinati, da Rodotà a Carlassare, Pace, Azzariti, Settis, De Monticelli, Bonsanti) che ha trovato spazio solo sulla prima pagina del nostro giornale. Un silenzio che non può certo sorprendere. Con furbizia fiorentina Renzi sta infatti propinando agli italiani la favola di un taglio netto alla casta dei politici inetti e forchettoni, come se sacrificando gli emolumenti di 315 senatori (mantenendo però le monumentali spese dei relativi uffici) qualcosa potesse cambiare nella voragine dei conti pubblici.
Ma gli italiani, ormai troppo esasperati dalla mala politica, preferiscono credere al pifferaio magico, indifferenti o rassegnati. È difficile andare controvento e pur tuttavia bisogna provarci, perché sono in gioco i fondamenti della nostra democrazia. Possibile che nel Pd e nella sinistra abbiano tutti portato il cervello all’ammasso? Come disse il presidente Scalfaro nel 2006 guidando il fronte del No al referendum che cancellò la controriforma di Berlusconi: “Meglio perdere in piedi che vincere in ginocchio”.
Dal Fatto Quotidiano del 29 marzo 2014

POLITICA :"VISITA DI OBAMA....E RENZI.."

Da "ArticoloTre",quotidiano on line

La Casa Bianca elimina Renzi e Napolitano dal video ufficiale della visita di Obama

obama-Redazione- Matteo Renzi sbianchettato da Barack Obama.
Sul sito della Casa Bianca è stato pubblicato il video che riassume la visita del presidente americano a Roma. Un clip di poco più di un minuto che riassume la giornata di Obama: e Renzi non c'è. Si parte con l'atterraggio a Fiumicino, quindi l'incontro con Papa Francesco in Vaticano. Le immagini dal finestrino ritraggono una Roma straordinaria, da Grande bellezza. Niente spazio ai faccia a faccia con Napolitano e il premier, molto invece al Colosseo.
 Beffa per Renzi: nel video c'è anche la stretta di mano tra Barack e il ministro della Cultura Dario Franceschini.

 E pensare che la stampa italiana oggi spara titoli entusiastici in stile "Renzi conquista Obama"…

venerdì 28 marzo 2014

POLITICA :"LA PROSA DI CARLO CORNAGLIA"


Da "Micromega on line"

CARLO CORNAGLIA – Dove c’è cricca c’è casa



ccornaglia

Basta avere un amico generoso
per abitare un nobile palazzo
con bella vista e in luogo prestigioso
senza pagar, se sei potente, un cazzo.
Il primo, a sua insaputa, fu Scajola
col mezzanino in fronte al Colosseo
e in tutta Italia ancora fa la spola
per cercar chi del dono è stato reo.
Poi venne Bertolaso, l’uomo forte,
che nei casi di lite coniugale
se la squagliava dalla sua consorte,
ospitato da Sepe, il cardinale
di Propaganda Fide capoccione
ed era Anemone, il suo ruffiano,
a pagargli ogni mese la pigione.
Poi fu Lunardi, un uomo del caimano,
ad ottener con scambio galeotto
e a un prezzo che più basso non si può,
dal cardinale Sepe un palazzotto
perché in Piazza di Spagna risanò,
ovviamente coi soldi dello Stato,
della Chiesa un palazzo fatiscente.
Poi venne il triste caso del cognato
di Fini che, a parer del delinquente,
allora dell’Italia ancor ducetto,
ottenne per un prezzo striminzito
a Montecarlo un misero alloggetto
che Gianfranco sottrasse al suo partito.
Persin Tremonti, al tempo alle Finanze,
per il timore d’essere spiato
della caserma abbandonò le stanze
da Milanese subito ospitato
in un palazzo quasi principesco,
tripli servizi, camere, salone,
ogni volta arricchita da un affresco
ed in funereo nero la pigione,
a quanto par ridotta alla metà.
Il dono venne infin del memor Dei,
il Celeste lombardo marajà,
che finanziò con un milion di sghei
la favolosa villa dell’amico
comperata a metà del suo valore
per un importo quasi da mendico,
ovviamente nel nome del Signore.
Dunque il fatto che il fiorentino guitto
stia da te anni nell’appartamento
del qual Marco Carrai paga l’affitto
non sembra meritare alcun commento.
D’altronde Renzi tutto ha già chiarito:
“Verissimo che risiedevo lì,
ma solo poche notti ci ho dormito
e qualche volta ho fatto la pipì!
Conflitto d’interessi con Carrai
del qual da sempre sono grande amico?
Ma, per favore, cosa dite mai?
Io con gli affari suoi non c’entro un fico!”
Gli affari di Carrai sono scemenze:
la Firenze parcheggi, l’aeroporto,
la Cassa di Risparmio di Firenze,
la Big Bang che, con lavoro accorto,
procura a Renzi i soldi per le sfide,
la Cross Media che per Palazzo Vecchio
gestisce con i tablet le audioguide,
Noi link, Festina Lente e ancor parecchio.
La morale per Renzi, il salvatore?
“Chi surfeggia dell’onda sulla cresta
con il vento che serve da motore,
spavalda sicurezza manifesta.
Ma quando il tempo cambia, cala il vento
e si appiattisce il mar per la bonaccia,
e prima o dopo arriva quel momento,
non salva né il sedere né la faccia”.
Carlo Cornaglia

PITTURA :"KANDINSKIJ ANCHE A VERCELLI....."


Kandinskij,padre dell'astrattismo, in mostra a Vercelli dal 29 marzo al 6 luglio 2014
22 capolavori negli "spazi dell'Arca", situati nella chiesa San Marco, (XIV sec).



Kandinskij, Vasilij (Mosca 1866 - Neuilly-sur-Seine, Parigi 1944), pittore e critico russo la cui opera svolse un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'arte astratta. Studiò pittura e disegno a Odessa, diritto ed economia all'Università di Mosca e, dal 1896 al 1900, frequentò l'Accademia di Belle Arti di Monaco. Realizzò le sue prime opere in uno stile naturalistico, ma nel 1909, dopo un viaggio a Parigi durante il quale rimase profondamente influenzato dalle opere dei fauves e dei postimpressionisti, i suoi dipinti acquisirono colori più vividi e composizione più fluida. Verso il 1913 cominciò a creare opere considerate le prime totalmente astratte dell'arte moderna: non contenevano alcun riferimento agli oggetti del mondo fisico e ricavavano ispirazione e titolo dalla musica.
Nel 1911, insieme a Franz Marc, August Macke e altri espressionisti tedeschi, Kandinskij fondò il gruppo Der Blaue Reiter ('Il cavaliere azzurro'). In quel periodo le sue opere erano sia astratte sia figurative, sempre caratterizzate da colori brillanti e composizioni complesse.
L'influsso di Kandinskij sul corso dell'arte nel XX secolo fu accentuato dalla sua attività di teorico e di insegnante. Nel 1912 pubblicò Lo spirituale nell'arte, il primo trattato sull'astrattismo, che diffuse le sue idee in tutta l'Europa. Insegnò ai Laboratori artistici statali di Mosca dal 1918 al 1921 e al Bauhaus a Weimar e a Dessau, dal 1922 al 1933. Nel volume Punto, linea, superficie (1926) illustrò i principi fondamentali del suo insegnamento.
Dopo la prima guerra mondiale, i soggetti astratti di Kandinskij assunsero forme sempre più geometriche, mentre abbandonava il precedente stile fluido a favore di contorni nettamente scanditi e della chiarezza della composizione. Composizione VIII No. 260 (1923, Guggenheim Museum, New York), ad esempio, è un insieme armonioso di linee, cerchi, archi e altre forme geometriche elementari. Il suo stile si fece in seguito più raffinato e complesso e si espresse nella realizzazione di opere di straordinario equilibrio, quali Cerchio e quadrato (1943, collezione privata).
Poiché fu uno tra i primi artisti a esplorare i principi dell'astrattismo non rappresentativo o 'puro', Kandinskij può essere considerato un precursore dell'espressionismo astratto, una delle scuole di pittura più importanti del secondo dopoguerra.
(Rif.bibl.Microsoft &Encarta)


                                            ^^^^^^^^^^    ^^^^^^^^      ^^^^^^















                                                            Villaggio olandese








                                                     Autunno in Bavaria





           
                                          ^^^^^^   ^^^^^^^      ^^^^^^^^     ^^^^^^^^


Vercelli :


Vercelli Città e capoluogo di provincia del Piemonte, situata nella Pianura Padana a sud-ovest di Novara, nel caratteristico paesaggio delle risaie, sulla destra del fiume Sesia.
Vercelli è il maggior mercato europeo del riso; le sue industrie sono attive nei settori alimentare (riserie, molini), metalmeccanico (macchinari agricoli), chimico (fertilizzanti), tessile e delle fibre artificiali. La provincia di Vercelli, che comprende 86 comuni in un territorio per circa due terzi pianeggiante e per il resto montuoso con boschi e pascoli, è dedita all'agricoltura (riso, frumento, mais, foraggi, viti, frutta), all'allevamento di bovini, allo sfruttamento forestale, all'industria tessile (Bassa Valsesia) e ad attività turistiche nei centri di soggiorno e di sport invernali della Valsesia, nelle Alpi Pennine.

Il centro storico cittadino rivela nella tessitura urbanistica e in vari edifici la sua origine medievale (come nella centrale piazza Cavour), ma il suo aspetto più evidente è dovuto all'architettura dei secoli XVIII e XIX. Conserva notevoli monumenti: la basilica di Sant'Andrea, costruita fra il 1219 e il 1227 in un gotico d'ispirazione cistercense, presenta una facciata incastonata fra due campanili e aperta da tre profondi portali, un alto tiburio, una grande torre campanaria e un chiostro nell'attigua abbazia; la Casa Centori ha un cortile bramantesco di fine Quattrocento; la chiesa di San Cristoforo, del 1515 ma poi più volte rimaneggiata, conserva i celebri affreschi di Gaudenzio Ferrari; la Cattedrale (XVI-XVIII secolo) possiede un crocefisso romanico dell'XI secolo, un notevole tesoro e un prezioso archivio capitolare; notevole infine è la ex chiesa barocca di Santa Chiara (1756), a pianta esagonale.
Da ricordare inoltre è il Museo Leone, con interessanti collezioni archeologiche e di arti minori; il Civico museo Borgogna, che espone opere pittoriche che vanno dal XIV al XX secolo, e in particolare opere di artisti quattro-cinquecenteschi di scuola vercellese (Gaudenzio e Defendente Ferrari, Sodoma, Lanino, Giovenone).






                                                            Chiesa di Sant'Andrea



marco buonarroti

giovedì 27 marzo 2014

PITTURA :"KANDINSKY A MILANO"

Ripropongo la lettura del blog datato 6 gennaio 2014, dato il perdurare del suo interesse : la mostra sul maestro dell'astrattismo,infatti, è ancora in corso e lo sarà fino al 27 aprile prossimo venturo. 

marco buonarroti, autore del blog

                                                 ^^^^^^^^^^^    ^^^^^^^^^^^^^^   ^^^^^^^^

6 gennaio 2014

Il viaggio artistico di Kandinsky in 80 opere: in scena a Milano

Gelb-Rot-Blau (Giallo-Rosso-Blu), 1925 © Centre Pompidou, MNAM‐CCI / Philippe Migeat / Dist. RMN-GP © Vassily KandinskyGelb-Rot-Blau (Giallo-Rosso-Blu), 1925 © Centre Pompidou, MNAM‐CCI / Philippe Migeat / Dist. RMN-GP © Vassily Kandinsky

ultimo aggiornamento: 17 dicembre.
Milano - (Ign) - La collezione del Centre Pompidou si trasferisce a Palazzo Reale per raccontare lo 'spirituale nell'arte' di uno dei massimi esponenti dell'Astrattismo.
La mostra a Palazzo Reale, a cura di Angela Lampe, è promossa e prodotta dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, Palazzo Reale, il Centre Pompidou di Parigi, 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group.


                                  ================================


Annotazione :             ( a cura dell'autore del blog)





                                                Vasilij Kandinskij

Kandinskij, Vasilij (Mosca 1866 - Neuilly-sur-Seine, Parigi 1944), pittore e critico russo la cui opera svolse un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'arte astratta. Studiò pittura e disegno a Odessa, diritto ed economia all'Università di Mosca e, dal 1896 al 1900, frequentò l'Accademia di Belle Arti di Monaco. Realizzò le sue prime opere in uno stile naturalistico, ma nel 1909, dopo un viaggio a Parigi durante il quale rimase profondamente influenzato dalle opere dei fauves e dei postimpressionisti.
(fauves : gruppo di pittori, per la maggior parte francesi, che all'inizio del '900 si distinsero per l'uso selvaggio e violento del colore ).

 Verso il 1913 cominciò a creare opere considerate le prime totalmente astratte dell'arte moderna: non contenevano alcun riferimento agli oggetti del mondo fisico e ricavavano ispirazione e titolo dalla musica.
Nel 1911, insieme a Franz Marc, August Macke e altri espressionisti tedeschi, Kandinskij fondò il gruppo Der Blaue Reiter ('Il cavaliere azzurro'). In quel periodo le sue opere erano sia astratte sia figurative, sempre caratterizzate da colori brillanti e composizioni complesse.

L'influsso di Kandinskij sul corso dell'arte nel XX secolo fu accentuato dalla sua attività di teorico e di insegnante. Nel 1912 pubblicò Lo spirituale nell'arte, il primo trattato sull'astrattismo, che diffuse le sue idee in tutta l'Europa. Insegnò ai Laboratori artistici statali di Mosca dal 1918 al 1921 e al Bauhaus a Weimar e a Dessau, dal 1922 al 1933. Nel volume Punto, linea, superficie (1926) illustrò i principi fondamentali del suo insegnamento.

Dopo la prima guerra mondiale, i soggetti astratti di Kandinskij assunsero forme sempre più geometriche, mentre abbandonava il precedente stile fluido a favore di contorni nettamente scanditi e della chiarezza della composizione.


Composizione VIII No.260


La  Composizione VIII No. 260 (1923, Guggenheim Museum, New York), ad esempio, è un insieme armonioso di linee, cerchi, archi e altre forme geometriche elementari. Il suo stile si fece in seguito più raffinato e complesso e si espresse nella realizzazione di opere di straordinario equilibrio, quali Cerchio e quadrato (1943, collezione privata).

Poiché fu uno tra i primi artisti a esplorare i principi dell'astrattismo non rappresentativo o 'puro', Kandinskij può essere considerato un precursore dell'espressionismo astratto, una delle scuole di pittura più importanti del secondo dopoguerra.



                                                          Nero e viola





                                             Autunno in Bavaria









Nota :

Arte astratta o Astrattismo : Stile artistico apparso in Europa e nel mondo occidentale intorno al 1910, divenuto attraverso molteplici espressioni una delle tendenze più significative dell'arte del XX secolo; si contrappone programmaticamente all’arte figurativa.





marco buonarroti

mercoledì 26 marzo 2014

POLITICA :"EUROPA/EDITORIALE DEL DIRETTORE DI LIBERO"


Dal quotidiano "Libero"
Editoriale del direttore 

"La lezione di Marine: chi spara sull’euro vince"
25 marzo 2014

Uno spettro si aggira per l’Europa, ma non si tratta di Marine Le Pen, come molti quotidiani in questi giorni hanno scritto e scriveranno. A girovagare da un Paese all’altro del Vecchio Continente è il malcontento degli europei, che a ventidue anni dal trattato di Maastricht e a dodici dall’entrata in vigore dell’euro non ne possono più di regole che stabiliscono la curvatura delle banane, ma vorrebbero una legge che stabilisse una volta per sempre che a piegarsi sotto il peso dell’euroburocrazia non deve essere la vita dei cittadini. I quali non sono sudditi, non sono numeri e non sono neppure contribuenti: sono persone, con una vita, una storia, delle aspirazioni e delle abitudini che non possono essere asfaltate dalla sera alla mattina per compiacere oscuri funzionari che rispondono a un algoritmo più che alle loro coscienze.

La ragione del successo di Marine Le Pen, la figlia dell’orco della destra francese , sta tutta lì, nell’insuccesso europeo. Se Marine cresce è perché l’Europa decresce. Non c’è lavoro, non c’è futuro, non c’è prosperità. Al contrario ci solo tasse e leggi sempre più astruse. Ma purtroppo, invece di interrogarsi sul fallimento dell’idea che doveva dare vita agli Stati uniti d’Europa, i partiti dei principali Paesi inseguono il mito del rigore e dei parametri, discutendo di accoglienza (degli stranieri) senza discutere di tolleranza (nei confronti di chi dell’Europa è tra i fondatori). Risultato, dilagano i Front National. Marine Le Pen in Francia sbaraglia i socialisti e minaccia di diventare il primo partito transalpino, conquistando parecchie città. L’Ukip di Nigel Farage in Gran Bretagna è dato al 20 per cento. L’Alternative fuer Deutschland nella patria della Merkel sfiora il 5 per cento. E poi ci sono il Fpoe in Austria e il BVV in Olanda, che, morti i loro fondatori, sono vivi e vegeti.
Insomma, il fronte anti europeista si allarga un po’ ovunque. Fa eccezione l’Italia, ma solo perché ad oggi non c’è nessuno che con convinzione si sia fatto interprete dello scontento. Non che non ci siano le ragioni per inveire contro l’Europa e la sua Casta. Da quando abbiamo messo piede nella Ue e abbiamo sostituito la nostra moneta con quella comunitaria, le cose sono andate di male in peggio. Le colpe, a onor del vero, non sono tutte dei travet di Bruxelles: anche noi ci abbiamo messo del nostro. Anzi, più che agli scaldasedie europei la responsabilità è da attribuire agli scaldasedie italiani, i quali hanno la capacità di complicare le cose semplici. Sta di fatto che oggi abbiamo battuto ogni record: le tasse più alte del Continente, il debito più elevato d’Europa, la disoccupazione giovanile più pesante che altrove, la recessione più lunga del cosiddetto G8. In pratica non c’è un parametro che vada bene.
Se di fronte a un quadro così negativo non ci sono un Front National che dilaga e una Marine Le Pen che stravince è solo perché siamo momentaneamente sprovvisti dell’uno e dell’altra. Le ragioni per favorire una rivolta popolare nelle urne ci sono, manca qualcuno che la possa incanalare senza sbraitare e senza spaventare. Settimane fa, prima che l’attenzione dei giornaloni fosse attirata dal referendum per l’indipendenza del Veneto, scrivevamo della questione settentrionale, sottolineando come, morta la Lega, non fosse affatto morta la questione che l’aveva spinta al successo. La caduta di Bossi poteva infatti indurre qualcuno a spegnere i riflettori sul Nord, ma questo non avrebbe spento il fuoco che covava sotto la cenere. E infatti due milioni e forse più di veneti hanno votato per l’indipendenza della Regione. Vogliono staccarsi dall’Italia e se potessero si unirebbero alla Svizzera o all’Austria, in subordine forse perfino alla Slovenia. Pur di non dover più fare i conti con le astruse leggi italiane e con una delle più ottuse burocrazie dell’Occidente.
Se la rabbia dei veneti e dei lombardi (a cui presto si unirà quella dei romani, dei campani e perfino dei siciliani) finora non ha ancora trovato uno sbocco è solo perché la politica non glielo ha offerto. Ci ha provato la Lega, ma si sa come è finita. Ci ha provato Grillo, ma insulti a parte non è andato molto lontano. Ora c’è Renzi e pare voglia trascorrere un po’ di giorni tra Milano e il Veneto. Servirà per sbloccare qualcosa? Dubitiamo. Finora il Rottamatore ha parlato molto, ma di fatti se ne sono visti pochi (l’annunciato taglio dell’Irpef ora pare trasformarsi in un bonus, cioè in un contributo una tantum, perché la moltiplicazione dei soldi al premier non è ancora riuscita).
Insomma, per poter cambiar qualcosa - anche nei nostri rapporti con l’Europa - ci vorrebbe una Marine e, se proprio non c’è, almeno una Marina. Berlusconi, se ancora ci sei, se non ti sei arreso ai giudici e a Renzi, batti un colpo e dacci un erede. Meglio se è in linea diretta, ma se proprio non c’è ne accettiamo uno anche per linea traversa. L’importante è che capisca che c’è da rianimare un partito. E anche un Paese. Che quello sì, è ridotto a uno spettro.

di Maurizio Belpietro

VOCE DELLA RUSSIA :"...ANTON CHEKHOV....."..

Dalla "Voce della Russia"

                                           
                                                    ^^^^^^^^^^^^^^^^^^


Rita Bolotskaja

Rose di Yalta per Anton Chekhov

Rose di Yalta per Anton Chekhov

La Penisola di Crimea è sempre stata una sede ospitale per gli uomini dell’arte. Così, il grande scrittore Anton Chekhov trascorse a Yalta gli ultimi cinque anni della sua vita. Qui egli scrisse il suo celebre e fortunato racconto “La signora con il cagnolino” ambientato proprio in questa città sul Mare Nero, nonché le piece “Il giardino dei ciliegi” e “Le tre sorelle”.


La tubercolosi polmonare non lasciava a Chekhov un’altra scelta se non quella della Crimea con il suo clima salubre. Nel 1898 la famiglia Chekhov decise di stabilirsi a Yalta. Lo scrittore fece costruire qui una casa di pietra bianca del posto battezzata Dacia Bianca che ora è nota in tutto il mondo, c’è un Museo di Chekhov. La casa dello scrittore diventò subito una sede di pellegrinaggio culturale e di attrazione universale. Appositamente per parlare con Chekhov si recarono a Yalta Lev Tolstoj, Maxim Gorkiy. Nella Dacia Bianca trascorrevano molto tempo Ivan Bunin ed Alexandr Kuprin. Intorno a Chekhov iniziò subito a ribollire la vita pubblica.
Dice Vladimir Kataev, noto studioso di Chekhov, dottore in lettere e professore della MGU:
A Yalta egli non semplicemente viveva ma sin dall’inizio, essendo ispirato dal sentimento del dovere sociale che lo caratterizza, diventò un centro di attrazione per coloro che voleva assistere i malati, scrittori, insegnanti ed altre persone che venivano a Yalta per trascorrervi un periodo di cura. Partecipava sia alla raccolta di offerte, sia agli impegni per l’alloggiamento di queste persone.
Nel 1898 il Teatro dell’Arte di Mosca mise in scena Il Gabbiano di Chekhov e poco dopo Lo Zio Vania. Chekhov vuole vedere gli spettacoli con i propri occhi, ma i medici sono irremovibili: non mettere piede fuori da Yalta! Allora tutta la compagnia del famoso teatro con a capo Stanislavsky arriva in Crimea: Sebastopoli e poi Yalta.
Attualmente il teatro di Yalta che porta il nome di Chekhov tiene regolarmente il Festival internazionale “Teatro. Chekhov. Yalta”, al quale si riunicono compagnie teatrali di tutto il mondo. Per esempio, l’anno scorso tra i suoi partecipanti ci sono stati teatri del Giappone, del Messico, di Israele, della Georgia, della Lituania.
Chekhov scoprì la Crimea non solo per il monto, ma anche per i suoi connazionali,- è convinto lo scrittore e storico di letteratura russa Alexey Varlamov:
Penso che Chekhov con la sue opere letterarie abbia reso la Crimea immortale.
In aprile, nella Dacia Bianca di Yalta si terranno Le tradizionali XXXV Letture Chokhoviane – conferenza scientifico-pratica internazionale degli studiosi di Chekhov. La Casa- Museo è pronta ad accogliere gli ospiti.

PITTURA :"ALL'ASTA CANALETTO E DE CHIRICO

 Il giorno dell'asta è ormai trascorso, ma restano nella Storia dell'Arte, vivi e attuali, i nomi e le opere dei due grandi pittori, patrimonio del genio artistico italiano.

 

Arte: all'asta vedute di Canaletto e Giorgio De Chirico

ultimo aggiornamento: 23 marzo, ore 12:54


Monaco di Baviera, 23 mar. - (Adnkronos) - Venerdi' 28 marzo a Monaco di Baviera la casa Hampel Fine Art Auctions mettera' all'asta due vedute di Venezia della cerchia di Canaletto e di Giorgio De Chirico.


                                         ==============================


Annotazione :          ( a cura dell'autore del blog )

Il Canaletto:



Canaletto Soprannome di Giovanni Antonio Canal (Venezia 1697-1768), pittore italiano, famoso per le vedute di Venezia. La sua formazione artistica fu influenzata dall'attività del padre, scenografo di cultura barocca. Fu durante un viaggio a Roma compiuto al suo seguito (1719) che il giovane cominciò a dipingere paesaggi e vedute di rovine classiche, avvicinandosi a un genere pittorico che stava in quel momento conoscendo una crescente fortuna. Principali committenti erano i nobili inglesi impegnati nel Grand Tour, il lungo viaggio attraverso le principali città europee compiuto per perfezionare la propria istruzione: quadri dedicati a monumenti famosi e scorci caratteristici delle città italiane erano infatti richiesti come preziosi souvenir da riportare in patria.

Dipinti aventi per oggetto Venezia:




                                              Venezia, il ponte  Rialto







                                                     ^^^^^^     ^^^^^^^         ^^^^^^^^


Giorgio De Chirico :

Post del 12 febbraio u.s. ,integrato con dipinti di Venezia.





De Chirico, Giorgio (Vólos, Grecia 1888 - Roma 1978), pittore italiano, fondatore della scuola metafisica*. Studiò arte ad Atene e a Monaco.

Dal 1911 fu a Parigi: nella capitale francese frequentò Paul Valéry e Guillaume Apollinaire, ma non si associò  alle avanguardie artistiche che a loro facevano riferimento. Fra le sue prime opere sono Enigma di una notte di autunno (1910) e Mistero e malinconia di una strada (1914), vedute di città vuote e desolate, senza alcuna presenza umana.

Mentre era ricoverato all'ospedale militare di Ferrara nel 1915, De Chirico conobbe il pittore futurista Carlo Carrà, con cui iniziò il percorso che lo portò a definire i canoni della pittura metafisica: a partire dal 1920 tali teorizzazioni furono divulgate dalle pagine della rivista 'Pittura metafisica'. Le opere realizzate dal 1915 al 1925 sono caratterizzate dalla ricorrenza di architetture essenziali, proposte in prospettive non realistiche, immerse in un clima magico e misterioso, e dall'assenza di figure umane.
Nei vari Interni metafisici dipinti in quegli anni oggetti totalmente incongrui rispetto al contesto (ad esempio una barca a remi in un salotto) vengono rappresentati con una minuzia ossessiva, una definizione tanto precisa da sortire un effetto contrario a quello del realismo. Compare in questo periodo anche il tema archeologico, un omaggio alla classicità reinventata però in modo inquietante: ne sono noti esempi Ettore e Andromaca (1917)**** e Ville romane.****** La figura del manichino, simbolo dell'uomo-automa contemporaneo (Il grande metafisico, 1917)*****, gli fu invece ispirata dall''uomo senza volto', personaggio di un dramma del fratello Alberto Savinio, pittore e scrittore.

De Chirico fu vicino al gruppo di artisti favorevoli alla rivalutazione della pittura italiana tradizionale, che si ritrovava attorno alla rivista 'Valori Plastici', e partecipò alla loro esposizione a Berlino nel 1921.
De Chirico fu anche incisore e scenografo. La datazione e l'attribuzione di alcuni suoi dipinti è assai ardua, perché l'artista stesso produsse nel secondo dopoguerra repliche dei suoi capolavori del periodo metafisico


*Pittura metafisica
Tendenza artistica del Novecento italiano, affermatasi nel 1910 nella produzione pittorica di Giorgio de Chirico, in particolare con i dipinti L’enigma di un pomeriggio d’autunno (ubicazione ignota)** e L’enigma dell’oracolo (collezione privata, Berlino)***. La pittura metafisica si qualificava in primo luogo per l’effetto di spaesamento e sorpresa generato nello spettatore, dovuto alle immagini irreali e alle atmosfere fantastiche delle composizioni.

Caratteristica dei quadri di De Chirico è l’ambientazione: uno spazio nitidissimo, semplificato ma non deformato, reso attraverso chiaroscuri molto accentuati, è organizzato attorno a oggetti e presenze solitarie, perlopiù inanimate. Anche se sullo sfondo si vede un treno in movimento (La piazza d’Italia, 1915, collezione privata, Roma), se due personaggi danno l’impressione di parlare tra loro (Nostalgia dell’infinito, Museum of Modern Art, New York), se una ragazzina corre con un cerchio (Mistero e malinconia di una strada, 1914, collezione privata, New Canaan), la vita sembra lontana dagli scenari di questi dipinti, che intendono appunto evocare qualcosa che sta “al di là” della “fisica” quotidiana.

**Dipinto:"L'enigma di un pomeriggio d'autunno", prima opera metafisica esposta al pubblico per    la prima volta a Parigi, nel 1912

***Dipinto:"L'enigma dell'oracolo", del 1910

****Dipinto :"Ettore e Andromaca", espressione di una classicità reinventata, (...il manichino       
        come simbolo dell'uomo-automa contemporaneo....), del 1917


                                                                   Giorgio De Chirico 


***** Dipinto :"Il grande metafisico", del 1917. Una struttura dallo sviluppo essenzialmente
           verticale con riferimento totemico, che il grande maestro pone in una piazza italiana
           al posto della ricorrente statua storica.


                                        Dipinto :"La piazza d'Italia", del 1915


                                                   Dipinto :"Il trovatore stanco",del 1970

                                                Dipinto :"Nostalgia dell'infinito", del 1912


                                           Particolare del dipinto:"Nostalgia dell'Infinito"



                                       Dipinto :"Ippolito e il cavallo", inizio anni quaranta



                                                    Dipinto :"Gladiatori", del 1927-1930


Venezia :









marco buonarroti

martedì 25 marzo 2014

STORIA :" FOSSE ARDEATINE-COMMEMORAZIONE..."

Per non dimenticare :

Commemorazione dell'eccidio delle "Fosse Ardeatine" 
(Roma 24 marzo 1944)








Eccidio delle Fosse Ardeatine Massacro compiuto dai tedeschi il 24 marzo 1944 in una cava lungo la via
Ardeatina a Roma. Per ordine di Hitler, il comandante della Gestapo Herbert Kappler fece fucilare 335 ostaggi (antifascisti, detenuti politici, ebrei romani e alcuni giovani) come rappresaglia per l'attentato a una colonna tedesca, compiuto il giorno precedente sempre a Roma, in via Rasella, dai Gruppi di azione patriottica.



                                                  La retata

                                                             
                                                                   Entrata al Mausoleo

                                          Vista parziale interna del Mausoleo





marco buonarroti