Memory of the Camps', restaurato documentario di Hitchcock sui lager nazisti
ultimo aggiornamento: 08 gennaio, ore 18:56
Londra - (Adnkronos) - Le immagini scioccarono il maestro
del brivido che fu costretto ad allontanarsi dal progetto per una
settimana
Londra, 8 gen. (Adnkronos) - Un documentario sulla liberazione dei campi di concentramento nazisti curato da Alfred Hitchcock,
dimenticato per più di 60 anni e oggi riscoperto. A darne notizia
questa mattina è stato il quotidiano britannico 'The independent'.
Il film, mai mostrato al pubblico integralmente, venne messo da
parte dagli inglesi nell'immediato dopoguerra per favorire la
riappacificazione. Venne in parte recuperato nel 1980 e proposto in una
versione incompleta al Festival di Berlino del 1984, oltre che sulla
rete tv americana 'Pbs' con il titolo 'Memory of the Camps'.
La pellicola venne realizzata da Hitchcock nel 1945, chiamato a
lavorare sul materiale, girato da truppe inglesi e sovietiche
soprattutto a Bergen-Belsen, dall'amico Sidney Bernstein. Quelle
immagini scioccarono il maestro del brivido che fu costretto ad
allontanarsi dal progetto per una settimana.
Ora l'Imperial War Museum sta provvedendo al restauro della versione
curata da Hitchcock, includendo anche il materiale non utilizzato negli
anni Ottanta. Il film dovrebbe essere disponibile per i festival e il
cinema per la fine del 2014 e anche la tv inglese potrebbe trasmetterlo
nel prossimo anno.
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Annotazione : ( a cura dell'autore del blog)
Il Regista Alfred Hitchcock
Ricerca sui campi di concentramento e sterminio
Il Regista Alfred Hitchcock
Ricerca sui campi di concentramento e sterminio
La scritta "Arbeit .....".Il lavoro rende liberi"era scritto all'ingresso di molti campi nazisti. Macabra e perfida ironia, racchiusa in quelle mefistofeliche parole !
Campo di
concentramento e di sterminio
Luogo di prigionia creato per deportare
civili e militari, generalmente per motivi bellici o politici. Un campo di
concentramento si differenzia dal carcere per tre ragioni :
1) uomini, donne e
bambini sono imprigionati senza un regolare processo;
2) il periodo di
confinamento è indeterminato.
3) le autorità che gestiscono il campo di
concentramento esercitano un potere arbitrario e illimitato.
Sebbene ne esistano
svariate tipologie, di solito si tratta di agglomerati di baracche o di
capannoni, circondati da torrette e delimitati da reti di filo spinato.
In diversi momenti della storia del XX secolo
i campi di concentramento (a volte chiamati con eufemismo “campi di lavoro” o
“centri di rieducazione”) divennero veri e propri campi di sterminio, per
l’eliminazione fisica di gruppi etnici o religiosi (come ebrei e rom da parte
della Germania nazista) o di oppositori politici.
I campi di concentramento apparvero alla fine
dell’Ottocento. I primi furono costruiti dai sudisti durante la guerra di
secessione americana, per deportarvi i prigionieri dell’Unione. Altri furono
costruiti dagli spagnoli a Cuba durante la guerra ispano-americana (1898) e in
Sudafrica dagli inglesi durante la guerra anglo-boera (1899-1902). Vi fecero
ricorso anche gli italiani per fronteggiare la ribellione araba in Libia, dopo
il 1911 (vedi Guerra italo-turca).
Nel 1938 il governo francese si servì dei campi di concentramento per internare i repubblicani spagnoli rifugiati a causa della guerra civile e, in seguito, il governo collaborazionista di Vichy vi rinchiuse gli ebrei e i rifugiati antinazisti tedeschi.
Nel 1939 il governo britannico deportò nei campi di internamento i cittadini sospetti di comportamento sleale e i rifugiati provenienti dai paesi nemici.
Durante la seconda guerra mondiale, 70.000 cittadini americani di origine giapponese e 42.000 giapponesi residenti in California furono internati negli Stati Uniti a causa del conflitto con il Giappone. Tuttavia, l’esperienza più tragicamente nota fu quella dei campi di concentramento e di sterminio installati, nel corso della seconda guerra mondiale, in Germania e nei territori occupati da parte del regime nazista.
Negli anni Settanta del Novecento l’istituzione
su larga scala di campi di concentramento e di “rieducazione” (in realtà veri e
propri campi di sterminio, dove venivano internati coloro che si erano
compromessi con il precedente regime) contraddistinse la dittatura di Pol Pot in
Cambogia. Ai campi di concentramento fecero ricorso alcune delle più spietate
dittature sudamericane durante gli anni Sessanta e Settanta (in particolare in
Argentina e in Cile) e le varie parti coinvolte nel conflitto esploso nel 1991
nella ex Iugoslavia.
I gulag sovietici
I gulag sovietici
La repressione staliniana colpì indifferentemente classi sociali, minoranze etniche e ogni tipo di opposizione politica: kulaki, intellettuali, anarchici, militari russi rientrati dalla prigionia in Germania ecc. Amministrato negli anni Venti da differenti organismi, il sistema concentrazionario sovietico passò, negli anni Trenta, sotto il diretto controllo della polizia segreta, il KGB.Nei mesi successivi alla Rivoluzione d’ottobre i bolscevichi istituirono “campi di rieducazione e lavoro” per coloro che erano sospettati di essere controrivoluzionari. Durante gli anni Venti gli oppositori furono internati, insieme ai criminali, nei campi di concentramento situati nelle isole del Mar Bianco. Negli anni Trenta e Quaranta si sviluppò un sistema di campi di lavoro dislocati in tutto il paese, dove giunsero milioni di prigionieri, in varie ondate successive e attraverso deportazioni di massa.
Dopo la morte di Stalin (1953) molti internati
vennero rilasciati grazie a un’amnistia, ma i campi di concentramento
continuarono a essere utilizzati, anche se su scala minore. Si calcola che
complessivamente nell’Unione Sovietica furono internate 15 milioni di persone,
costrette a lavorare in condizioni durissime nelle miniere o nei pozzi
petroliferi, cioè in attività di importanza primaria per l’economia sovietica.
Una grandissima parte di questi prigionieri non sopravvisse..
I campi nazisti
Nella seconda metà degli anni Trenta erano sorti numerosi campi di concentramento in Germania e molti altri campi vennero costruiti durante la seconda guerra mondiale nei paesi occupati, in primo luogo in Polonia, per internare uomini, donne e fanciulli deportati dai paesi occupati, in massima parte destinati allo sterminio.
In questi campi concentrazionari, con sistematica e razionale pianificazione, che prevedeva sia l’annientamento materiale (disastrose condizioni igienico-alimentari, disumane costrizioni al lavoro, deliberate torture fisiche) sia la sopraffazione psicologica, si mirava a cancellare identità, personalità e autonomia di milioni di persone.
Lo sterminio di massa veniva poi programmato scientificamente con le camere a gas, le fosse comuni e i forni crematori.In Germania i nazisti, non appena si insediarono al potere, il 30 gennaio 1933, istituirono i Konzentrazionslager (o KZ), dove la polizia politica, la Gestapo, rinchiuse i tedeschi antinazisti (comunisti, socialisti, “dissidenti religiosi”). Inoltre la polizia criminale, nota con il nome di Kripo, operò arresti preventivi di persone con precedenti penali, di rom, omosessuali, disabili, prostitute e di tutti coloro che a vario titolo vennero considerati “asociali”. Dal 1938 si intensificarono le deportazioni degli ebrei nei campi di concentramento gestiti dalle SS (Schutzstaffel, o Unità di protezione) con una brutale e severissima disciplina militare.
Fra i primi campi, sorti in Germania, vi furono quelli di Dachau, Buchenwald, Sachsenhausen, Flossenbürg e Ravensbrücks, che fu un campo esclusivamente femminile. Mauthausen sorse subito dopo l’annessione dell’Austria e quello di Auschwitz-Birkenau, forse il più tristemente famoso (vi furono eliminate circa quattro milioni di persone, di cui oltre un milione di ebrei), dopo la conquista della Polonia; al 1943 risale la costruzione del campo di Bergen-Belsen. Nel 1939, all’inizio della guerra, gli internati erano in Germania circa 25.000; durante la guerra passarono per i lager milioni di persone, per la massima parte ebrei, rom, prigionieri di guerra sovietici e membri della Resistenza.
A partire dal 1942 in questi campi venne
attuata la cosiddetta “soluzione finale”, che aveva come scopo l’annientamento
fisico degli ebrei (vedi Shoah), ma che coinvolse anche altre razze
considerate “inferiori”. A tale scopo furono attrezzati nuovi campi di sterminio
ubicati in Polonia: Chelmno (già funzionante dal dicembre del 1941), Belzec,
Sobibór, Treblinka. Coloro che non venivano eliminati al momento stesso
dell’arrivo nei campi, o che rientravano in particolari categorie di internati,
erano costretti a estenuanti lavori forzati. Molti prigionieri, soprattutto
bambini, furono impiegati come cavie in sperimentazioni “scientifiche” e
“mediche”.
(Rif.Bibl.Microsoft Encarta)
(Rif.Bibl.Microsoft Encarta)
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