Don Paolo Farinella – La pantomima neodemocristiana e l’amnistia che verrà: va in scena il funerale del Pd
Chi ha avuto il colpo più basso dalla pantomima del 2 ottobre in Parlamento, è stato il Pd che gridava vittoria per potersi presentare alla sua base con lo scalpo finto di Berlusconi, ucciso dai suoi (di lui, Berlusconi, salvato sempre dal Pd) e potere dire: ecco, bevete dal cranio del vostro nemico. Invece è rimasto con le pive in saccoccia. La banda Letta-Berlusconi li ha fregati ancora una volta. Ora non hanno solo un Pdl in maggioranza, ma anche Fi che ancora non c’è e se s’illudono di governare con il condannato, perderanno ancora una volta perché il cerino fumante è passato nelle loro mani. Epifani con quel tono da comiziante, faceva pena, pena, pena. Stentoreo, senza afflato, senza emozioni, leggeva un foglio da politburo come un automa. Cantano sempre anche quando l’orso non l’hanno nemmeno visto e fanno i duri; poi se la squagliano con le gambe tra la coda come è avvenuto ieri. Il ladro delinquente e puttaniere è più furbo di loro e li ha costretti fino all’ultimo minuto di dovere essere ferrei e tetragoni ai ricatti, invece li stava impallinando lui.
Sapevano che il caporale che sta al Quirinale stava preparando la soluzione e facevano finta di essere servitori della Legge: «le sentenze si rispettano»: mavalàvalàvalàperdiquàdilà! Al-Fano salva la faccia ai ministri e al partito. Le Santanchéché i Verdini e il poeta Bondi, rotti a tutto, offrono la testa su un piatto di plastica. L’obiettivo è l’amministia che salva faccia e deretano. Ok? Ok! Tranquilli! Povero illuso Pd, non si accorgeva che il 2 ottobre, festa degli Angeli Custodi, iniziava la sua fine! Quella finale.
La situazione è grave, ma non è seria perché in quella pantomima non c’è nulla di serio e l’applauso in piedi, vera standing ovation a Giorgio re d’Italia e imperatore d’Abissinia (poveri abissini!), ne è la prova. Hanno consacrato il fallimento delle «larghe intese» come metodo di governo fallimentare, anzi no! Come risurrezione del nuovo partito che è nato: la nuova Dc, con dentro Al-Fano e i giannizzeri ex Pdl, la parte lettiana del Pdl meno elle, e per buona misura, Monti, Casini, Scilipoti, Giovanardi, Cl, e buona notte al Pd, con tanti saluti alla sinistra, scomparsa dall’orizzonte da qualche decennio. Sfido io, che ieri le facce del Pd, ex Pci erano tetre, terree, tremanti. Il 2 ottobre 2013 è nato un governo di Pirro, vera armata brancaleone, in cui si sono arruolati tutti quelli che hanno visto, democristianamente, dove spira il vento per sopravvivere. Scilipoti non è un «caso», è un diffuso sentire, anzi è il dna dell’inutile parlamento che serve solo a disattendere le leggi facendo finta di osservarle.
Non so quanti hanno fatto caso alla forza con cui Letta ha detto alla Camera che «le sentenze si applicano e non si discutono. Basta ricatti». Ha solo omesso, il fedifrago, di dire che è già pronta l’amnistia per salvare Berlusconi. La forma, addirittura, è un messaggio alle Camere, cioè l’atto politico e giurisprudenziale più alto della Presidenza della Repubblica, che le Camere hanno l’obbligo di ascoltare e discutere. Scommetto sulla testa dei figli di Berlusconi che essa sarà confezionata in modo tale da farvi rientrare Berlusconi per intero, cappello e/o bandana compresi, con anche la pena accessoria, cioè l’interdizione dai pubblici uffici. Temo che ci sarà anche un codicillo che comprenda anche i reati futuri, quelli per i quali deve essere processato e giudicato a Milano, Napoli e Taranto. A costoro, a nipote-Letta-zio, escrescenza democristiana dorotea residuale, all’indegno presidente repubblichino, nulla importa della democrazia, della Costituzione, della Legge. Sono essi i veri nemici del popolo italiano.
«Giornata storica!», usa parole grosse il Letta-lecca-zio per definire la sua «prorogatio» da baraccone, mentre guarda attorno in bella mostra tutti gli indecenti che più indecenti è impossibile trovarne anche con impegno e sforzo immani. Ora il suo governicolo può fare a meno di Berlusconi, ma non di Al-Fano, l’autore del «lodo» salva-Berlusconi, non di Cicchitto, la quint’essenza del contumace e delinquente Craxi, lui stesso piduista e massone; imbarca – sentite, sentite – Formigoni che non si presente nemmeno al giudice che deve giudicarlo di frode a danno della Regione lombarda, non di Lupi e Lorenzin che hanno passato la vita a pulire il deretano del loro signore e capo, non di De Girolamo che ha fatto tombola, sposando il Boccia (Pd) così portano a casa due stipendi parlamentari e chi s’è visto s’è visto, facendo il doppio gioco di qua e di là, non di Mauro, camaleonte scellerato di Cl, prima col Pdl, poi con Monti, ora con Letta, domani a letto e dopodomani a chi offre meglio e di più. Minimo comun denominatore per tutti questi: sono cattolici. E’ tutto dire, anzi è tutto detto perché «più son cattolici» più il troiaio prospera (parola di B. che se ne intende!).
Inizia il funerale pubblico del Pd, per chi vuole alle ore 18,00 Rosario. La salma sarà esposta al governo e in parlamento per il rituale sospiro di sollievo di portata «storica». Dopo gelato per tutti. Tanto la base del Pd ingoia tutto, anche se stessa, senza fiatare, senza muovere ciglio e senza sbattere palpebra.
Don Paolo Farinella
(3 ottobre 2013)
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