Record per De Chirico, carta metafisica venduta per oltre 1,5 mln di euro
Londra
- (Adnkronos) - Si tratta di 'Studio per Piazza d'Italia', opera a
penna, inchiostro e matita su carta del 1913. Stimato tra i 41 e i 54
mila euro è stato aggiudicato per 1.586.080 euro durante un'asta di Sotheby's a Londra
Londra, 10 feb. - (Adnkronos) - Nuovo record mondiale per una carta metafisica di Giorgio De Chirico: un disegno del 1913 da una stima di 41.000-54.000 euro è stato aggiudicato per 1.586.080 euro
durante un'asta di Sotheby's a Londra, al termine di una gara tra
numerosi acquirenti. Si tratta di 'Studio per Piazza d'Italia', opera a
penna, inchiostro e matita su carta. Fu acquistata da Jan Krugier per la
propria collezione privata direttamente da Jean Paulhan, il celebre
critico letterario ed editore francese, nonche' direttore della
'Nouvelle Revue Française'.
Il
disegno vanta un percorso espositivo di grande rilievo a partire dal
Grand Palais di Parigi, passando per lo Staatliche Museen di Berlino, la
Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, il Museo Thyssen-Bornemisza di
Madrid, l'Albertina di Vienna e la Kunsthalle di Monaco. Nella
stessa asta londinese 'Autoritratto di Giorgio De Chirico', una
magnifica matita su carta del 1920, anch'essa pluriesposta, da una stima
di 60.000-83.000 euro è stata aggiudicata per 205.720 euro.
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Annotazione : ( a cura dell'autore del blog)
De Chirico, Giorgio (Vólos, Grecia 1888 - Roma 1978), pittore italiano, fondatore della scuola metafisica*. Studiò arte ad Atene e a Monaco.
Dal
1911 fu a Parigi: nella capitale francese frequentò Paul Valéry e
Guillaume Apollinaire, ma non si associò alle avanguardie artistiche
che a loro facevano riferimento. Fra le sue prime opere sono Enigma di una notte di autunno (1910) e Mistero e malinconia di una strada (1914), vedute di città vuote e desolate, senza alcuna presenza umana.
Mentre
era ricoverato all'ospedale militare di Ferrara nel 1915, De Chirico
conobbe il pittore futurista Carlo Carrà, con cui iniziò il percorso che
lo portò a definire i canoni della pittura metafisica: a partire dal
1920 tali teorizzazioni furono divulgate dalle pagine della rivista
'Pittura metafisica'. Le opere realizzate dal 1915 al 1925 sono
caratterizzate dalla ricorrenza di architetture essenziali, proposte in
prospettive non realistiche, immerse in un clima magico e misterioso, e
dall'assenza di figure umane.
Nei vari Interni metafisici dipinti
in quegli anni oggetti totalmente incongrui rispetto al contesto (ad
esempio una barca a remi in un salotto) vengono rappresentati con una
minuzia ossessiva, una definizione tanto precisa da sortire un effetto
contrario a quello del realismo. Compare in questo periodo anche il tema
archeologico, un omaggio alla classicità reinventata però in modo
inquietante: ne sono noti esempi Ettore e Andromaca (1917)**** e Ville romane.****** La figura del manichino, simbolo dell'uomo-automa contemporaneo (Il grande metafisico,
1917)*****, gli fu invece ispirata dall''uomo senza volto', personaggio
di un dramma del fratello Alberto Savinio, pittore e scrittore.
De
Chirico fu vicino al gruppo di artisti favorevoli alla rivalutazione
della pittura italiana tradizionale, che si ritrovava attorno alla
rivista 'Valori Plastici', e partecipò alla loro esposizione a Berlino
nel 1921.
De
Chirico fu anche incisore e scenografo. La datazione e l'attribuzione
di alcuni suoi dipinti è assai ardua, perché l'artista stesso produsse
nel secondo dopoguerra repliche dei suoi capolavori del periodo
metafisico
*Pittura metafisica
Tendenza
artistica del Novecento italiano, affermatasi nel 1910 nella produzione
pittorica di Giorgio de Chirico, in particolare con i dipinti L’enigma di un pomeriggio d’autunno (ubicazione ignota)** e L’enigma dell’oracolo (collezione privata, Berlino)***. La
pittura metafisica si qualificava in primo luogo per l’effetto di
spaesamento e sorpresa generato nello spettatore, dovuto alle immagini
irreali e alle atmosfere fantastiche delle composizioni.
Caratteristica
dei quadri di De Chirico è l’ambientazione: uno spazio nitidissimo,
semplificato ma non deformato, reso attraverso chiaroscuri molto
accentuati, è organizzato attorno a oggetti e presenze solitarie,
perlopiù inanimate. Anche se sullo sfondo si vede un treno in movimento (La piazza d’Italia, 1915, collezione privata, Roma), se due personaggi danno l’impressione di parlare tra loro (Nostalgia dell’infinito, Museum of Modern Art, New York), se una ragazzina corre con un cerchio (Mistero e malinconia di una strada,
1914, collezione privata, New Canaan), la vita sembra lontana dagli
scenari di questi dipinti, che intendono appunto evocare qualcosa che
sta “al di là” della “fisica” quotidiana.
**Dipinto:"L'enigma
di un pomeriggio d'autunno", prima opera metafisica esposta al pubblico
per la prima volta a Parigi, nel 1912
***Dipinto:"L'enigma dell'oracolo", del 1910
****Dipinto :"Ettore e Andromaca", espressione di una classicità reinventata, (...il manichino
come simbolo dell'uomo-automa contemporaneo....), del 1917
Giorgio De Chirico
***** Dipinto :"Il grande metafisico", del 1917. Una struttura dallo sviluppo essenzialmente
verticale con riferimento totemico, che il grande maestro pone in una piazza italiana
al posto della ricorrente statua storica.
Dipinto :"La piazza d'Italia", del 1915
Dipinto :"Il trovatore stanco",del 1970
Dipinto :"Nostalgia dell'infinito", del 1912
Particolare del dipinto:"Nostalgia dell'Infinito"
Dipinto :"Ippolito e il cavallo", inizio anni quaranta
Dipinto :"Gladiatori", del 1927-1930
Dipinto :"Ippolito e il cavallo", inizio anni quaranta
Dipinto :"Gladiatori", del 1927-1930
marco buonarroti
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