CARLO CORNAGLIA – Un governo a lunghe attese
Il governo Letta-Alfano,
sponsor Re Napolitano,
sembra più che a larghe intese
un governo a lunghe attese.
Con in mano il cacciavite
Letta, elettricista mite
che rosario e croce sposa,
finge di avvitar qualcosa,
ma in realtà fa solo il gesto
e non mette nulla in sesto.
Con il suo felpato stile
sembra un vecchio baciapile
da Democrazia cristiana
che in un’epoca lontana
governava come adesso,
ogni giorno un compromesso:
oggi fatto pro DC
e domani pro PCI.
Genuflessi e comunisti
furon proprio grandi artisti
nel far consociativismo.
Con lo stesso meccanismo
delle odierne marachelle
del Pd e del Pdl.
Per i risultati scarsi
fanno finta di incazzarsi
incolpandosi a vicenda,
ma poi la melassa orrenda
tutto avvolge ed impiastriccia
e ritorna il pappa e ciccia.
L’Imu sulla tua dimora
non si paga? Sol per ora,
poi domani si vedrà.
L’Iva non aumenterà?
Forse sol per qualche mese,
ma poi i buchi del Paese
metteran d’accordo Letta
con Schifani e con Brunetta
e la farsa dei litigi
non consentirà prodigi.
Ogni giorno s’alza il coro:
“Diamo ai giovani un lavoro
o dal crac non ci salviamo!
La riforma riformiamo
di Calamity Fornero!”
Ma non tengono il dinero.
Anche per il Cresci-Italia,
che già Monti tenne a balia
con successi strepitosi,
gli interventi son costosi
ed i maghi della Ue
non ci sganciano i dané.
Con il suo decreto “fare”
Letta finge di trovare
i quattrini in modo scaltro,
ma, in realtà, li toglie a un altro.
Poi, chi vuol partire in quarta
scopre che sol sulla carta
sono i soldi che dà Enrico
ed in cassa non c’è un fico.
Fra un annuncio e una smentita,
fra un’entrata striminzita
ed un nuovo buco enorme,
aspettiamo le riforme
entro sol diciotto mesi:
poi il mangiar ci farà obesi,
il lavoro arriverà
ed il welfare tornerà.
“E alla gente che succede
nel frattempo?”, qualcun chiede.
Irritato, il Colle sbotta:
“Faccia il ghiro o la marmotta!”
Carlo Cornaglia
(18 giugno 2013)
sponsor Re Napolitano,
sembra più che a larghe intese
un governo a lunghe attese.
Con in mano il cacciavite
Letta, elettricista mite
che rosario e croce sposa,
finge di avvitar qualcosa,
ma in realtà fa solo il gesto
e non mette nulla in sesto.
Con il suo felpato stile
sembra un vecchio baciapile
da Democrazia cristiana
che in un’epoca lontana
governava come adesso,
ogni giorno un compromesso:
oggi fatto pro DC
e domani pro PCI.
Genuflessi e comunisti
furon proprio grandi artisti
nel far consociativismo.
Con lo stesso meccanismo
delle odierne marachelle
del Pd e del Pdl.
Per i risultati scarsi
fanno finta di incazzarsi
incolpandosi a vicenda,
ma poi la melassa orrenda
tutto avvolge ed impiastriccia
e ritorna il pappa e ciccia.
L’Imu sulla tua dimora
non si paga? Sol per ora,
poi domani si vedrà.
L’Iva non aumenterà?
Forse sol per qualche mese,
ma poi i buchi del Paese
metteran d’accordo Letta
con Schifani e con Brunetta
e la farsa dei litigi
non consentirà prodigi.
Ogni giorno s’alza il coro:
“Diamo ai giovani un lavoro
o dal crac non ci salviamo!
La riforma riformiamo
di Calamity Fornero!”
Ma non tengono il dinero.
Anche per il Cresci-Italia,
che già Monti tenne a balia
con successi strepitosi,
gli interventi son costosi
ed i maghi della Ue
non ci sganciano i dané.
Con il suo decreto “fare”
Letta finge di trovare
i quattrini in modo scaltro,
ma, in realtà, li toglie a un altro.
Poi, chi vuol partire in quarta
scopre che sol sulla carta
sono i soldi che dà Enrico
ed in cassa non c’è un fico.
Fra un annuncio e una smentita,
fra un’entrata striminzita
ed un nuovo buco enorme,
aspettiamo le riforme
entro sol diciotto mesi:
poi il mangiar ci farà obesi,
il lavoro arriverà
ed il welfare tornerà.
“E alla gente che succede
nel frattempo?”, qualcun chiede.
Irritato, il Colle sbotta:
“Faccia il ghiro o la marmotta!”
Carlo Cornaglia
(18 giugno 2013)
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