"L'INVIDIA E' COME UNA PALLA DI GOMMA CHE PIU' LA SPINGI SOTTO E PIU' RITORNA A GALLA"
(Alberto Moravia in" Racconti Romani",1959)
Moravia, Alberto Pseudonimo di Alberto Pincherle (Roma 1907-1990), scrittore italiano. Esordì a soli ventidue anni con il romanzo "Gli indifferenti (1929)", descrizione lucida e impietosa della crisi di valori del mondo borghese, che gli procurò fama immediata in Italia. I due successivi romanzi, Le ambizioni sbagliate (1935) e La mascherata (1941), furono entrambi bloccati dalla censura fascista, che vide in essi una satira del regime.
Dopo
aver trascorso alcuni anni all’estero, nel dopoguerra Moravia riprese
l’attivita narrativa e cominciò a dedicarsi anche al giornalismo,
alla critica cinematografica (Al cinema, 1975, raccoglie parte dei suoi articoli pubblicati su “L’Espresso”), alla drammaturgia (Beatrice Cenci, 1958; Il dio Kurt, 1968; La vita è gioco, 1969) e in seguito alla saggistica (L’uomo come fine e altri saggi, 1964; Impegno controvoglia, 1980). Nel 1953 fondò con Alberto Carocci “Nuovi Argomenti”, di cui fu anche direttore.
Tra i suoi romanzi si ricordano Agostino (1944), storia del primo incontro di un adolescente con il sesso; La romana (1947), memorabile
ritratto di donna sullo sfondo dell’Italia fascista, dal quale nel 1954
fu tratto un film per la regia di Luigi Zampa; L’amore coniugale (1949) e Il disprezzo (1954), nei quali Moravia applica la propria visione critica alla tipica istituzione borghese del matrimonio; La noia (1960, premio Viareggio), che analizza il rapporto dell’uomo alienato con la realtà.
Una delle sue opere più note è La ciociara (1957),
ambientata in tempo di guerra, per la quale l’autore attinse ai propri
ricordi personali. A questo romanzo il regista Vittorio De Sica si
ispirò per uno dei suoi capolavori.
All’ultima fase appartengono le allegorie politiche La vita interiore (1978), che affronta il tema del terrorismo, e 1934 (1982),
storia dell’incontro fra un giovane antifascista italiano e una ragazza
tedesca. Moravia fu anche un maestro del racconto: i Racconti romani (1954) e i Nuovi racconti romani (1959) ritraggono vividamente il sottoproletariato della Roma del dopoguerra, mentre La cosa (1983) è una raccolta di racconti erotici.
marco buonarroti (miei autentici nome e cognome)
Nessun commento:
Posta un commento