sabato 20 aprile 2013

CRONACA POLITICA : PIEMONTE, AVVISI DI GARANZIA PER CONSIGLIERI REGIONALI

Piemonte, avvisi di garanzia per 52 consiglieri. Anche Cota tra indagati

Torino, 19 apr. (Adnkronos/Ign) - Briglie per cavalli, bistecche e sottofiletti dal macellaio, il vassoio per il matrimonio di un assessore ma anche bottiglie di champagne, panettoni, borse di noti stilisti e gioielli. Sarebbero queste alcune delle spese fatte rimborsare dai consiglieri regionali del Piemonte sulle quali sta indagando la procura di Torino che questa mattina ha inviato avvisi di garanzia a 52 consiglieri regionali.

L'inchiesta dei magistrati torinesi, partita alcuni mesi fa, riguarda i rimborsi dei gruppi regionali tra il maggio 2010 a il settembre 2012 per un totale di circa 900mila euro. Ad andare per la maggiore restano gli scontrini per cene, pernottamenti in albergo e buoni benzina su cui bisognerà capire se sono state fatte per motivi istituzionali, e quindi legittimi, o se siano di carattere "personale". In generale tra le spese più curiose fanno capolino tremila euro per una ''massaggiatrice'',scontrini da 300 euro per calze e calzini, oltre a borse di Louis Vuitton ed Hermes, gioielli di Cartier, abbonamenti a solarium. Ma anche il catering per un battesimo, le spese per il trasloco, mobili, vestiti di lusso, frigoriferi, televisori e anche un vassoio regalato a un assessore per il suo matrimonio a cui i consiglieri di un gruppo hanno partecipato con 350 euro a testa.L'ipotesi di reato che va per la maggiore è il peculato, contestato a tutti i capigruppo delle diverse formazioni sia in relazione a spese personali, sia in concorso per aver attestato quelle dei colleghi, sia in riferimento a quelle sostenute come ''gruppo''. L'unica esclusa è l'ex governatore del Piemonte, Mercedes Bresso, a cui è stato notificato un avviso di garanzia per la sola ipotesi di ''finanziamento illecito ai partiti'', contestata anche ad altri. Ci sarebbe poi una sola ipotesi di ''truffa'' legata a una fattura di alcune migliaia di euro per ''gadget'' che invece sarebbe relativa ad altre spese.
Secondo indiscrezioni non sarebbero toccati dall'inchiesta solo sette singoli consiglieri: si tratta in particolare dei consiglieri del Pd Gianna Pentenero, Mauro Laus e Roberto Placido e dell'assessore leghista Claudio Sacchetto, oltre all'ex consigliere ora parlamentare del Pd, Mino Taricco. Non figurano tra gli indagati anche i consiglieri entrati recentemente in Consiglio regionale e fuori dal periodo preso in esame dai magistrati: Sara Franchino (Pensionati per Cota, che ha preso il posto di Michele Giovine) e i due consiglieri Pd Gianni Oliva ed Elio Rostagno.
Tra gli indagati c'è invece Roberto Cota: ''Mi sono già recato spontaneamente dai Pubblici Ministeri per chiarire la mia posizione e sarò in qualsiasi momento a loro totale disposizione per ulteriori necessità", ha confermato il governatore della Regione Piemonte che precisa: "Ho sempre sostenuto in proprio la maggior parte delle spese per lo svolgimento dell'attività Politica ho utilizzato risorse del Gruppo Regionale per importi irrisori e nel rispetto di prassi consolidate riducendo al minimo ogni esborso di denaro pubblico. La mia segreteria ha applicato ed interpretato una legge che esiste da decenni. Sono stato tra i promotori della nuova e attuale normativa introdotta in Piemonte che ha praticamente azzerato i finanziamenti ai Gruppi Regionali e disposto una drastica riduzione dei costi della politica". "Non un solo euro - conclude - è finito sul mio conto corrente, ed in questo senso la Procura non ha mosso alcuna contestazione".
Tra gli altri nomi, figurano quelli di Stefano Lepri, Elena Maccanti (Lega), ex assessore ai Rapporti con il Consiglio regionale; l'ex assessore all'Innovazione, Massimo Giordano (Lega), che si era dimesso perché indagato in una inchiesta della Procura di Novara: Aldo Reschigna, che ha già annunciato le dimissioni da presidente del gruppo regionale del Pd; i consiglieri Nino Boeti, Davide Gariglio, Rocchino Muliere, Angela Motta e Giuliana Manica
A maggio i consiglieri inizieranno ad essere sentiti in procura dai pm titolari dell'inchiesta, il procuratore aggiunto Andrea Beconi e i sostituti Enrica Gabetta e Giancarlo Avenati Bassi.
Per il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli "vi sono differenze anche rilevanti tra le varie posizioni individuali, sia per la causale dei rimborsi, sia per l'ammontare complessivo. Solo lo sviluppo e la conclusione dell'inchiesta - aggiunge il procuratore - potranno consentire una precisa e completa definizione di tali posizioni".


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