BARBARA SORRENTINI – Philomena
Philomena di Stephen Frears sfiora la perfezione per scrittura, regia, lavoro degli interpreti (l’attrice Judi Dench e l’attore Steve Coogan), l’alternanza tra passato e presente, la ricostruzione dei contesti, l’utilizzo di linguaggi differenti, le musiche di Alexandre Desplat, etc. etc. etc.È una storia vera, raccolta nel libro The lost Child of Philomena Lee, raccolta dal giornalista Martin Sixsmith. E’ la storia di una donna a cui hanno sottratto il figlio piccolo, in Irlanda in un istituto di suore nel 1952. Judi Dench è Philomena, rimasta incinta a quattordici anni e che per espiare il proprio peccato non si oppose al sequestro del figlio Anthony, da parte delle suore che lo diedero in adozione strappandolo via sotto i suoi occhi. Cinquant’anni dopo, senza aver mai smesso un minuto di pensarci, la donna si mette sulle tracce del figlio con il giornalista Martin Sixsmith, che vuole raccontarne la storia su un tabloid. Questo incontro, che ha tutte le caratteristiche di una relazione tra madre e figlio, li porterà fino agli Stati Uniti, per capirne di più e illuminando il passato.
La storia drammatica di questa donna, simile a quella di molte altre che stanno ancora cercando i propri figli rubati, è inframmezzata da momenti di leggerezza, con dialoghi folgoranti e che strappano il sorriso. Ma l’aspetto più accusatorio e intransigente è nei confronti della Chiesa e di una cultura bigotta e oscurantista, soprattutto nei confronti della donna. Interessante anche il contesto americano, evocando gli anni ‘80, i repubblicani che costringevano i gay a restare nascosti e senza cure per l’Aids. Infine, la ricostruzione degli anni ‘50, attraverso i ricordi della protagonista che affiorano attraverso le immagini in super8.
Barbara Sorrentini
(16 dicembre 2013)
Nessun commento:
Posta un commento