Un grande scrittore ! (cosi mi piace ricordare un autore delle letture della mia maturità,
spero di trovare il consenso delle care lettrici e cari lettori del blog)
Carlo Levi (Torino, 29 novembre 1902 – Roma, 4 gennaio 1975) è stato uno scrittore e pittore italiano, tra i più significativi narratori del Novecento
Si accostò presto alla pittura, prima ispirandosi soprattutto a
Felice Casorati, presso il quale lavorò, e poi, in particolare dopo
il soggiorno a Parigi nel 1928, aprendosi alle esperienze
postimpressioniste.
La sua fama di scrittore è legata alle pagine di Cristo
si è fermato a Eboli (1945), violenta e affascinata scoperta del Sud negli
anni drammatici (1935-36) in cui il regime fascista lo condannò al
confino in Lucania perché ebreo e attivista di Giustizia e Libertà.
L’incontro con quella terra di antichi e quasi mitici archetipi si tradusse in
pagine assolutamente nuove nel panorama letterario italiano: il mondo contadino,
chiuso nella sua apparente immutabilità, veniva interpretato da un intellettuale
borghese progressista in una situazione inedita e con strumenti critici di
grande originalità.
Il successo editoriale del romanzo fu clamoroso e anticipò
per vari aspetti la diffusione, presso il pubblico non specialista dell’Italia
postbellica, delle scienze sociologiche e antropologiche.
Offuscò tuttavia le
altre opere di Levi, che invece ne confermano l’originalità e la profondità di
scrittore, dall’Orologio (1950), scomoda e quasi profetica analisi della
tendenza al compromesso che avrebbe contraddistinto per decenni la vita politica
italiana, ai saggi siciliani Le parole sono pietre (1955), dalle note di
viaggio raccolte sulla Russia e sulla Germania nel dopoguerra (Il futuro ha
un cuore antico, 1956; La doppia notte dei tigli, 1959), sino al
ritorno agli archetipi, alla “presenza dell’arcaico” nella Sardegna di Tutto
il miele è finito (1964).
marco buonarroti
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