mercoledì 26 marzo 2014

PITTURA :"ALL'ASTA CANALETTO E DE CHIRICO

 Il giorno dell'asta è ormai trascorso, ma restano nella Storia dell'Arte, vivi e attuali, i nomi e le opere dei due grandi pittori, patrimonio del genio artistico italiano.

 

Arte: all'asta vedute di Canaletto e Giorgio De Chirico

ultimo aggiornamento: 23 marzo, ore 12:54


Monaco di Baviera, 23 mar. - (Adnkronos) - Venerdi' 28 marzo a Monaco di Baviera la casa Hampel Fine Art Auctions mettera' all'asta due vedute di Venezia della cerchia di Canaletto e di Giorgio De Chirico.


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Annotazione :          ( a cura dell'autore del blog )

Il Canaletto:



Canaletto Soprannome di Giovanni Antonio Canal (Venezia 1697-1768), pittore italiano, famoso per le vedute di Venezia. La sua formazione artistica fu influenzata dall'attività del padre, scenografo di cultura barocca. Fu durante un viaggio a Roma compiuto al suo seguito (1719) che il giovane cominciò a dipingere paesaggi e vedute di rovine classiche, avvicinandosi a un genere pittorico che stava in quel momento conoscendo una crescente fortuna. Principali committenti erano i nobili inglesi impegnati nel Grand Tour, il lungo viaggio attraverso le principali città europee compiuto per perfezionare la propria istruzione: quadri dedicati a monumenti famosi e scorci caratteristici delle città italiane erano infatti richiesti come preziosi souvenir da riportare in patria.

Dipinti aventi per oggetto Venezia:




                                              Venezia, il ponte  Rialto







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Giorgio De Chirico :

Post del 12 febbraio u.s. ,integrato con dipinti di Venezia.





De Chirico, Giorgio (Vólos, Grecia 1888 - Roma 1978), pittore italiano, fondatore della scuola metafisica*. Studiò arte ad Atene e a Monaco.

Dal 1911 fu a Parigi: nella capitale francese frequentò Paul Valéry e Guillaume Apollinaire, ma non si associò  alle avanguardie artistiche che a loro facevano riferimento. Fra le sue prime opere sono Enigma di una notte di autunno (1910) e Mistero e malinconia di una strada (1914), vedute di città vuote e desolate, senza alcuna presenza umana.

Mentre era ricoverato all'ospedale militare di Ferrara nel 1915, De Chirico conobbe il pittore futurista Carlo Carrà, con cui iniziò il percorso che lo portò a definire i canoni della pittura metafisica: a partire dal 1920 tali teorizzazioni furono divulgate dalle pagine della rivista 'Pittura metafisica'. Le opere realizzate dal 1915 al 1925 sono caratterizzate dalla ricorrenza di architetture essenziali, proposte in prospettive non realistiche, immerse in un clima magico e misterioso, e dall'assenza di figure umane.
Nei vari Interni metafisici dipinti in quegli anni oggetti totalmente incongrui rispetto al contesto (ad esempio una barca a remi in un salotto) vengono rappresentati con una minuzia ossessiva, una definizione tanto precisa da sortire un effetto contrario a quello del realismo. Compare in questo periodo anche il tema archeologico, un omaggio alla classicità reinventata però in modo inquietante: ne sono noti esempi Ettore e Andromaca (1917)**** e Ville romane.****** La figura del manichino, simbolo dell'uomo-automa contemporaneo (Il grande metafisico, 1917)*****, gli fu invece ispirata dall''uomo senza volto', personaggio di un dramma del fratello Alberto Savinio, pittore e scrittore.

De Chirico fu vicino al gruppo di artisti favorevoli alla rivalutazione della pittura italiana tradizionale, che si ritrovava attorno alla rivista 'Valori Plastici', e partecipò alla loro esposizione a Berlino nel 1921.
De Chirico fu anche incisore e scenografo. La datazione e l'attribuzione di alcuni suoi dipinti è assai ardua, perché l'artista stesso produsse nel secondo dopoguerra repliche dei suoi capolavori del periodo metafisico


*Pittura metafisica
Tendenza artistica del Novecento italiano, affermatasi nel 1910 nella produzione pittorica di Giorgio de Chirico, in particolare con i dipinti L’enigma di un pomeriggio d’autunno (ubicazione ignota)** e L’enigma dell’oracolo (collezione privata, Berlino)***. La pittura metafisica si qualificava in primo luogo per l’effetto di spaesamento e sorpresa generato nello spettatore, dovuto alle immagini irreali e alle atmosfere fantastiche delle composizioni.

Caratteristica dei quadri di De Chirico è l’ambientazione: uno spazio nitidissimo, semplificato ma non deformato, reso attraverso chiaroscuri molto accentuati, è organizzato attorno a oggetti e presenze solitarie, perlopiù inanimate. Anche se sullo sfondo si vede un treno in movimento (La piazza d’Italia, 1915, collezione privata, Roma), se due personaggi danno l’impressione di parlare tra loro (Nostalgia dell’infinito, Museum of Modern Art, New York), se una ragazzina corre con un cerchio (Mistero e malinconia di una strada, 1914, collezione privata, New Canaan), la vita sembra lontana dagli scenari di questi dipinti, che intendono appunto evocare qualcosa che sta “al di là” della “fisica” quotidiana.

**Dipinto:"L'enigma di un pomeriggio d'autunno", prima opera metafisica esposta al pubblico per    la prima volta a Parigi, nel 1912

***Dipinto:"L'enigma dell'oracolo", del 1910

****Dipinto :"Ettore e Andromaca", espressione di una classicità reinventata, (...il manichino       
        come simbolo dell'uomo-automa contemporaneo....), del 1917


                                                                   Giorgio De Chirico 


***** Dipinto :"Il grande metafisico", del 1917. Una struttura dallo sviluppo essenzialmente
           verticale con riferimento totemico, che il grande maestro pone in una piazza italiana
           al posto della ricorrente statua storica.


                                        Dipinto :"La piazza d'Italia", del 1915


                                                   Dipinto :"Il trovatore stanco",del 1970

                                                Dipinto :"Nostalgia dell'infinito", del 1912


                                           Particolare del dipinto:"Nostalgia dell'Infinito"



                                       Dipinto :"Ippolito e il cavallo", inizio anni quaranta



                                                    Dipinto :"Gladiatori", del 1927-1930


Venezia :









marco buonarroti

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