Mostre: Antonio Canova, a Firenze ''La bellezza e la memoria''
ultimo aggiornamento: 07 luglio, ore 12:41
Firenze, 7 lug. - (Adnkronos) - Una mostra riporta a Firenze dopo lunghissimi silenzi Antonio Canova, grande protagonista dell'arte neoclassica. ''Antonio Canova. La bellezza e la memoria'', a cura di Giuliana Ericani, restera' aperta a Casa Buonarroti fino al 21 ottobre. L'esposizione e' realizzata attraverso la collaborazione della Casa Buonarroti con il Museo Civico di Bassano del Grappa, ed e' promossa dall'Associazione culturale Metamorfosi.
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Annotazione:
Canova, Antonio
Canova,
Antonio (Possagno, Treviso 1757 - Venezia 1822), scultore italiano, tra i
più importanti esponenti del neoclassicismo. Formatosi presso lo studio di
scalpellino del nonno, Canova rivelò ben presto il suo talento artistico e venne
mandato a Venezia per proseguire gli studi. Nella città lagunare studiò scultura
alla scuola di nudo dell'Accademia dove, lavorando sui calchi delle opere
classiche, ebbe un primo approccio all'arte greca e romana; il suo interesse per
il mondo antico trovò riscontro inoltre nell'ambiente artistico veneto con cui
venne in contatto. Risalgono a questi anni i marmi di Orfeo ed Euridice
(1773-1776, Museo Correr, Venezia), un piccolo Apollo in terracotta
(1779, Gallerie dell'Accademia, Venezia) e Dedalo e Icaro (1777-1779,
Museo Correr, Venezia), opere nelle quali l'influenza del Bernini, il grande
maestro del secolo precedente, è ancora chiaramente percepibile.
2 | LA SCOPERTA DELL'ARTE CLASSICA |
Nel 1781 si trasferì a Roma, dove poté studiare
da vicino le testimonianze della grandezza artistica degli antichi. La prima
opera del periodo romano, Teseo sul Minotauro (1781-1783, Victoria and
Albert Museum, Londra), riscosse grande successo presso i circoli intellettuali
della capitale: la scultura rispondeva perfettamente all'ideale di grazia e
armoniosa quiete che Winckelmann e i neoclassici ritenevano costituisse il
'canone' dell'arte greca. Con la fama giunse anche un considerevole numero di
commissioni. Tra le opere maggiori del periodo romano figurano i due monumenti
funebri, realizzati rispettivamente per papa Clemente XIV (1783-1787, chiesa dei
Santi Apostoli, Roma) e Clemente XIII (ultimato nel 1792, San Pietro, Roma).
Agli ultimi anni del Settecento risalgono le sculture di carattere mitologico,
tra le quali si ricordano Eros giovinetto, Ebe (1796, Pinacoteca
Comunale, Forlì), Venere e Adone (1794, Villa La Grange, Ginevra),
Ercole e Lica (gesso del 1795, marmo terminato nel 1815, Galleria
nazionale di arte moderna, Roma), e soprattutto il capolavoro Amore e
Psiche (1787-1793, Louvre, Parigi), che gli valsero, con il danese Bertel
Thorvaldsen, il riconoscimento di principale scultore neoclassico.
Marco Buonarroti |
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