MARGHERITA HACK - Aborto, le donne non sono eterne minorenni
di Margherita Hack, da MicroMega 1/2006
Sono del tutto d’accordo con gli argomenti portati da Fiorella Mannoia contro il diritto all’obiezione di coscienza da parte di ginecologi e infermieri. Il medico ha il dovere di curare anche i peggiori delinquenti che ricorrano a lui. Non si capisce perché una donna che ha sempre delle ragioni, spesso dolorose, per ricorrere all’aborto sia trattata molto peggio, colpevolizzata e ritenuta degna di punizione. Infatti come si spiegano altrimenti gli ostacoli posti all’uso della pillola abortiva, che può sostituire l’aborto chirurgico, riducendo le sofferenze fisiche della donna, se non con una volontà punitiva?
È noto che la legge 194 ha ridotto moltissimo il numero degli aborti e la mortalità dovuta ad aborti clandestini compiuti in condizioni di insicurezza e carenza di igiene. La logica conseguenza è la necessità, che proprio gli antiabortisti dovrebbero sostenere, di una maggiore educazione sessuale già nelle scuole medie, di una maggiore informazione sui metodi anticoncezionali, informazione necessaria non solo per i giovani, ma anche per le donne extracomunitarie, che andrebbero anche informate della possibilità di partorire anonimamente, rifiutando di riconoscere il neonato e lasciandolo in ospedale. Si eviterebbero così tante tragedie dovute all’ignoranza e alla miseria.
Tutti coloro che vogliono rimettere in discussione la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza in fondo pensano che le donne siano eterne minorenni, delle cui scelte e della cui libertà debbano decidere altri; che una donna che chiede di abortire lo faccia con incosciente leggerezza, cose si trattasse di andare ad una festa; che non ci siano profonde e sofferte ragioni per compiere una simile scelta.
Certo in questi ultimi anni di governo della cosiddetta Casa delle libertà abbiamo assistito ad un tentativo di ridurre le nostre libertà, c’è stata una pericolosa tendenza a rendere più crudeli le pene per i più deboli e bisognosi di aiuto, come i drogati o i piccoli delinquenti recidivi, e ad alleggerirle per i gravi reati dei colletti bianchi, come il falso in bilancio o la corruzione dei giudici o l’evasione fiscale (ritenuta addirittura «necessaria» da quell’esempio di sincerità e onestà che è il nostro premier), che sono tutti reati di danno ben più gravi per la nazione e pessimo esempio per il nostro popolo che tradizionalmente non ha mai avuto un forte senso civico e un grande rispetto per la legge.
(29 giugno 2013)
Sono del tutto d’accordo con gli argomenti portati da Fiorella Mannoia contro il diritto all’obiezione di coscienza da parte di ginecologi e infermieri. Il medico ha il dovere di curare anche i peggiori delinquenti che ricorrano a lui. Non si capisce perché una donna che ha sempre delle ragioni, spesso dolorose, per ricorrere all’aborto sia trattata molto peggio, colpevolizzata e ritenuta degna di punizione. Infatti come si spiegano altrimenti gli ostacoli posti all’uso della pillola abortiva, che può sostituire l’aborto chirurgico, riducendo le sofferenze fisiche della donna, se non con una volontà punitiva?
È noto che la legge 194 ha ridotto moltissimo il numero degli aborti e la mortalità dovuta ad aborti clandestini compiuti in condizioni di insicurezza e carenza di igiene. La logica conseguenza è la necessità, che proprio gli antiabortisti dovrebbero sostenere, di una maggiore educazione sessuale già nelle scuole medie, di una maggiore informazione sui metodi anticoncezionali, informazione necessaria non solo per i giovani, ma anche per le donne extracomunitarie, che andrebbero anche informate della possibilità di partorire anonimamente, rifiutando di riconoscere il neonato e lasciandolo in ospedale. Si eviterebbero così tante tragedie dovute all’ignoranza e alla miseria.
Tutti coloro che vogliono rimettere in discussione la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza in fondo pensano che le donne siano eterne minorenni, delle cui scelte e della cui libertà debbano decidere altri; che una donna che chiede di abortire lo faccia con incosciente leggerezza, cose si trattasse di andare ad una festa; che non ci siano profonde e sofferte ragioni per compiere una simile scelta.
Certo in questi ultimi anni di governo della cosiddetta Casa delle libertà abbiamo assistito ad un tentativo di ridurre le nostre libertà, c’è stata una pericolosa tendenza a rendere più crudeli le pene per i più deboli e bisognosi di aiuto, come i drogati o i piccoli delinquenti recidivi, e ad alleggerirle per i gravi reati dei colletti bianchi, come il falso in bilancio o la corruzione dei giudici o l’evasione fiscale (ritenuta addirittura «necessaria» da quell’esempio di sincerità e onestà che è il nostro premier), che sono tutti reati di danno ben più gravi per la nazione e pessimo esempio per il nostro popolo che tradizionalmente non ha mai avuto un forte senso civico e un grande rispetto per la legge.
(29 giugno 2013)
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Marco Buonarroti
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