Rubbia, Carlo (Gorizia 1934), fisico italiano. Dopo la laurea, conseguita nel 1957 presso la Scuola Normale Superiore dell’Università di Pisa, si trasferì a New York, dove lavorò per circa un anno alla Columbia University. Proseguì le sue ricerche all’Università La Sapienza di Roma e nel 1960 divenne ricercatore al CERN di Ginevra, il Laboratorio europeo per la fisica delle particelle. Dal 1971 al 1988 fu professore di fisica alla Harvard University, e dal 1990 al 1993 direttore generale del CERN. Dal 1999 al 2005 ha ricoperto la carica di presidente dell’ENEA; dal 1998 insegna Complementi di fisica superiore all’Università di Pavia.
A lui si deve la scoperta delle particelle elementari, indicate con il nome di bosoni W e Z°,
annunciata nel 1983,dando un ulteriore importante impulso allo sviluppo della fisica moderna.
La sua attività di ricerca ha coperto diversi campi della fisica: lo studio dei neutrini cosmici, l'analisi della stabilità del protone, il progetto di una fusione nucleare controllata e il progetto di un reattore nucleare che utlizzi il torio come materiale radioattivo.
La proposta di Rubbia di convertire il superprotosincrotrone del CERN in un anello di collisione per protoni e antiprotoni permise di raggiungere energie sufficienti per osservare eventi in cui si producono i bosoni intermedi W e Z0. La scoperta di queste particelle elementari, annunciata nel 1983, confermò l’unificazione delle forze elettromagnetiche e dell’interazione debole, costituendo un passo fondamentale nello sviluppo della fisica moderna. L’attività di ricerca di Rubbia ha coperto diversi campi della fisica, quali lo studio dei neutrini cosmici, l’analisi della stabilità del protone, il progetto di una fusione nucleare controllata e il progetto di un reattore nucleare basato sull’utilizzo di torio come materiale radioattivo.
Per la scoperta dei bosoni W e Z0 Rubbia fu insignito del premio Nobel per la fisica nel 1984, condividendolo con l’olandese Simon van der Meer che, con l’invenzione di un metodo elettronico per ottenere fasci densi e concentrati di antiprotoni, rese possibile la realizzazione dell’esperimento proposto da Rubbia.
marco buonarroti
Nessun commento:
Posta un commento