mercoledì 17 luglio 2013

"GIOVANI : 53% E' PRECARIO"

Allarme Ocse sull'occupazione: in Italia il 53% dei giovani è precario

ultimo aggiornamento: 16 luglio, ore 21:30
Parigi - (Adnkronos) - Nel 2012 percentuale pari al 52,9% contro la media di tutto il mercato pari al 13,8%. Preoccupa la tendenza della disoccupazione giovanile: in 5 anni la fascia di inoccupati 15-24 anni è cresciuta più velocemente che in area Ocse. Negli altri Paesi si punta sullo studio, da noi si abbandona tutto

 
Parigi, 16 lug. (Adnkronos) - L'Ocse lancia l'allarme sulla situazione occupazionale dei giovani in Italia. Nel nostro Paese la quota dei giovani fra i 15 e i 24 anni con un lavoro precario è quattro volte superiore alla media complessiva: lo sottolinea l'Ocse nel suo rapporto 2013 sull'occupazione, da cui emerge come nel 2012 questa percentuale fra i giovani fosse del 52,9%, mentre la media su tutto il mercato è del 13,8%.

La quota di giovani con un'occupazione temporanea peraltro si è raddoppiata dal 2000, quando era del 26,2%.

Inoltre, se fra i giovani compresi tra i 15 e i 24 anni la proporzione di lavoratori inoccupata è cresciuta di 4,3 punti percentuali nell'area OCSE tra l'ultimo trimestre 2007 e l'ultimo trimestre 2012, nello stesso periodo quest'aumento è stato anche più veloce in Italia (6,1 punti percentuali).

L'Ocse definisce "preoccupante" questa tendenza, che "è essenzialmente attribuibile all'aumento dei giovani che non studiano e non lavorano (i cosiddetti NEET: Not in Employment or in Education and Training)".

In Italia la proporzione di giovani in questa categoria è cresciuta di 5,1 punti percentuali e ha raggiunto il 21,4% alla fine del 2012, la terza più grande percentuale nell'OCSE dopo Grecia e Turchia.

L'organizzazione evidenzia come "il contrasto con l'esperienza di molti altri Paesi OCSE è impressionante: infatti, negli altri Paesi, molti giovani hanno risposto alle prospettive occupazionali scoraggianti ritardando l'ingresso nel mercato del lavoro e approfondendo gli studi" mentre per i giovani NEET italiani "c'è un rischio crescente di conseguenze di lungo termine sulle loro prospettive occupazionali e di guadagno".

Inoltre, aggiunge l'Ocse, questi giovani 'scoraggiati' "perdono competitività rispetto alle loro controparti in altri Paesi che hanno sostituito all'esperienza di lavoro una buona istruzione".

L'Italia rimane intrappolata nella recessione ed è probabile che la disoccupazione continui ad aumentare restando a livelli superiori alla media europea, scrive l'Ocse nel rapporto. L'organizzazione ricorda come in base alle ultime previsioni maggio scorso, "la recessione continuerà per tutto il 2013 e l'economia italiana è attesa in leggera ripresa solo nel 2014".

Commentando le prospettive aperte dalla riforma Fornero del 2012, l'Ocse scrive che "ci si può aspettare che, avendo limitato i casi di licenziamento senza giustificato motivo in cui il reintegro nel posto di lavoro può essere ordinato dal giudice e reso le procedure di soluzione dei conflitti più veloci e previsibili, la riforma dia un impulso alla crescita della produttivita' e alla creazione di lavoro nel prossimo futuro".

"Ciononostante - continua il rapporto - l'Italia rimane uno dei Paesi OCSE con la legislazione più restrittiva sui licenziamenti, in particolare per quello che riguarda la compensazione in assenza di reintegro e la definizione restrittiva di licenziamento ingiustificato che domina nella giurisprudenza".

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