venerdì 30 agosto 2013

POLITICA :"IL PUNTO DI ASOR ROSA"

Il punto fermo

(da " Micromega on line")


di Alberto Asor Rosa,

Insisto: conviene in questo momento, anzi bisogna, tenere ben separate la sfera dell'applicazione e difesa della legalità repubblicana dalla sfera delle opportunità politiche, vulgo sopravvivenza o meno del "governo delle larghe intese". Le due sfere non sono reciprocamente comunicanti: chi lavora per metterle in relazione, bilanciare, equilibrare, spossare, depotenziare, lavora per il Re di Prussia, ossia contro l'Italia.

La prima sfera viene oggi decisamente al primo posto, sia cronologicamente che logicamente, e va affrontata e risolta nella propria assoluta autonomia di competenze e di giudizio. Anche qui possono esserci, e di fatto ci sono, contrapposizioni e abili sfumature di giudizio, forse più pericolose delle prime. Tutto dipende dalla valutazione etico-politica che ognuno dà dei fenomeni che sono alla base dell'attuale dibattito. Noi ci sentiamo profondamente diversi (davvero un'altra Italia) da coloro che per anni non hanno imparato a considerare Berlusconi e il berlusconismo come un vero e proprio cancro che ha divorato in Italia le basi del diritto, la funzione e le prerogative della giustizia, la base morale del far politica, e ha avallato in ogni campo le strategie dell'avventurismo e del privatismo più sfrenato.
Se si vuole salvare la salute futura di un sistema di valori, democratico, repubblicano, costituzionale, messo in piedi dal sacrificio dei nostri padri, occorre mettere un punto fermo: anzi, dico io, il punto fermo.
Per ottenere questo, oltre tutto, la strada è assai semplice: basta che ognuno faccia la sua parte, nella distribuzione dei ruoli che l'assetto istituzionale prevede: assicurare la decadenza; sanzionare la ineleggibilità; nessuna grazia a posteriori, neanche di tipo semplicemente risarcitorio o consolatorio; garantire l'esecuzione della pena nelle forme previste dalla legge. E, per favore, ci sia risparmiata almeno questa volta la farsa penosa di un ricorso dilatorio (infondato e inutile) alla Consulta, che svelerebbe, forse ancor più drasticamente di quanto non farebbe una qualche forma di "assoluzione", di quale pasta sia fatto il cosiddetto tessuto politico italiano.

Dopo aver detto "sì" per vent'anni o, ancor più frequentemente, "nì", - vero simbolo del malcostume nazionale, - si decida per favore di dire con chiarezza "no": non si può discutere; non si può accettare; non si può fare. L'"agibilità politica" è una nozione che lo Stato di diritto ignora. Infatti: o c'è, perché le condizioni, giuridiche e politiche dell'interessato, la consentono; o, se le condizioni, giuridiche e politiche dell'interessato, non la consentono, non c'è. Non può essere reinventata a posteriori, sulla base del principio, in ogni caso molto dubbio, che il consenso popolare sottrae al controllo e ai rigori della legge.

Un'Italia in risalita, non solo nei mercati e nello spread, ma come tono pubblico generale, civiltà del confronto, libertà del pensiero e, se mi è consentita la parola forte, dignità nazionale (troppe volte evocata solo per lasciarla trascinare nel fango), può partire solo dal punto fermo che ipotizziamo. L'occasione ce l'ha offerta anche questa volta la magistratura; ma spetta ai politici e alle istituzioni di portarla rapidamente fino in fondo.

Non sarà facile, anche restando dentro ilimiti rigorosamente fissati dalla "semplice" applicazione delle leggi (come io ipotizzo). Siccome la battaglia è decisiva, - e questo lo sa bene anche il principale protagonista della faccenda, - tutti i mezzi verranno usati, dal rovesciamento dell'attuale governo (esempio supremo di confusione delle sfere) a intraprese anche più dure. Sotto la scorza mediatico-plutocratica emergerà più chiaramente in questa fase finale il caudillo potenzialmente eversore. Verrà evocata senza mezzi termini la guerra civile; ne saranno messe in opera concretamente le premesse, magari attraverso l'alleanza con altre forse eversive incistate ormai da anni nel degradato sistema italiano.

Per fare fronte allo scarto d'irrazionale che s'introduce qualche volta e poi permane a tratti nella storia, l'esperienza insegna che l'unico strumento adatto alla bisogna, - si pensi al Novecento, - è l'assoluta fermezza: l'eloquente dimostrazione, fin dal primo momento, fin dalle prime battute, che l'eversione, il rovesciamento delle parti, lo stupido arrangiamento, il compromesso che posticipa al passaggio successivo l'inevitabile catastrofe, non hanno neanche una minima possibilità di fare il primo passo avanti.

Ci si aspetta perciò che, all'adozione della linea giusta, - il rispetto e la difesa della legalità repubblicana a tutti i costi, - segua al tempo stesso tutta la fermezza necessaria a portarla fino in fondo (anni fa evocai i carabinieri come forza utile/necessaria a render efficacemente praticabile lo scioglimento positivo di una situazione del genere, e fui subissato dalle indignate reazioni dei media: chissà se mi accadrebbe la medesima cosa, se ripetessi oggi il suggerimento e l'appello, in presenza delle occasioni di cui stiamo parlando).

Se il processo, andando per questo verso, producesse tutte le sue possibili conseguenze, forse uno spiraglio di luce si aprirebbe nell'annuvolato, anzi torbido e tempestoso cielo italiano. Che dire del possibile ritrovamento, imboccando questa strada, nel nostro paese di una prospettiva politico-istituzionale, in cui le forze politiche rappresentassero limpidamente grandi interessi sociali collettivi, diversi e/o contrapposti, e non quelli, privatistici e assolutistici, e per giunta le innominabili magagne, di un Capo proprietario?

L'Italia ne ha passate tante, uscendone ogni volta solo quando ha ritrovato le ragioni profonde, autentiche, del proprio essere nazione civile, coesa intorno all'unico verbo che fa unione: l'onestà dei propositi, dei comportamenti e degli obbiettivi. Prima di parlar d'altro, parliamo di questo. Questo è il punto.

(27 agosto 2013)

 

ATTUALITA' :"FESTIVAL VEGETARIANO"

 

Festival Vegetariano, dal 30 agosto al 1° settembre a Gorizia

Nel fine settimana la città del Friuli-Venezia Giulia torna ad essere per il quarto anno consecutivo la "capitale veg" d'Italia. Una tre giorni intensa, fra incontri, showcooking, assaggi e laboratori.

 

Vegetariani di tutta italia unitevi! A Gorizia, ovviamente. Già, perché il capoluogo isontino si conferma per il quarto anno di fila capitale nazionale del vegetarianismo, ospitando dal 30 agosto al 1° settembre il Festival Vegetariano, rassegna nata per sensibilizzare nei confronti dello stile di vita “veg”, promossa dall’azienda goriziana Biolab e organizzata dalla neonata associazione Eventgreen.
Eventi e assaggi. L’offerta del festival è quantomai ampia e varia: dalle decine di stand gastronomici al ristornate allestito in piazza della Vittoria, ai corsi ideati dal web magazine di settore Vegolosi.it. Per tutti i tre giorni della manifestazione, al mattino e al pomeriggio si terranno due showcooking a numero chiuso (e a pagamento, 15 euro) dove ci si metterà alla prova, assaggi compresi, con innovative ricette dolci e salate. Fra i protagonisti anche alcuni dei migliori cuochi vegetariani del panorama italiano, come Cristiano Bonolo o come Simone Salvini, già capo chef al Joia di Milano, primo ristorante vegetariano in Europa ad essere insignito con una stella Michelin; inoltre data la natura “open” del festival sono stati organizzati incontri esplicativi con nutrizionisti e medici.
Un po’ di spettacolo. E non mancano di certo gli spettacoli: da “Food Sound System”, di Don Pasta (sabato 31 alle 21.30 in piazza della Vittoria), progetto artistico in bilico fra musica, immagini, teatro e cucina regionale salentina, a “I consumisti mangiano i bambini” (domenica 1, ore 21), firmato dal comico Diego Parassole. Tra gli altri ospiti il geologo Mario Tozzi, i conduttori radiofonici Massimo Cirri e Francesca Cheyenne e Jacopo Fo. Come l’anno scorso, inoltre, torna la Veg-bag, ovvero un sacchetto colmo dei migliori prodotti bio, acquistabile nei giorni del festival a prezzo speciale, in collaborazione con Cuorebio e NaturaSì.
I numeri. I vegetariani, parafrasando Flaiano, sono in Italia una sempre meno trascurabile minoranza. Secondo Eurispes (dati 2012) il 6% degli italiani ha scelto di diventare vegetariano (4,9%) o vegano (1,1%), con una crescita di due punti percentuali in soli 12 mesi. Pare che siano le donne ad essere più disposte a “sposare” questo stile di vita, e lo farebbero principalmente (66,7%) per sensibilità nei confronti degli animali; gli uomini – al contrario – lo farebbero per motivi legati alla salute o al benessere fisico. Ovviamente senza rinunciare, come chi frequenta il Festival sa bene, al gusto e alla buona cucina.

Da "Il Fatto Quotidiano"

giovedì 29 agosto 2013

POLITICA : "IL FALLIMENTO DI NAPOLITANO"

Da "Micromega on line"

GIORGIO CREMASCHI – Il fallimento non sindacabile di Napolitano
gcremaschi

Il 23 giugno del 2011 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un indirizzo all’assemblea della Confcommercio, poneva come priorità la riduzione del debito pubblico e a tal fine la rigorosa applicazione dei vincoli europei.
Allora il debito era pari a circa il 120% del PIL.
Dopo due anni di politiche di austerità in applicazione dei vincoli europei, attuate da governi promossi e sostenuti dal Presidente della Repubblica, il debito pubblico è al 130 del PIL, quasi 150 miliardi in più.
Questo dato è accompagnato da un milione e mezzo di disoccupati in più, dal calo brutale dei redditi e dei consumi, da una crisi che non accenna minimamente a finire, contrariamente alle chiacchiere di Visco e Saccomanni. La stessa caduta dello spread e degli interessi perde effetto di fronte alla crescita complessiva del debito. Unico dato positivo la Borsa, dove la speculazione ha fatto plusvalenze del 30%, nonostante la caduta della economia reale, creando così le premesse per una nuova bolla pronta ad esplodere.
Se Giorgio Napolitano fosse formalmente il capo del governo, un simile clamoroso fallimento rispetto ai suoi stesi propositi lo porterebbe a dover rendere conto. Ma come, imponi duri sacrifici per ridurre il debito, e poi il debito aumenta? Quale capo del governo potrebbe continuare tranquillamente di fronte ad una tale smentita delle sue scelte?



Ma Giorgio Napolitano, non è il capo del governo, è il Presidente della Repubblica che rappresenta l’unità della nazione. Le sue responsabilità non esistono, anche se tutti sappiamo che Monti e Letta hanno governato e governano in virtù del sostegno esplicito e a volte brutale del Quirinale.
Ma non è finita qui, perché tutte le istituzioni politiche italiane a loro volta fanno derivare le loro decisioni economiche dai vicoli europei.
Il 4 agosto del 2011 Draghi, allora governatore della Banca d’Italia, e Trichet, allora presidente della BCE, inviarono al governo Berlusconi una lettera che definiva quasi in dettaglio il programma delle politiche di austerità. Tremonti, Monti e Letta hanno seguito scrupolosamente quel copione. A cui si sono aggiunti gli ulteriori vincoli del Fiscal Compact e del pareggio di bilancio costituzionalizzato. Tutti sostenuti con la massima forza dal presidente Napolitano.
Il parlamento e i principali partiti di governo, ma anche quelli comunque legati al carro del centrodestra e del centrosinistra, hanno solo potuto ratificare decisione già prese e imposte in altre sedi.
Così, mentre il teatrino del nulla dei partiti imperversa nel circuito mediatico, le decisioni vere sono assunte e sostenute da sedi formalmente irresponsabili. Non vorremo mica uscire dall’Europa, non vorremo mica infrangere l’unità della nazione!
Il Parlamento, unico responsabile di fronte ai cittadini, diviene in realtà privo di responsabilità, non può decidere neppure sugli F35, ha ricordato recentemente il Quirinale. E il presidente del Senato ha fermamente rimbeccato un senatore 5 stelle che ha accennato al ruolo del Capo dello Stato.
La nuova legge di bilancio questo autunno sarà varata da un parlamento privo di potere, perché la Commissione Europea potrà intervenire e cambiare le poste, se queste non corrisponderanno ai vincoli del fiscal compact e di tutti gli altri patti europei per l’austerità.
Così questa politica fallimentare andrà avanti perché i suoi veri titolari, la Troika europea ed i Presidente della Repubblica, sono formalmente insindacabili.
Su questa finzione istituzionale affondano l’economia e la democrazia del nostro paese.
È bene allora che le mobilitazioni che finalmente si annunciano per l’autunno si rivolgano non solo verso il governo e i suoi impresentabili partiti, ma verso chi sopra di loro, in Italia ed in Europa, ha preso le decisioni che ci han portato a questo disastro.
Giorgio Cremaschi
(22 luglio 2013)

CINEMA : "VENEZIA...."

Bullock e Clooney illuminano il red carpet inaugurale

ultimo aggiornamento: 28 agosto, ore 21:47
Venezia - (Adnkronos) - Le due star, protagoniste del film d'apertura fuori concorso 'Gravity' di Alfonso Cuaron, si sono concesse per quasi mezz'ora alle attenzioni urlanti dello folla (VIDEO). George e Sandra in Laguna tra i flash dei fotografi, fan in delirio (VIDEO). Il film presentato in anteprima mondiale (TRAILER - VIDEO). Pienone e lunghe file per i giornalisti che hanno accolto positivamente la pellicola. Bullock in orbita Oscar: ''E' stato uno dei miei ruoli più difficili''


 
Venezia, 28 ago. (Adnkronos) - Una passerella così generosa di autografi, foto ricordo e strette di mano forse non se l'aspettavano nemmeno i fan di George Clooney e Sandra Bullock. Le due star, protagoniste del film d'apertura fuori concorso della 70ma Mostra del Cinema di Venezia, 'Gravity' di Alfonso Cuaron, si sono concesse per quasi mezz'ora alle attenzioni urlanti dello folla assiepata dietro le transenne che delimitano il tappeto rosso del Lido.

I due, dopo avere affrontato il muro di flash e telecamere che l'attendevano in passerella sono scesi dal tappeto rosso per raggiungere gli ammiratori che li invocavano gridando a squarciagola. Non hanno esitato a filmare una quantità di autografi (Clooney ne ha anche raccolto uno per ricosegnarlo alla fan a cui era caduto) e ad abbracciare alcuni fan che volevano farsi immortalare assieme a loro.

Clooney in smocking nero e Bullock fasciata in abito rosso sgargiante hanno percorso più volte avanti e indietro le transenne cercando di accontentare davvero tutti. Poi i saluti e le foto di rito con i 'padroni di casa', Paolo Baratta e Alberto Barbera, prima dell'ingresso nella Sala Grande del Palazzo del Cinema del Lido per la cerimonia inaugurale e la proiezione del film d'apertura. Con loro il regista del film, soddisfatto del plauso ottenuto già nelle proiezioni in anteprima per la stampa del film, che si annuncia come un blockbuster e per il quale qualcuno già annovera la Bullock tra le nomination agli Oscar per la miglior interpretazione femminile.

Prima del cast del film, come da tradizione, hanno sfilato sul tappeto rosso una quantità di personalità del jet set. Oltre a tutti i giurati impegnati nelle varie sezioni della Mostra, anche lo stato maggiore della Warner Bros (che distribuisce 'Gravity') e poi diversi volti noti, compreso un Francesco Rutelli con zainetto in spalla, accompagnato dalla consorte Barbara Palombelli. Presenti anche il sindaco di Venezia, il presidente della Regione Veneto e la presidente della Provincia di Venezia. Come previsto, invece, non e' arrivato il ministro per i beni Culturali, Massimo Bray, trattenuto a Roma dal Consiglio dei ministri. Ma forse in arrivo al Lido per la cena di gala che seguirà alla proiezione del film d'apertura, sulla spiaggia dell'Hotel Excelsior.
                                       



mercoledì 28 agosto 2013

POLITICA : "LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI"

 

Zagrebelsky: “Nessun compromesso, la legge è uguale per tutti”


Da "Micromega on line"
di Liana Milella, da La Repubblica, 27 agosto 2013
I no - "chiari e tondi" - si sarebbero dovuti dire nella fin troppo lunga stagione delle leggi ad personam. Adesso, purtroppo, "rischia di essere tardi". A farne le spese saranno le istituzioni. È pessimista, il professor Gustavo Zagrebelsky, sull'affaire Berlusconi. Giudica "umiliante" che, per un leader di partito, si discuta di carcere, di domiciliari, di rieducazione sociale. E a chi sbandiera la tesi della sua agibilità politica, Zagrebelsky contrappone la necessità, da tanti avvertita, che "la politica sia protetta dall'illegalità".

Per questo il Senato dovrebbe "prendere atto" della condanna del Cavaliere e rispettare la legge Severino. Il ricorso alla Consulta "è possibile" ma, ironizza il professore, cosa potrebbe negare un Parlamento che ha consentito di far passare la tesi di Ruby nipote di Mubarak? Infine la grazia: Zagrebelsky ne ragiona con la freddezza di chi ci vede "un nuovo elemento divisivo" che potrebbe solo "intaccare" la figura del capo dello Stato.

Da un mese il dibattito politico è paralizzato. Berlusconi e il Pdl, perfino con il ministro dell'Interno Alfano, chiedono una cosa sola: cancellare quella condanna. Quanto è anomala e pericolosa la situazione che si vive in Italia?"Una cosa è da dire, innanzitutto: era tutto prevedibile. Per anni si è creduto di tenere sotto controllo un conflitto che, alla fine, si dimostra non componibile con un compromesso. Non è componibile, perché sono in gioco non interessi politici tra cui può esserci mediazione, ma principi ultimi che o si rispettano o si violano. Nel momento in cui è stata pronunciata una sentenza irrevocabile di condanna, è venuto il momento del redde rationem: o la forza della legge o certe aspettative della politica.
Per anni si è andati avanti con stratagemmi più o meno scaltri: rinvii, leggine personali mascherate da generali, impedimenti e furbizie varie, tollerate colpevolmente a tutti i livelli, politici e istituzionali, nella vana speranza che il conflitto si potesse controllare politicamente e che, alla fine, si spegnesse da sé. Se una lezione è da trarre, a futura memoria, è che i piccoli cedimenti iniziali sono destinati ad aprire la strada ad altri, e che, cedimento su cedimento, si forma una massa che non si riesce più a fermare. Il rigore istituzionale implica il dovere e la forza di dire dei "no" chiari e tondi, soprattutto all'inizio, quando è più facile".

Il neologismo "agibilità politica" può diventare una categoria per giustificare un trattamento speciale per Berlusconi? O la legge non sarebbe più, a quel punto, "uguale per tutti"?"Effettivamente, che il capo d'un partito che raccoglie molti voti e che ha governato per molti anni sia in carcere o, più facilmente, "ai domiciliari" o, peggio, lo si debba rieducare con opere di bene "ai servizi sociali", è una prospettiva umiliante: non (solo) per lui, ma (soprattutto) per tutti noi. S'invoca il diritto dei tanti elettori che l'hanno votato di poter sperare ancora nell'attività politica del loro leader. Ciò è comprensibile, ma non può essere senza limiti. Ritorniamo al rapporto legge-politica. Siamo in una democrazia, ma anche in uno Stato di diritto.
La "agibilità politica" che la democrazia richiede a favore di tutti non cede forse di fronte all'esigenza dello Stato di diritto che la politica non sia o non cada nelle mani di chi è stato riconosciuto colpevole di gravi reati contro la cosa pubblica? La politica, più diogni altra attività sociale, non deve essere protetta dall'illegalità? Dal punto di vista dell'agibilità politica, un condannato per gravi reati è "meno uguale" di chi non lo è stato. L'art. 48, terzo comma, della Costituzione prevede infatti la più classica delle limitazioni alla "agibilità politica", cioè l'ineleggibilità per effetto di una sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge".

Questo suo ultimo argomento, però, pare a molti, formalistico: Berlusconi, per i suoi sostenitori, non è uno come tanti altri, è un unicum e quindi merita una particolare considerazione."Sì, si dice così. L'uguaglianza di fronte alla legge varrebbe per gli uomini comuni, come siamo tutti noi. Lui, però, è un megantropo. Applicargli la legge comune sarebbe come chiudere ipocritamente gli occhi di fronte alla realtà. Ma, dicendo così, si finisce per denunciare una stortura ancor più grave: l'aver lasciato crescere nella democrazia un corpo estraneo: un'aggregazione di potere economico, comunicativo e politico in una sola persona, dove il potere acquisito in un campo serve ad alimentare il potere negli altri campi. Questo è un disequilibrio assai grave, che denominiamo impropriamente "conflitto d'interessi", mentre dovremmo chiamarlo accumulo d'interessi (e dipotere)".

Il Parlamento ha varato la legge contro la corruzione e, al suo interno, il decreto sull'incandidabilità dei condannati fino a due anni. Anche il Pdl ha detto sì. Berlusconi rientra nei casi previsti dalla legge. Lei vede una via d'uscita dalla sua decadenza dal Senato e dalla sua impossibilità a ricandidarsi?"Il Senato, pacificamente, è chiamato a prendere atto della sentenza e delle sue conseguenze e, per questo, ci sarà un voto. Trattandosi d'una presa d'atto, l'esito dovrebbe essere scontato, non potendo implicare una valutazione nel merito della sentenza di condanna. Però, nessuno può sapere che cosa accadrà. Se ci fosse un rifiuto, si aprirebbe un conflitto costituzionale di grande portata. Di nuovo: politica contro giustizia. Siamo sempre lì".

Il Senato - la giunta per le immunità prima, l'aula in seconda battuta - possono rivolgersi alla Consulta?"Certo che "possono"! Chi potrebbe impedirglielo? Se, però, "potere" significa "essere lecito", per rispondere dovrei entrare in argomenti strettamente giuridici. Preferisco non rispondere. Troppe sono le cose dette dai giuristi e troppo diverse tra loro. Crediamo forse che le forze politiche si orienteranno secondo l'argomento migliore, quando una maggioranza ha votato senza battere ciglio che una ragazza di nome Ruby è nipote d'un presidente egiziano? La realtà è che, in queste questioni, ciò che conta non è la forza degli argomenti, ma la forza dei numeri. Agli argomenti dei giuristi ci si appiglia solo come a pretesti. Sarebbe bene che, per l'onorabilità nostra e della nostra disciplina, in questa circostanza ci si astenesse dal fornire, per l'appunto, pretesti. In attesa ditempi migliori per il diritto".

La grazia. Napolitano si è espresso in proposito. Berlusconi deve chiederla ed essa non coprirebbe comunque le pene accessorie. Ma nella situazione penale di Berlusconi - un'altra condanna in primo grado e altri processi in corso - una grazia è possibile? Soprattutto: è eticamente accettabile?"Quando, nel 2006, la Corte costituzionale ha definito i caratteri del potere di grazia, l'ha sottratto al Governo, poiché il Governo esprime per sua natura orientamenti di parte, mentre la grazia deve prescinderne. Per questo, è stata assegnata al potere esclusivo del Presidente della Repubblica, rappresentante dell'unità nazionale. Ora, a parte le altre questioni, cui lei accenna nella domanda, le pare che in questo caso la grazia sarebbe un atto di unità? Non fomenterebbe, invece, profonde reazioni - come si dice - divisive, che intaccherebbero la figura stessa del Capo dello Stato?".

Una situazione come quella di questi giorni e la prospettiva della crisi di governo farà saltare la scommessa di una nuova legge elettorale. Rischiamo di tornare alle urne con ilPorcellum oppure lei vede vie d'uscita?"Una proposta meritevole d'attenzione c'è: sistema proporzionale con premio di maggioranza dato a chi prevale con una certa percentuale di voti oppure, in mancanza, assegnato con ballottaggio. Le idee non mancano. Ciò che manca è una convergenza d'interessi su una proposta. Se c'è una materia su cui, più che su ogni altra, si giocano gli interessi immediati delle forze politiche, e le ragioni di principio, cioè le visioni di giustizia, sono recessive, è proprio la materia elettorale. Gli interessi non si sommano ma si elidono. Per questo, c'è poco da essere ottimisti.
Un'occasione s'è persa quando la Corte costituzionale ha bloccato un referendum per il ritorno alla legge precedente, imperfetta ma certo migliore dell'attuale. Perciò, è assai probabile che si ritorni a votare con la legge attuale, da tutti deprecata per il suo marcato carattere oligarchico, per la possibile abnormità del premio di maggioranza e per l'incoerenza degli esiti, tra Camera e Senato: tre ragioni d'incostituzionalità. Ora, che si possa essere chiamati a votare con una legge che la Corte costituzionale, di passaggio in una sentenza di qualche anno fa, ha bollato come incostituzionale, è una delle non ultime ragioni della malattia che sfianca la democrazia nel nostro Paese".

(27 agosto 2013)
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Annotazione : prima di esprimere considerazioni sul caso "Berlusconi" sarebbe saggio
                       approfondire tanti aspetti giuridici, politici e sociologici, scevri da 
                       pregiudizi di parte, ed allora questo articolo di Milella ci può essere 
                       utile.
 
Marco Buonarroti 

(3) "IL BLOG DI MARCO BUONARROTI"


Caro lettore, cara lettrice, leggi le pagine di questo blog scegliendo nell'archivio, qui a destra, gli argomenti che più ti interessano o scorri nella bacheca "home" di twitter per cercare post del mio blog pubblicati.
Disponibile a migliorare il blog, in termini di contenuti e di impostazione, sarò lieto di ricevere i tuoi eventuali consigli e commenti.
Grazie e onorato della tua lettura, Marco Buonarroti
marco.buonarroti@gmail.com
                                (Immagine del poeta prodigio Arthur Rimbaud)
Se t'interessa, su di lui troverai nell'archivio, mese di maggio, un sintetico saggio da me scritto.
(preciso che Marco Buonarroti è il mio autentico nome e cognome)

CULTURA :"TITOLO DI CAPITALE 2019"

Cultura, sono venti le città italiane che ambiscono al titolo di Capitale per il 2019

ultimo aggiornamento: 27 agosto, ore 12:32
Roma - (Adnkronos) - Il bando è stato ufficializzato a dicembre e si chiuderà il 20 settembre. Sarà poi la volta della selezione, quando una commissione ne raccomanderà una per il conseguimento del titolo che esiste dal 1985 e che in quell'anno spetterà all'Italia. Il sindaco dell'Aquila Cialente: "Puntiamo al titolo con la città rinata". Il primo cittadino di Perugia, Boccali: "La nostra è un'operazione di popolo"

 
Roma, 26 ago. - (Adnkronos) - Sono circa venti le citta' italiane che stanno lavorando alla cadidatura per Capitale europea della cultura 2019. Il bando e' stato ufficializzato nel dicembre scorso e il 20 settembre prossimo verra' effettuata una prima pre selezione. Le citta' incluse nella lista di pre-selezione saranno invitate a presentare una domanda di candidatura piu' elaborata per la procedura di selezione vera e propria. Dopo nove mesi dall'incontro di pre-selezione, la commissione raccomandera' una citta' per il conseguimento del titolo di ECoC. 

E' dal 1985 una citta' dell'Unione europea diventa capitale della cultura per un anno, durante il quale ha la possibilita' di manifestare la sua vita e il suo sviluppo culturale. Notevoli i vantaggi in termini socio-culturali ed economici.

A designare la citta' sara' una commissione di 13 membri, di cui sei nominati dal governo italiano e sette dalla commissione europea. Due le tappe principali: la pre-selezione che individuera' una lista per il 20 settembre prossimo, mentre la selezione finale avverra' nell'autunno del 2014 e nel 2015 la nomina ufficiale.

Attualmente, le candidature italiane si dividono tra citta' la cui situazione e' piu' incerta e citta' la cui preparazione e' invece ad uno stadio piu' avanzato. Nell'elenco, ancora provvisorio, delle citta' candidate, pubblicato sul sito dell'Europarlamento compaiono L'Aquila, Matera, Perugia-Assisi, Mantova, Palermo, Torino, Urbino, Siena, Ravenna, Catanzaro, Caserta, Aosta, Pisa, Urbino, Siracusa, Lecce, Bergamo, Amalfi, Venezia e Taranto.

I criteri che deve soddisfare il programma di una citta' candidata sono fondamentalmente due: la dimensione europea e la citta' e i cittadini. Per quanto concerne la dimensione europea, il programma deve rafforzare la cooperazione fra gli operatori culturali, gli artisti e le citta' degli Stati membri interessati nonche' degli altri Stati membri qualora vi fosse collaborazione; deve fare emergere la ricchezza della diversita' culturale in Europa e mettere in evidenza gli aspetti comuni delle culture europee.

Il secondo ed ultimo requisito riguarda la citta' e i cittadini: Il programma deve incoraggiare la partecipazione dei residenti nella citta' e nei dintorni, mira a suscitare il loro interesse, deve avere un carattere duraturo e costituire parte integrante dello sviluppo culturale e sociale a lungo termine della citta'.

L'Aquila - "Abbiamo presentato la candidatura dell'Aquila con molta ambizione nel tentativo di progettare la cultura delle nuove citta' europee del terzo millennio", afferma all'Adnkronos Massimo Cialente, sindaco dell'Aquila in merito ai preparativi per la presentazione ufficiale della canditatura della citta' a Capitale europea della cultura 2019. "Nel 2019 avremo ricostruito tutti i monumenti e arricchito la citta' di nuove strutture, teatri cinema e quant'altro. L'obiettivo e' ricostruire la citta' mantenendone tutti gli aspetti storici e architettonici di cent'anni fa, riportando alla luce anche tratti di mura e una delle porte antiche, e allo stesso tempo intendiamo modificare l'aspetto urbanistico modernizzandolo", prosegue Cialente prospettando una sostanziale rinascita della citta'.

"L'Aquila sara' una citta' cablata, con la banda larga all'interno dei palazzi e l'intento e' quello di organizzare nel miglior modo possibile la vita delle persone. L'Aquila, - sottolinea ancora il primo cittadino - e' una citta' che e' stata duramente colpita, ma stiamo lavorando intensamente e vorremmo proporci con un salto qualitativo sulla cultura e lanciare l'idea di una citta' del terzo millennio ricca di storia e nello stesso tempo moderna, proiettata nel futuro sia a livello infrastrutturale che di qualita' della vita".

"Puntiamo molto sui giovani - conclude Cialente - che avranno un luogo tutto loro, autogestito: un ex multisala che stiamo attrezzando perche' i giovani e giovanissimi possano esprimere la loro arte musicale, teatrale e altro".

Perugia - ''Della candidatura a Capitale europea della cultura, oltre al soggetto cioe' 'Perugia2019, con i luoghi di Francesco d'Assisi e dell'Umbria', voglio sottolineare il grande lavoro corale, un lavoro importante di metodo e di merito, che ha coinvolto citta' e regione, sia in senso istituzionale che territoriale, con la partecipazione di moltissimi soggetti del territorio, con fondazioni e associazioni culturali e di volontariato in particolare. E' stata una grande operazione di popolo''. A dirlo all'Adnkronos e' il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali.

''Cio' che ci caratterizza particolarmente - aggiunge Boccali - sono le azioni che riguardano il dialogo interculturale e interreligioso. L'italia e' la nuova frontiera dell'Europa e delle citta' europee e queste riflessioni non possono che partire dalle nostre terre, terre di pace e di dialogo. Inoltre questo progetto rappresenta una fase nuova che abbiamo aperto per il governo delle citta'''.

Per il sindaco di Perugia, in ogni caso, questa resta ''una grande opportunita' per tutta l'Italia: noi siamo stati i primi a proporre di usare il lavoro delle citta' candidate per fare 'Cultura Italia 2019', perche' significa avere e utilizzare un parco progetti gia' pronto''.

martedì 27 agosto 2013

POLITICA : "LA PROSA DI CARLO CORNAGLIA"

Da "Micromega on line" :

CARLO CORNAGLIA – Come te non c’è nessuno
ccornaglia

La condanna al delinquente
ha spronato la sua gente
a paragonare il reo
ad un ricco mausoleo
di famosi personaggi:
eroi, dittatori, saggi,
assassin, perseguitati,
evasori, letterati,
in un mix prova lampante
di una massa delirante,
sottomessa e adulatrice
che non sa quel che si dice.
Per Barani il nostro reo
è Pertini, è Galileo.
Socrate per De Martini
e per Sgarbi Pasolini.
Per l’esercito adorante
oltre a Cesare è il furfante,
Gandhi, Havel, Erdogan,
mentre pensa a D’Artagnan
Quagliariello, il saggio pio.
Per Antonio Razzi è Dio.
Per Malan è Moranino.
E’ Guareschi Giovannino
per gli amici del Giornale
per i quali il criminale
può sembrar pure ai severi
Dreyfus, Pellico, Alighieri.
Se per Amicone è il Che,
per Daniela Santanché
Silvio è Yulia Timoshenko.
Proseguendo nell’elenco,
è Gesù per Angelino,
per la Comi è Valentino,
evasor motociclista
e Rotondi mette in pista
nientemeno che Aldo Moro.
Minzolini, bocca d’oro,
parla di Nelson Mandela
e Guzzanti invece svela
che par Gramsci il Cavaliere.
Libero ci fa sapere,
mentre come un cane latra,
che il caimano è Shinawatra,
è Peron, è San Suu Kyi.
E non è finita qui:
Mario Mauro con amore
vuol per l’Unto del Signore
l’amnistia che ai ciellenisti
ed ai vil nazifascisti
ha concesso un dì Palmiro.
E così si chiude il giro.
La moral che si può trarre
in attesa delle sbarre?
Checché dica questa gente
Berlusconi è un delinquente,
delle tasse un evasore,
un bandito, un malfattore
che vuol prenderci per pirla.
Ora è tempo di finirla,
per ridare al Belpaese
non lo schifo a larghe intese
degli oscen quaraquaquà,
ma Giustizia e Dignità.
Carlo Cornaglia
(26 agosto 2013)

 

RUBRICA (1AG)"CITAZIONI,RIFLESSIONI"

 
Anonimo
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Eminem, nome d'arte di Marshall Bruce Mathers,(detto anche Slim Shady), rapper,
attore e produttore discografico statunitense.

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"Un ragazzo anonimo:"Il significato della vita è dare alla vita un significato"
          
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Marco Buonarroti

ARCHEOLOGIA :"LA TOMBA DI ALESSANDRO MAGNO ??"

Archeologia: tumulo in Grecia fa pensare a tomba Alessandro Magno ma esperta frena

ultimo aggiornamento: 23 agosto 
Roma, 23 ago. (Adnkronos) - Il ritrovamento nella regione greca della Macedonia di un grande 'tumulo', una specie di collina artificiale con la quale si era soliti coprire le sepolture, ha destato speranze e illazioni sulla possibilita' di poter rinvenire li' la tomba di Alessandro Magno.
Il complesso funerario si trova vicino ad Anfipoli, e all'interno di esso e' stata scoperta una parete di circa 500 metri. Prima pero' di generare aspettative troppo elevate, l'archeologa responsabile Katerina Peristeri si e' oggi affrettata a precisare che "non e' serio parlare della tomba di Alessandro Magno", secondo quanto riporta la radio greca.Dopo il ritrovamento, diversi archeologi, appassionati e pagine web avevano speculato sul fatto che si trattasse del sepolcro del grande conquistatore macedone, e la notizia si era diffusa a macchia d'olio.

Secondo la Peristeri, il ritrovamento e' rilevante, dal momento che si tratta di un complesso funerario del IV secolo a.C.. Sino ad ora pero', non si puo' dire sia niente piu' di questo."Ancora non abbiamo cominciato a scavare dentro il complesso, quindi non possiamo dire niente con certezza", ha argomentato l'archeologa. Alessandro Magno mori' nel 323 a.C. in Babilonia. I suoi resti furono deposti in un mausoleo in Egitto, ma dalla fine dell'eta' Antica si era persi i segni della tomba. Negli ultimi decenni, archeologi ed investigatori l'hanno cercata senza esito ad Alessandria, in Uzbekista'n e fino arrivando al nord dell'Australia.

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Annotazione :

Alessandro Magno (Pella 356 a.C. - Babilonia 323 a.C.), re di Macedonia (336 a.C. - 323 a.C.), fu uno dei più grandi strateghi militari e conquistatori della storia.

Marco Buonarroti

(Le annotazioni in calce alla notizia, nei post passati e in quelli futuri, sono curate da Marco Buonarroti )


lunedì 26 agosto 2013

(1) - "IL BLOG DI MARCO BUONARROTI"

Caro lettore, cara lettrice, leggi le pagine di questo blog scegliendo nell'archivio, qui a destra, gli argomenti Cche più ti interessano o scorri nella bacheca home di twitter per cercare i post del mio blog.
Disponibile a migliorare il mio blog, in termini di contenuti e impostazione, sarò felice di ricevere i tuoi eventuali consigli e commenti .
Grazie e onorato della tua lettura, Marco Buonarroti
marco.buonarroti@gmail.com
                                (Immagine del poeta prodigio Arthur Rimbaud)
Se t'interessa, su di lui troverai nell'archivio, mese di maggio, un sintetico saggio da me scritto.
(Preciso che Marco Buonarroti è il mio autentico nome e cognome)

(2)- "IL BLOG DI MARCO BUONARROTI"

Caro lettore, cara lettrice, leggi le pagine di questo blog scegliendo nell'archivio, qui a destra,gli argomenti che più ti interessano o scorri nella bacheca "home"di twitter per cercare post pubblicati del mio blog.
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Grazie e onorato della tua lettura, Marco Buonarroti
marco.buonarroti@gmail.com
                                (Immagine del poeta prodigio Arthur Rimbaud)
Se t'interessa, su di lui troverai nell'archivio, mese di maggio, un sintetico saggio da me scritto.
(Preciso che Marco Buonarroti è il mio autentico nome e cognome)

POLITICA :"LEGGE SEVERINO E BERLUSCONI "

Da il "Fatto Quotidiano"

Legge Severino, già 37 i decaduti. Ma per il Pdl è incostituzionale solo per B.

Sono 17 i consiglieri regionali (più 20 tra provinciali e comunali) che hanno dovuto lasciare lo scranno e la vita politica a seguito di decreti firmati dal premier applicando la norma che è ormai l’incubo del suo principale alleato di governo. Nessuno ha preteso di salvarli in nome della loro agibilità politica, dell'incostituzionalità e della illegittima retroattività della 235.

Un  insopportabile affronto per un Berlusconi ormai sul punto di rottura, se solo sapesse. Mentre falchi e colombe del suo partito si affannavano a bombardare la legge Severino Enrico Letta, senza troppa pubblicità, la applicava a pieno regime, firmando di suo pugno i decreti previsti dalla norma che è ormai l’incubo del suo principale alleato di governo. E sì, perché mentre la decadenza dalle cariche elettive di consiglieri comunali e provinciali è automatica, la sospensione dei consiglieri regionali richiede un apposito decreto del Presidente del Consiglio. E Letta, dal giorno dell’insediamento, non s’è mai tirato indietro. Per 15 volte ha firmato, di suo pugno, i decreti sanzionatori della legge che dovrebbe essere applicata anche al senatore Berlusconi. E nessuno, tantomeno dal Pdl, ha sollevato dubbi su retroattività e legittimità della legge accampando pretese sull’“agibilità politica” dei decaduti. Non un falco, non una pitonessa. Neppure i destinatari dei provvedimenti hanno protestato. La fabbrica delle sospensioni non s’è interrotta neppure quando la bomba a orologeria della sentenza in Cassazione sui diritti Mediaset si è pericolosamente avvicinata allo zerbino di Arcore.
Il 18 luglio, a due settimane dal verdetto che inchioda definitivamente il leader del Pdl, Letta firma il decreto che colpisce il consigliere della Campania Sergio Nappi (Pdl). Era finito ai domiciliari il 18 aprile a seguito dell’inchiesta sui rimborsi con l’accusa di peculato e tornato in libertà a metà maggio con il solo obbligo di firma. Ma il premier si ritrova sul tavolo l’ordinanza con le misure cautelari e applica l’articolo 8 della legge Severino. Nessuno solleva la questione della retroattività che, di lì a pochi giorni, avrebbe invece occupato giornali e pensieri degli uomini di Berlusconi e perfino di esponenti-mediatori del Pd. Il 5 agosto la sentenza in Cassazione è definitiva da quattro giorni, impazzano gli altolà del centrodestra ma Letta firma ancora e nessuno solidarizza col sospeso. Il decreto colpisce stavolta Giampaolo Lavagetto, consigliere Pdl in Emilia Romagna. Sul suo capo pesa una condanna del 2010 per peculato a uno anno e sei mesi di reclusione. Era subentrato da qualche settimana a Luigi Villani, altro sospeso Pdl per la Severino (ma con decreto di Monti) dopo esser stato arrestato per l’inchiesta parmigiana Public Money. Lavagetto, secondo i giudici, aveva usato il cellulare di servizio in maniera impropria, non aveva certo creato società offshore per frodare lo Stato come il leader del suo partito.
Ma la legge è legge, e la sospensione è scattata a tre anni dalla sentenza. Neppure in questo caso vengono sollevati dubbi sul valore retroattivo dell’anticorruzione. Giusto l’interessato obietterà, a caldo, che “è un provvedimento ingiusto” cercando d’accodarsi ai big del partito che sono però raccolti intorno al Capo e non guardano altrove. Non troverà nessuno disposto a spender per lui gli stessi funambolici argomenti che vengono compulsati da avvocati e big del partito a caccia di un salvacondotto per il leader. Del resto quando Mario Monti ha sponsorizzato la legge, in un clima di generale rancore verso sprechi e ruberie nei consigli regionali di mezza Italia, aveva incassato voti e plauso anche del Pdl, azionista della strana maggioranza. Nessun problema per l’approvazione, nessuno per l’applicazione. Ed è così che dal 5 gennaio 2013, quando è entrata in vigore e per i successivi otto mesi, i decreti sono fioccati in ogni regione d’Italia colpendo 17 consiglieri di ogni colore politico. E nessuno, tantomeno nel centrodestra, si è stracciato le vesti.
Loro sono tutti fuori dalla politica, Berlusconi no
Lo sa bene il primo che ne ha fatte le spese, il presidente del Molise Angelo Iorio. La sua carriera è iniziata nel ’75, è stato deputato e cinque volte candidato alla presidenza del consiglio regionale. Ma la sua carriera politica finisce il 28 marzo per effetto della condanna a un anno e sei mesi per abuso d’ufficio, non certo per una frode miliardaria al fisco. Monti ha sulla scrivania tre documenti: la sentenza del Tribunale di Campobasso datata 22 febbraio, la nota della prefettura del 18 marzo che indica Iorio nuovamente tra gli eletti dopo la tornata del 16 marzo, una nota del Viminale che ne suggerisce la decadenza a partire da quella data. Il premier, all’epoca transitorio fino a nuove elezioni, non ha dubbi e il 28 marzo firma la sospensione. La notizia è un lancio d’agenzia. Non provoca boatos sugli spalti del centrodestra. Gli esponenti Pdl si tengono alla larga, neppure uno che si sogni di mettere in dubbio la legge e tantomeno la tenuta di un governo ormai a termine. Alla prima prova, dunque, l’anti-corruzione della Severino tiene.
Dalle consultazioni esce il nuovo governo di larghe intese sostenuto ancora da Pd e Pdl, Letta diventa premier ed eredita l’onere di firmare i decreti di sospensione. E l’ex responsabile economico della Margherita va avanti come un treno sulla strada della Severino e anzi accelera: in un solo Consiglio dei ministri, quello del 21 maggio, decreta la sospensione di 11 consiglieri della Basilicata, tutti travolti dall’inchiesta sui rimborsi gonfiati che aveva portato all’arresto di due assessori e un consigliere, mentre per altri otto era scattato l’obbligo di dimora. Tutti insieme, uno dopo l’altro, devono lasciare i loro scranni di ogni colore politico: il capogruppo Nicola Giovanni Pagliuca (Pdl), Rocco Vita (Psi), Alessandro Singetta (Misto), Mariano Antonio Pici (Pdl), Paolo Castelluccio (Pdl), Antonio Autilio (Idv), Vincenzo Edoardo Viti (Pd), Agatino Lino Mancusi (Udc), Rosa Mastrosimone (Idv). Nessuno li rimpiange, nessuno apre un “caso”.
Neppure quando il reato è bello e che prescritto, come accaduto al consigliere regionale di Fratelli d’Italia in Sicilia, Salvino Caputo, condannato a un anno e cinque mesi per un tentato abuso d’ufficio: da sindaco di Monreale provò a far cancellare due multe all’autista del vescovo. L’ultimo decreto Letta che applica la Severino è del 26 luglio e colpisce Roberto Conte, ex consigliere dei Verdi e poi del Pd, transitato nel centrodestra dopo una serie di vicende giudiziarie. All’ultima tornata elettorale aveva sfidato la sorte e si era candidato nonostante una sospensione per una condanna ricevuta nel 2009 a due anni e otto mesi per concorso esterno in associazione camorristica. Nel 2011 Conte torna alla ribalta grazie a un decreto firmato da Berlusconi che ha revocato la sospensione consentendo a un condannato di tuffarsi in campagna elettorale a caccia di voti. Conte, del resto, è un campione ante litteram dell’idea del centrodestra per cui gli unici giudici dei politici sono gli elettori. I campani, infatti, non restano impressionati dalle sue pendenze giudiziarie e gli regalano 10.400 preferenze. Ora è un decreto di Letta a cancellare quello di Berlusconi. Grazie all’odiata Severino.
Consiglieri estromessi anche per piccoli reati, a volte prescritti. Ma il difetto di retroattività vale solo per B.
Anche gli amministratori locali vengono sospesi o dichiarati decaduti, spesso per reati di poco conto, magari prescritti. Il provvedimento per loro, articolo 11 della legge Severino, non passa per Palazzo Chigi ma viene disposto automaticamente dalle Prefetture. Che finora hanno applicato la 235 una ventina di volte, senza ritenere sussistente la questione della retroattività che anima avvocati e politici. Quanti consiglieri comunali, provinciali e sindaci siano stati espunti dai loro municipi per effetto della legge anti-corruzione esattamente non si sa. Repubblica riferisce di una ventina di casi. Certamente sono in fase di istruttoria altri provvedimenti di decadenza.
Le prefetture hanno chiesto ai tribunali i carichi pendenti dei vari amministratori. Di sicuro è già incappato nella Severino Luigi De Filippis, ingegnere, allontanato dal consiglio comunale di Serino (Avellino) per una condanna in primo grado per abuso d’ufficio, pur essendo i fatti ampiamente prescritti. A Parabita, provincia di Lecce, si è creato un caso sulla sospensione per 18 mesi del consigliere comunale d’opposizione Stefano Prete. Il sindaco Pdl Alfredo Cacciapaglia aveva sollecitato la prefettura a pronunciarsi contro il consigliere colpito da una condanna per abuso d’ufficio. Ma nella sua giunta resta in carica un assessore, Biagio Coi, colpito da una più dura condanna a due anni di reclusione per truffa aggravata ai danni dell’Europa. La scure ha poi colpito Vincenzo Vastola, ex sindaco di Poggiomarino (Napoli), fino a qualche mese fa capo dell’opposizione: a febbraio è stato sospeso dalla carica di consigliere per via di una condanna del 2012 per aver firmato un ordine di servizio privo di protocollo che stabiliva l’installazione di cinque lampioni nella strada in cui abita mentre per regolamento avrebbe dovuto procedere a una gara d’appalto. “Credo che molti amministratori si trovino nella sua situazione, per questo chi lo ha sospeso dovrebbe accelerare la raccolta di documentazione ed emanare analoghi provvedimenti”. Parola di Francesco Nitto Palma, ex ministro della giustizia del Pdl e coordinatore del partito in Campania. Partito che ora chiede esattamente il contrario, di invalidare la legge. E non per cinque pali della luce.

 
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Annotazione :
 
Ennesimo caso di memoria corta del popolo "italiota"(quella parte di popolo che per "trenta denari"di IMU vota PDL o simpatizza per Berlusconi)) : signori italiani smemorati ricordate il plauso (ben meritato) che ottenne Mario Monti quando, in seguito, soprattutto, agli scandali di sottrazione di fondi pubblici per interessi personali nelle amministrazioni locali,(avete già dimenticato la rabbia generale e l'incredulità  per i furti alla regione Lazio da parte di quel losco figuro di consigliere regionale,  Fiorito, e tutti gli altri casi a cascata nelle altre regioni....???), propose con il favore generalizzato delle forze politiche, incluso il PDL, una legge anticorruzione?
Ebbene quella legge fu approvata nell'ottobre del 2012 con 480 voti a favore,19 contrari e 25 astenuti. Credo non ci sia bisogno di sottolineare che nei 480 voti a favore erano compresi anche quelli del PDL che oggi, con incredibile ipocrisia e sfacciataggine indecorosa, la rinnega perché nelle maglie delle pene, dalla legge previste, rimarrà intrappolato Berlusconi.
Questa mia annotazione è diretta a coloro che con motivazioni fallaci e interessate(vedi i trenta denari di IMU)ventilano ipocritamente l'ipotesi di non votare per la decadenza dalla carica di senatore di Berlusconi.


Marco Buonarroti
 
 
 
 
 

domenica 25 agosto 2013

POLITICA :"VERTICE AD ARCORE"

Vertice fiume ad Arcore, Pdl unito: Impensabile decadenza Berlusconi

(foto Xinhua)  (foto Xinhua)
ultimo aggiornamento: 24 agosto, ore 21:50
Roma - (Adnkronos/Ign) - Summit di oltre quattro ore tra il Cavaliere e lo stato maggiore del partito per decidere l'exit strategy in vista della riunione della Giunta del Senato del prossimo 9 settembre. Il vicepremier: "Va garantita la rappresentanza ai nostri elettori". Pd replica: ''Impensabile è non rispettare le sentenze''. Scelta civica: sconcerto da parole Alfano. D'Alema: "Crisi sarebbe un danno al Paese" . Letta: "Fiducioso che si troverà soluzione". Monti: governo prosegua, non subisca diktat. Scontro sull'ipotesi di amnistia. No del Pd: "Sarebbe un'indecenza". Palma: "Amnistia per Berlusconi difficilmente percorribile". Berlusconi avverte Letta che serve un segnale. 
Roma, 24 ago. (Adnkronos/Ign) - La decadenza di Silvio Berlusconi "dalla carica di senatore è impensabile e costituzionalmente inaccettabile". Così il segretario del Pdl Angelino Alfano al termine del vertice fiume che si è tenuto ad Arcore tra lo stato maggiore del Pdl e Silvio Berlusconi per decidere la strategia nei confronti del Governo Letta in vista della riunione della Giunta del Senato del prossimo 9 settembre e per salvaguardare l'agibilità politica del Cavaliere dopo la condanna definitiva per frode fiscale nel processo sui diritti tv Mediaset.

''Il Popolo della Libertà è come sempre unito, compatto e deciso, a fianco del suo presidente Silvio Berlusconi - ha aggiunto Alfano - a cui è molto legato da indissolubili vincoli di affetto e di condivisione politica".

Il vicepremier ha poi chiesto che venga garantita la rappresentanza degli elettori di Berlusconi, annunciando che presto farà un appello a tutte le massime istituzioni, al premier Letta e ai vari partiti in questo senso. ''Tutti insieme - scrive nella nota diffusa al termine del vertice - rivolgeremo alle massime istituzioni della Repubblica, al primo ministro Letta e ai partiti che compongono la maggioranza, parole chiare sulla questione democratica che deve essere affrontata per garantire il diritto alla piena rappresentanza politica e istituzionale dei milioni di elettori che hanno scelto Silvio Berlusconi''.Alfano ha poi lasciato villa San Martino senza fermarsi con i cronisti. Poco dopo è uscita dalla residenza di Silvio Berlusconi la parlamentare del Pdl Daniela Santanché. Anche lei ha preferito non parlare.


La replica del Partito democratico non si fa attendere con il responsabile organizzativo Davide Zoggia che rilancia proprio sull'aggettivo ''impensabile'' utilizzato da Alfano. ''Possiamo comprendere il travaglio che sta affrontando il Pdl, ma non per questo è pensabile che si possano eludere le leggi e non rispettare le sentenze. Ci auguriamo che il Pdl trovi la forza di scindere le questioni giudiziarie dall'azione che il governo sta portando avanti per il bene del Paese e degli italiani''.

Per Scelta Civica si dice ''sconcertata'' dalle parole di Alfano. ''Parole che si possono comprendere se pronunciate dal segretario del Pdl - dice il presidente dei senatori Gianluca Susta - ma che risultano inaccettabili se dette dal vicepresidente del Consiglio nonché ministro degli Interni. La Monti-Severino è una legge votata a larghissima maggioranza dal Parlamento ed è pienamente legittima anche dal punto di vista costituzionale".

Al summit odierno, durato oltre 4 ore erano presenti, tra gli altri, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e diversi esponenti del Pdl tra cui i capigruppo Renato Brunetta e Renato Schifani.

Durante il vertice fuori dalla residenza di Silvio Berlusconi si è radunato qualche militante con le bandiere di Forza Italia. Alcuni di loro, tra cui un sostenitore del Cavaliere giunto dalla provincia di Ancona, hanno esposto cartelli con scritto: "Per Silvio solo grazia di Dio. Come sempre. Elezioni subito".

sabato 24 agosto 2013

DANZA :"ELEONORA ABBAGNATO A TAORMINA...."

Danza: Eleonora Abbagnato infiamma Taormina, 15 minuti di applausi per lei

ultimo aggiornamento: 23 agosto, ore 15:34   
Roma, 23 ago. (Adnkronos) - Inaugurazione esaltante per la quinta edizione del Festival Belliniano diretto da Enrico Castiglione ed aperto quest'anno all'insegna della grande danza con il gala ''Eleonora Abbagnato e le stelle dell'Opera di Parigi''. Il pubblico cosmopolita che gremiva il Teatro Antico di Taormina ha avvolto in un abbraccio ideale la danzatrice palermitana, luminosa e commossa alla sua prima esibizione in Italia dopo la nomina ad e'toile dello storico corpo di ballo francese. E l'artista, applaudittisima e festeggiata, ha scelto la sua Sicilia e Taormina, esibendosi con altre tre e'toile dell'Ope'ra: Nicolas Le Riche, Clairemarie Osta e Benjamin Pech, affiancati da un gruppo di ballerini di altissima scuola. Quindici minuti di applausi finali hanno suggellato il grande successo dell'evento che ha dato il via al quinto Festival Belliniano, rifondato a Catania nel 2009 da Enrico Castiglione insieme al Comune di Catania, alla Provincia di Catania e al Teatro Massimo Bellini.
Il cartellone si snodera' per ben tre mesi tra Taormina e Catania e punta a sottolineare la connotazione europea che ha contraddistinto l'ascesa artistica di Vincenzo Bellini, che con il debutto dei ''Puritani'' conobbe nel 1835, proprio a Parigi, la piena consacrazione. Nel proporre il gala con la Abbagnato e le altre star della compagnia parigina, Enrico Castiglione ha voluto celebrare la danza con una delle protagoniste piu' in vista dei nostri giorni, e attraverso una delle istituzioni piu' blasonate, che festeggia nel 2013 tre secoli di vita. Tutto nel segno del legame artistico e umano che uni' e unisce il compositore etneo alla capitale francese, sua citta' di adozione. Anche per Eleonora Abbagnato, Parigi e la Francia rappresentano una sorta di seconda patria, e la scuola francese un punto di riferimento. Non a caso il programma presentato a Taormina si e' chiuso trionfalmente con il balletto ''Carmen'' di Roland Petit, il mitico coreografo francese che ha scoperto Eleonora ancora bambina. Ed e' proprio dopo aver ballato ''Carmen'' che la danzatrice e' stata proclamata e'toile per acclamazione.Omaggio alla cultura era pure ''La Dama delle camelie'', balletto di John Neumeier, su musica di Chopin, ispirato all'omonimo romanzo di Alexandre Dumas figlio. In entrambe le coreografie partner di Eleonora Abbagnato e' stato il raffinato Nicolas Le Riche, sempre piu' apprezzato anche come coreografo, come la stessa Abbagnato che si e' pure esibita con Benjamin Pech in uno struggente ''Stabat Mater'', firmato da entrambi i danzatori. Ne' mancavamo i grandi classici come ''Il lago dei cigni'' e ''Don Chisciotte''. Una grande festa del balletto che ha entusiasmato e convolto gli spettatori, oltre 3.500, che affollavano il Teatro Antico, confermando senza soluzione di continuita' il successo che ha accompagnato la stagione lirica allestita in luglio e agosto da Enrico Castiglione, dal 2007 artefice di magnifiche produzioni che hanno rilanciato nel mondo il sito archeologico taorminese, tra i piu' belli e suggestivi al mondo.


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Contributo fotografico :

Eleonora Abbagnato


Marco Buonarroti

LA PITTURA COME NARRAZIONE



La pittura, come la fotografia, è narrazione : 

 La natura che s'identifica con il nostro pianeta, l'artista rivolge la sua sensibilità al rapporto panico con la natura;egli infatti realizza un armonioso connubio con l'ambiente fisico che lo circonda;il linguaggio che adopera per narrare non è sempre coerente e chiaro come se si trattasse di una fotografia, ma è il risultato di una ricerca che appaghi la percezione visiva della realtà che non appare altrettanto chiara e nitida; i colori, infatti, sotto l'effetto della luce, sono vivi e spesso cangianti. I pittori "impressionisti", per esempio, si rifanno al principio che il reale appare con contorni mai netti che appaiono come sfocati dall'influenza delle varie intensità della luce.
 
August Holland,pittore statunitense (1928/1998) :









Claude Monet, pittore francese, impressionista, (1840/1926) :








L'umanità e il rapporto che il pittore intrattiene con essa e di cui coglie gioie e sofferenze, sogni e realtà, bellezza spirituale e fisica, grazia e goffagine.
Egli narra con il pennello, infatti, come lo scrittore con la penna, gli eventi della vicenda umana, lasciando di essa, sulla tela, le alterne tracce ora drammatiche, ora felici,le facce del bene e del male.


Thomas Benjamin Kennington, pittore inglese (1856/1916):










Kennington fu particolarmente sensibile alle condizioni di povertà della società inglese in epoca vittoriana e ha narrato su tela episodi di indigenza nei quali si percepisce la sofferenza dei volti e la rassegnazione dei soggetti, raggiungendo lo scopo di coinvolgere emotivamente chi osserva il dipinto inducendolo a soffermare la propria memoria al dramma della povertà :

"The pinch of poverty" (i morsi della povertà), 1891,:


"Homeless" (senza tetto ),1890:


"Orphans",1885,:                                 


"Widowed and fatherless" ( vedova e orfana),1888 :


                                            
                                                ====================

Jules Bastien-Lepage,(1848-1884),pittore francese,:

"The small beggar asleep", (il piccolo mendicante addormentato),l'artista, sensibile come Kennington alle condizioni di indigenza delle classi sociali inferiori della
Europa del XIX secolo, dipinge con dovizia di particolari la cruda realtà del piccolo mendicante,la sua solitudine, alleviata dall'amicizia del suo fido compagno, il suo sfinimento, la sua povertà che domina suscitando il ribollire di sentimenti in chi osserva (legge) il dipinto.

                    
                                                  =================

Leonardo da Vinci (1452/1519),pittore, scultore, architetto e scienziato italiano, uno degli artefici del Rinascimento.
La bellezza spirituale, fisica e la grazia della "Gioconda" e del volto di donna nei due dipinti:


                             

                                                   =================

Francisco Goya (1746/1828),pittore spagnolo, narra in questo dipinto un momento drammatico della vicenda umana. la pittura diventa storia, il pittore un testimone dei tempi : "la guerra di indipendenza spagnola contro la dominazione napoleonica della Spagna, nel 1808.


                                                   =================

Jacques-Louis David, (1748/1825),pittore francese, uno dei maggiori rappresentanti del neoclassicismo. Anch'egli si fa testimone della vicenda umana narrando magistralmente con il pennello eventi della Storia, sempre attento a evidenziare l'armonia della bellezza e perfezione degli sfondi e dei personaggi .

                                          Il giuramento degli Orazi


                                                La morte di Socrate


                                                 Il ratto delle Sabine



                                                           Napoleone


                                                              Patroclo



                                                    Mademoiselle Buron


                                                      Paride ed Elena


                                                        Morte di Seneca


                                              Incoronazione di Napoleone
                                           
                              
                                                            Ettore


                                                ===================

Caravaggio, soprannome di Michelangelo Merisi, (1571/1610),pittore italiano.
Maestro nell'interpretare la drammaticità della realtà e di saperla narrare in modo magistrale sulla tela, evidenziando  la sensualità dei soggetti e la loro aderenza alla tradizione classica.





                                                            I bari

                                                         San Giovanni

                                                   Vocazione di Matteo

                                                    Ritratto di donna


                                                    Bacchino malato

                                                          Deposizione

                                                    San Giovanni Battista

                                                   Donna allo specchio


                                                               I musici

                                                    Madonna di Loreto

                                                Ragazzo con cesto di frutta
                                                       

                                                  Gesù alla colonna                                        
                                                                                                                                                                   

Marco Buonarroti  (nome e cognome sono gli autentici nome e cognome dell'autore del blog)