martedì 21 gennaio 2014

IL 19 GENNAIO DEL 1925 NASCEVA IL GIUDICE CHINNICI

Per non dimenticare :

"Questo post è la conseguenza di una giusta osservazione di un gentile lettore che per mezzo di un tweet mi ha ricordato che il 19 gennaio è un giorno legato non solo al giudice Borsellino,ma anche al giudice Chinnici, entrambi vittime di mafia, entrambi degni di essere ricordati quali esempi di dedizione (e non è retorica) al dovere fino al sacrificio estremo."

Il giudice Rocco Chinnici,nasceva il 19 gennaio del 1925



Da Vikipedia :

Rocco Chinnici (Misilmeri 19 gennaio 1925- Palermo 29 luglio 1983) è stato un magistrato italiano vittima di mafia

Entrò in Magistratura nel 1952, avendo come prima destinazione il tribunale di Trapani come uditore giudiziario. In seguito fu pretore a Partanna, dal 1954 al 1966, anno in cui pervenne a Palermo ove il 9 aprile[4] prese servizio presso l'Ufficio Istruzione del Tribunale, nel ruolo di giudice istruttore[3][2].
Nel 1970 gli fu assegnato il caso della cosiddetta "strage di viale Lazio", in cui figuravano molti nomi di criminali di mafia destinati a successiva maggior notorietà[4].

Nel 1975, giunto al grado di magistrato di Corte d'Appello, fu nominato Consigliere Istruttore Aggiunto. Divenne magistrato di Cassazione e Consigliere Istruttore dopo altri quattro anni e come tale[4], in quel 1979 in cui fu ucciso Cesare Terranova, fu chiamato alla carica di dirigente dell'Ufficio in cui già lavorava sull'onda dell'emozione per quel delitto "eccellente"[5][6].

Altri omicidi eccellenti seguirono non molto tempo dopo, nel 1980, quando la mafia uccise il capitano dei Carabinieri Emanuele Basile (4 maggio) e il procuratore Gaetano Costa (6 agosto), amico di Chinnici, con cui aveva condiviso indagini sulla mafia i cui esiti i due giudici si scambiavano in tutta riservatezza dentro un ascensore di servizio del palazzo di Giustizia[7]Dopo questo omicidio[8] Chinnici ebbe l'idea di istituire una struttura collaborativa fra i magistrati dell'Ufficio (poi nota come "pool antimafia")[9], conscio che l'isolamento dei servitori dello stato li espone all'annientamento e che, in particolare per i giudici, li rende vulnerabili poiché uccidendo chi indaga da solo, si seppellisce con lui anche il portato delle sue indagini[4][7].
Entrarono a far parte della sua "squadra" alcuni giovani magistrati fra i quali Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Con quest'ultimo, per agra coincidenza, condivideva il giorno di nascita, il 19 gennaio. Altro avrebbe legato le tre figure qualche anno dopo.

Rocco Chinnici fu ucciso il 29 luglio 1983 con una Fiat 127 imbottita di esplosivo davanti alla sua abitazione in via Pipitone Federico a Palermo, all'età di cinquantotto anni. Accanto al suo corpo giacevano altre tre vittime raggiunte in pieno dall'esplosione: il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico, Stefano Li Sacchi. L'unico superstite fu Giovanni Paparcuri, l'autista. Ad accorrere fra i primi furono due dei suoi figli, ancora ragazzi.
Ad azionare il detonatore che provocò l'esplosione fu il killer mafioso Antonino Madonia.



"Nè la generale disattenzione nè la pericolosa e diffusa tentazione alla convivenza col fenomeno mafioso, spesso confinante con la collusione, scoraggiarono quest'uomo, che aveva, come una volta mi disse, la religione del lavoro" (Paolo Borsellino)






      La scena dell'esplosione che causò la morte del giudice e della scorta in via Pipitone, a Palermo.
      (Rimase ucciso anche il portiere dello stabile)




marco buonarroti

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