CARLO CORNAGLIA – Come te non c’è nessuno
La condanna al delinquente
ha spronato la sua gente
a paragonare il reo
ad un ricco mausoleo
di famosi personaggi:
eroi, dittatori, saggi,
assassin, perseguitati,
evasori, letterati,
in un mix prova lampante
di una massa delirante,
sottomessa e adulatrice
che non sa quel che si dice.
Per Barani il nostro reo
è Pertini, è Galileo.
Socrate per De Martini
e per Sgarbi Pasolini.
Per l’esercito adorante
oltre a Cesare è il furfante,
Gandhi, Havel, Erdogan,
mentre pensa a D’Artagnan
Quagliariello, il saggio pio.
Per Antonio Razzi è Dio.
Per Malan è Moranino.
E’ Guareschi Giovannino
per gli amici del Giornale
per i quali il criminale
può sembrar pure ai severi
Dreyfus, Pellico, Alighieri.
Se per Amicone è il Che,
per Daniela Santanché
Silvio è Yulia Timoshenko.
Proseguendo nell’elenco,
è Gesù per Angelino,
per la Comi è Valentino,
evasor motociclista
e Rotondi mette in pista
nientemeno che Aldo Moro.
Minzolini, bocca d’oro,
parla di Nelson Mandela
e Guzzanti invece svela
che par Gramsci il Cavaliere.
Libero ci fa sapere,
mentre come un cane latra,
che il caimano è Shinawatra,
è Peron, è San Suu Kyi.
E non è finita qui:
Mario Mauro con amore
vuol per l’Unto del Signore
l’amnistia che ai ciellenisti
ed ai vil nazifascisti
ha concesso un dì Palmiro.
E così si chiude il giro.
La moral che si può trarre
in attesa delle sbarre?
Checché dica questa gente
Berlusconi è un delinquente,
delle tasse un evasore,
un bandito, un malfattore
che vuol prenderci per pirla.
Ora è tempo di finirla,
per ridare al Belpaese
non lo schifo a larghe intese
degli oscen quaraquaquà,
ma Giustizia e Dignità.
Carlo Cornaglia
(26 agosto 2013)
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