La Crimea
Crimea (ucraino Krym “fossa”), penisola dell’Ucraina sudorientale, situata tra il Mar Nero a ovest, sud, sud-est e il mar d’Azov a nord-est. Dal punto di vista amministrativo costituisce una repubblica autonoma dell’Ucraina. La penisola è collegata con la terraferma a nord dall’angusto istmo di Perekop, mentre a est lo stretto di Kerč, che unisce il Mar Nero e il mar d’Azov, la separa dalla catena del Caucaso.
Nell’antichità la Crimea era chiamata Chersonesus Taurica, dal nome di una popolazione, i tauri, che discendeva dai cimmeri. Fra il VII e il V secolo a.C. i greci di Mileto fondarono numerosi centri sulla costa, riuniti nel 438 a.C. nel regno del Bosforo. Nel 114 a.C. il regno si diede a Mitridate VI, re del Ponto, per riceverne protezione contro la minaccia scita, sopravvivendo, con alterne vicende, anche durante il dominio di Roma sulla regione.
Conquistata dai goti nel 250, la Crimea subì poi una serie di invasioni, che si protrassero per circa un millennio, da parte di unni, cazari, bizantini, greci, kipčiaki. Assoggettata dai tatari nel XIII secolo, costituì un’importante base commerciale tra Occidente e Oriente, in cui forte fu la presenza di genovesi e veneziani. Nel 1475 cadde sotto il controllo degli ottomani.
Nel 1774, con il trattato di Küçük Kaynarca che pose fine al conflitto russo-turco scoppiato nel 1768, la Crimea riconquistò la sua autonomia, ma nel 1783 fu annessa all’impero russo. Dal 1853 al 1856 la regione fu teatro della guerra di Crimea, che contrappose la Russia a una coalizione costituita da ottomani e potenze europee, (leggi il post del 5 gennaio 2016 dal titolo "Balaklava e la Crimea") .
Nel 1921 fu creata la Repubblica autonoma dei tatari di Crimea, una delle entità costituenti la Repubblica socialista federativa sovietica russa ( URSS). Nel 1941 la regione subì l’offensiva delle armate tedesche, che dopo la caduta di Sebastopoli (luglio 1942) occuparono l’intero territorio conservandone il controllo fino alla primavera del 1944. Riconquistata dalle truppe sovietiche, nel febbraio 1945 la Crimea ospitò la conferenza di Jalta. Nello stesso anno fu degradata a oblast (provincia) della Repubblica russa per la collaborazione fornita ai tedeschi dai tatari, che a decine di migliaia vennero puniti con la deportazione in Asia centrale. Nel 1954, in occasione del terzo centenario del trattato di Pereyaslavl con il quale l’Ucraina si era posta sotto la protezione della Russia, la provincia fu donata all’Ucraina. La Crimea diventò in seguito uno dei centri nevralgici del sistema di difesa sovietico, ospitando a Sebastopoli la flotta del Mar Nero, forte di centinaia di navi e sommergibili.(leggi il post del 5 gennaio 2016 dal titolo "Balaklava e la Crimea").
In seguito alla dissoluzione dell’Unione sovietica (1991), il possesso della Crimea e il controllo della flotta del Mar Nero divennero motivi di tensione fra i due nuovi stati indipendenti di Russia e Ucraina. Appoggiata dai russi, nel 1992 la Crimea proclamò l’indipendenza (poi ritirata); nel contempo il Soviet supremo russo denunciò la donazione della regione all’Ucraina del 1954. Alla fine dell’anno Russia e Ucraina raggiunsero una prima intesa sulla flotta, stabilendo un controllo congiunto fino a un accordo definitivo.
Le prime elezioni presidenziali del gennaio 1994 videro la vittoria di Jurij Meškov, sostenitore della riunificazione alla Russia. In seguito al miglioramento delle relazioni con l’Ucraina, nel 1995 la Russia rinunciò formalmente a ogni pretesa sulla regione e nel 1996 il Parlamento di Kiev (capitale dell'Ucraina) riconobbe l’autonomia della repubblica di Crimea nell’ambito dello stato ucraino.
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I fatti di questi ultimi tempi riportano alla ribalta della cronaca politico-storica le antiche rivalità, aggravate dalla volontà dell'Ucraina,in piena crisi economica e sociale e priva di risorse energetiche, di propendere verso l'occidente modificando cosi gli equilibri geopolitici della regione.
La cittadina di Yalta, sul Mar Nero
Christ Resurrection Church in Crimea
Contributi bibliografici: Enciclopedia Encarta,
Wikipedia
marco buonarroti
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