Dalla pagina dei blog di "Micromega on line"
MATTEO PUCCIARELLI – Tutto come se niente fosse
C’è qualcosa di insopportabile nei soliti e inutili dibattiti intorno alla situazione politica e soprattutto intorno al centrosinistra – parlare del centrodestra a cosa serve?, coi e dei banditi non si ragiona. Ed è questo: dare per scontato che le aperture di credito al Pd da parte del “suo” elettorato siano infinite.
Perché ormai tutto si riduce a questo: si costruisce nel o accanto al Pd, perché qualsiasi opzione a sinistra è bollata di minoritarismo. Un debug mentale che afflige gli stessi militanti-simpatizzanti democratici, che per non si sa quale scherzo del destino si sono costretti da anni a vivere in condizioni drammatiche, lacerando la propria coscienza praticamente un paio di volte a settimana – cioè la media con la quale il proprio partito compie nefandezze.
Stesso debug che afflige la sinistra di completamento, partendo da Sel. Oggi all’opposizione, sapendo benissimo che si tratta di una situazione temporanea. Ma la domanda politica – già, la politica, chi se la ricorda? – è un’altra: tutto quello che è avvenuto e sta avvenendo ha un senso, ha un peso rispetto alle proprie scelte e agli orizzonti che ci si pone?
L’appoggio al governo Monti, alle controriforme della Fornero, il pareggio di bilancio nella Costituzione, il sabotaggio indiretto dei risultati referendari sull’acqua, il tradimento del patto “Italia Bene Comune”, le umiliazioni inflitte nei confronti di Stefano Rodotà e Romano Prodi, il governo coi ladroni, gli F35, le bugie su Alfano, l’appoggio ad un governo coi ladroni a sentenza definitiva…
Quante altre ne devono succedere per rendersi conto che un interlocutore del genere, per chi vorrebbe un’Italia progressista, non è credibile? Poi alla fine la conclusione dei soliti maestri è pragmatica fino a sfiorare il non senso: sì, ma senza il Pd non si vince. Va bene, vincere. Ma per fare cosa? Davvero siete così ingenui da credere che una vittoria con questo Pd possa determinare il cambiamento? Come fai a fidarti e a voler costruire una casa con chi ne ha fatte crollare di parecchie?
Perché ormai tutto si riduce a questo: si costruisce nel o accanto al Pd, e qualsiasi opzione a sinistra è bollata di «minoritarismo». Un debug mentale di derivazione comunista e che affligge gli stessi militanti-simpatizzanti democratici, che per non si sa quale scherzo del destino si sono costretti da anni a vivere in condizioni drammatiche, lacerando la propria coscienza praticamente un paio di volte a settimana – cioè la media con la quale il proprio partito compie nefandezze.
Stesso debug che afflige la sinistra di “completamento”, partendo da Sel. Oggi all’opposizione, sapendo benissimo che si tratta di una situazione temporanea. Ma la domanda politica – già, la politica, chi se la ricorda? – è un’altra: tutto quello che è avvenuto e sta avvenendo ha un senso, ha un peso rispetto alle proprie scelte e agli orizzonti che ci si pone?
L’appoggio al governo Monti, alle controriforme della Fornero, il pareggio di bilancio nella Costituzione, il sabotaggio indiretto dei risultati referendari sull’acqua, il tradimento del patto “Italia Bene Comune”, le umiliazioni inflitte nei confronti di Stefano Rodotà e Romano Prodi, il governo coi ladroni, gli F35, le bugie su Alfano, l’appoggio ad un governo coi ladroni a sentenza definitiva… Quante altre ne devono succedere per rendersi conto che un interlocutore del genere, per chi vorrebbe un’Italia progressista, non è (più) credibile?
Poi alla fine la conclusione dei soliti maestri è pragmatica fino a sfiorare il non senso: sì, ma senza il Pd non si vince. Va bene, vincere. Ma per fare cosa? Davvero siamo così ingenui da credere che una vittoria con questo Pd possa determinare il o un cambiamento? Come fai a fidarti e a voler costruire una casa con chi prima ne ha fatte crollare di parecchie?
Matteo Pucciarelli
Nessun commento:
Posta un commento