lunedì 14 dicembre 2015

-.RUBRICA:"NOBEL ITALIANI DA RICORDARE....(EUGENIO MONTALE)"

IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA DEL 1975, FU ASSEGNATO A EUGENIO MONTALE










Montale, Eugenio (Genova 1896 - Milano 1981), poeta e critico letterario italiano, premio Nobel per la letteratura nel 1975. Nato da una famiglia di commercianti, frequentò le scuole tecniche e studiò canto, ma rinunciò alla carriera musicale. Partecipò dal 1917 alla prima guerra mondiale come ufficiale sul fronte della Vallarsa in Trentino. Tornato a Genova, prese contatto con i poeti liguri (primo fra tutti Camillo Sbarbaro) e con l’ambiente torinese: furono anni di intense letture di italiani e stranieri, specie i simbolisti francesi

Del 1916 è il testo che segna la sua nascita come poeta: Meriggiare pallido e assorto

Montale aveva anche iniziato un’attività di critico, collaborando a varie riviste, con aperture intellettuali molto ampie. A lui si deve la scoperta di Italo Svevo in Italia (Omaggio a Svevo, 1925). A Trieste, dove era stato invitato da Svevo per l’anno seguente, conobbe Umberto Saba e altri scrittori triestini come Virginio Giotti e Silvio Benco. L’incontro con il poeta americano Ezra Pound nel 1926 lo aprì alla letteratura anglosassone.


Nel 1928 Montale fu nominato direttore del Gabinetto Vieusseux a Firenze, ma ne venne allontanato dopo dieci anni perché non iscritto al Partito fascista. Si dedicò allora, oltre all’attività di critico, a quella di traduttore. Nel vivace ambiente fiorentino stabilì stimolanti rapporti intellettuali con Elio Vittorini, Carlo Emilio Gadda, Tommaso Landolfi, Vasco Pratolini, Gianfranco Contini. Nel 1939 uscirono Le occasioni, poesie in parte già precedentemente pubblicate su riviste. In esse Montale continua l’indagine esistenziale degli Ossi di seppia,raccolta di poesie.

Dopo la seconda guerra mondiale e la breve esperienza politica nelle file del Partito d’azione, Montale divenne per poco tempo condirettore della rivista “Il Mondo”. Nel 1948 si trasferì a Milano, dove lavorò al “Corriere della Sera” e al “Corriere d’informazione”, e dove pubblicò il Quaderno di traduzioni. Nel 1956 uscì La bufera e altro, che comprende anche le poesie già comparse in un volume inititolato Finisterre,pubblicato in Svizzera.



La “bufera” è la guerra intesa come catastrofe della storia e della civiltà, emblema di una precaria condizione umana e personale.
 Nell’amara esperienza dell’orrore della guerra e degli anni cupi della Guerra Fredda, la poesia diventa il segno di un’estrema umana resistenza  nel quotidiano “mare / infinito di creta e di mondiglia”.
(mondiglia ,rifiuti)

Nel 1966 Montale pubblicò i saggi Auto da fé, una lucida riflessione sulle trasformazioni culturali in corso. Nel 1967 fu nominato senatore a vita. Nel 1971 uscì Satura, cui seguirono nel 1973 Diario del ’71 e ’72 e nel 1977 Quaderno di quattro anni. A partire da Satura lo stile linguistico di Montale subisce una svolta,divenendo basso e prosastico, in cui la parodia, l’ironia amara, sostituiscono quello lirico. Ciò perché il mondo gli appare ora perduto in una civiltà dell’immagine, che ha rinunciato alla ricerca del senso di sé e alla tensione etica. Dalla bufera della guerra si è passati alla palude immobile nel vuoto del presente.

(Auto da fè,dallo spagnolo:atto di fede,era la cerimonia pubblica della tradizione dell'Inquisizione spagnola durante la quale veniva eseguita la penitenza o la condanna decretata dall'Inquisizione)



marco buonarroti

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