Pirandello in una lettera del 1910: ''Ho orrore delle vie del centro di Roma''
(Adnkronos)
ultimo aggiornamento: 13 marzo, ore 12:40
Roma - (Adnkronos) - La missiva inedita era diretta allo scrittore Massimo Bontempelli
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - ''Lei non sa la selvaggia vita ch'io vivo in questa via remota, un buon tratto fuori di Porta Pia, quasi in campagna, chiuso in me, solo e senza più desiderio di compagnia''. E' quanto confidava Luigi Pirandello (1867-1936) allo scrittore Massimo Bontempelli in una lettera inedita, scritta a Roma, nella sua abitazione di via Alessandria 129, il 26 giugno 1910, custodita nel Fondo Manoscritti del Getty Research Institute di Los Angeles e ora pubblicata a cura di Giuseppe Faustini sulla rivista 'Nuova Antologia'.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - ''Lei non sa la selvaggia vita ch'io vivo in questa via remota, un buon tratto fuori di Porta Pia, quasi in campagna, chiuso in me, solo e senza più desiderio di compagnia''. E' quanto confidava Luigi Pirandello (1867-1936) allo scrittore Massimo Bontempelli in una lettera inedita, scritta a Roma, nella sua abitazione di via Alessandria 129, il 26 giugno 1910, custodita nel Fondo Manoscritti del Getty Research Institute di Los Angeles e ora pubblicata a cura di Giuseppe Faustini sulla rivista 'Nuova Antologia'.
LA PARTENZA DA ROMA - In un'altra lettera inedita, sempre pubblicata da 'Nuova Antologia', datata 22 luglio 1910, Pirandello annunciava a Bontempelli la sua imminente partenza da Roma per la Sicilia con queste parole dominate dal dramma familiare: ''Triste viaggio per me; da cui ritornerò piu' triste, fra pochi giorni''. ''L'irrimediabile tristezza'' era legata al rapporto con la moglie Antonietta che ormai rifiutava la convivenza e spesso si rifugiava in Sicilia con i figli dove aveva una casa ereditata dal padre.
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Annotazione : ( a cura dell'autore del blog)
Luigi Pirandello, Premio Nobel per la Letteratura nel 1934
Pirandello, Luigi (Girgenti, oggi Agrigento 1867 - Roma 1936), scrittore italiano, uno dei massimi drammaturghi del Novecento. Anche se il consenso della critica è sempre stato molto controverso (soprattutto in Italia), Pirandello è uno dei pochi scrittori italiani del XX secolo che abbia saputo conquistarsi una fama internazionale: non tanto per il premio Nobel (1934), quanto grazie allo straordinario numero di compagnie che ne mettono in scena i drammi in molti paesi del mondo.
Conseguì la laurea in filologia romanza all'Università di Bonn quindi si dedicò all'insegnamento della letteratura italiana, pubblicando nel 1894 le prime novelle, Amori senza amore. Nel 1901 pubblicò il suo primo romanzo, L'esclusa, che segna il passaggio dal modello narrativo verista allo stile 'umoristico', cioè a una caratteristica mescolanza di tragico e comico, che da quel momento avrebbe caratterizzato la produzione pirandelliana.
Al 1903/1904 risale la stesura della sua migliore opera narrativa, il romanzo Il fu Mattia Pascal . A questo seguirono altri romanzi, tra i quali spiccano I vecchi e i giovani (1913) e Uno, nessuno e centomila (1925-1926), che rappresenta per molti aspetti una specie di consuntivo ideologico finale.
Intorno al 1910 Pirandello si decise ad affrontare anche le scene. Opere teatrali:
Pensaci, Giacomino! e Liolà (entrambi del 1916),
Così è (se vi pare) (1917) e
Il giuoco delle parti (1918)
Il 1921 fu l'anno della fama pirandelliana, raggiunta con il dramma "Sei personaggi in cerca d'autore", opera che venne fischiata a Roma ma che poco tempo dopo ottenne a Milano uno strepitoso successo, che continuò in America e che continua tutt'ora.
Segui la tragedia Enrico IV che consacrò in modo definitivo Pirandello fra i massimi drammaturghi mondiali.
marco buonarroti
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