giovedì 9 gennaio 2014

STORIA E DOCUMENTARI :"HITCHCOCK E I CAMPI NAZISTI"

Memory of the Camps', restaurato documentario di Hitchcock sui lager nazisti



ultimo aggiornamento: 08 gennaio, ore 18:56
Londra - (Adnkronos) - Le immagini scioccarono il maestro del brivido che fu costretto ad allontanarsi dal progetto per una settimana

Londra, 8 gen. (Adnkronos) - Un documentario sulla liberazione dei campi di concentramento nazisti curato da Alfred Hitchcock, dimenticato per più di 60 anni e oggi riscoperto. A darne notizia questa mattina è stato il quotidiano britannico 'The independent'.
Il film, mai mostrato al pubblico integralmente, venne messo da parte dagli inglesi nell'immediato dopoguerra per favorire la riappacificazione. Venne in parte recuperato nel 1980 e proposto in una versione incompleta al Festival di Berlino del 1984, oltre che sulla rete tv americana 'Pbs' con il titolo 'Memory of the Camps'. La pellicola venne realizzata da Hitchcock nel 1945, chiamato a lavorare sul materiale, girato da truppe inglesi e sovietiche soprattutto a Bergen-Belsen, dall'amico Sidney Bernstein. Quelle immagini scioccarono il maestro del brivido che fu costretto ad allontanarsi dal progetto per una settimana. Ora l'Imperial War Museum sta provvedendo al restauro della versione curata da Hitchcock, includendo anche il materiale non utilizzato negli anni Ottanta. Il film dovrebbe essere disponibile per i festival e il cinema per la fine del 2014 e anche la tv inglese potrebbe trasmetterlo nel prossimo anno.  

                                                 
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Annotazione :                               ( a cura dell'autore del blog)



                                               Il Regista Alfred Hitchcock



Ricerca sui campi di concentramento e sterminio




La scritta "Arbeit .....".Il lavoro rende liberi"era scritto all'ingresso di molti campi nazisti. Macabra e perfida ironia, racchiusa in quelle mefistofeliche parole !


Campo di concentramento e di sterminio
Luogo di prigionia creato per deportare civili e militari, generalmente per motivi bellici o politici. Un campo di concentramento si differenzia dal carcere per tre ragioni : 
1) uomini, donne e bambini sono imprigionati senza un regolare processo;
2) il periodo di confinamento è indeterminato.
3) le autorità che gestiscono il campo di concentramento esercitano un potere arbitrario e illimitato. 

Sebbene ne esistano svariate tipologie, di solito si tratta di agglomerati di baracche o di capannoni, circondati da torrette e delimitati da reti di filo spinato.
In diversi momenti della storia del XX secolo i campi di concentramento (a volte chiamati con eufemismo “campi di lavoro” o “centri di rieducazione”) divennero veri e propri campi di sterminio, per l’eliminazione fisica di gruppi etnici o religiosi (come ebrei e rom da parte della Germania nazista) o di oppositori politici.

I campi di concentramento apparvero alla fine dell’Ottocento. I primi furono costruiti dai sudisti durante la guerra di secessione americana, per deportarvi i prigionieri dell’Unione. Altri furono costruiti dagli spagnoli a Cuba durante la guerra ispano-americana (1898) e in Sudafrica dagli inglesi durante la guerra anglo-boera (1899-1902). Vi fecero ricorso anche gli italiani per fronteggiare la ribellione araba in Libia, dopo il 1911 (vedi Guerra italo-turca).

Nel 1938 il governo francese si servì dei campi di concentramento per internare i repubblicani spagnoli rifugiati a causa della guerra civile e, in seguito, il governo collaborazionista di Vichy vi rinchiuse gli ebrei e i rifugiati antinazisti tedeschi.
Nel 1939 il governo britannico deportò nei campi di internamento i cittadini sospetti di comportamento sleale e i rifugiati provenienti dai paesi nemici.

Durante la seconda guerra mondiale, 70.000 cittadini americani di origine giapponese e 42.000 giapponesi residenti in California furono internati negli Stati Uniti a causa del conflitto con il Giappone. Tuttavia, l’esperienza più tragicamente nota fu quella dei campi di concentramento e di sterminio installati, nel corso della seconda guerra mondiale, in Germania e nei territori occupati da parte del regime nazista.
Negli anni Settanta del Novecento l’istituzione su larga scala di campi di concentramento e di “rieducazione” (in realtà veri e propri campi di sterminio, dove venivano internati coloro che si erano compromessi con il precedente regime) contraddistinse la dittatura di Pol Pot in Cambogia. Ai campi di concentramento fecero ricorso alcune delle più spietate dittature sudamericane durante gli anni Sessanta e Settanta (in particolare in Argentina e in Cile) e le varie parti coinvolte nel conflitto esploso nel 1991 nella ex Iugoslavia.

I gulag sovietici

La repressione staliniana colpì indifferentemente classi sociali, minoranze etniche e ogni tipo di opposizione politica: kulaki, intellettuali, anarchici, militari russi rientrati dalla prigionia in Germania ecc. Amministrato negli anni Venti da differenti organismi, il sistema concentrazionario sovietico passò, negli anni Trenta, sotto il diretto controllo della polizia segreta, il KGB.Nei mesi successivi alla Rivoluzione d’ottobre i bolscevichi istituirono “campi di rieducazione e lavoro” per coloro che erano sospettati di essere controrivoluzionari. Durante gli anni Venti gli oppositori furono internati, insieme ai criminali, nei campi di concentramento situati nelle isole del Mar Bianco. Negli anni Trenta e Quaranta si sviluppò un sistema di campi di lavoro dislocati in tutto il paese, dove giunsero milioni di prigionieri, in varie ondate successive e attraverso deportazioni di massa.
Dopo la morte di Stalin (1953) molti internati vennero rilasciati grazie a un’amnistia, ma i campi di concentramento continuarono a essere utilizzati, anche se su scala minore. Si calcola che complessivamente nell’Unione Sovietica furono internate 15 milioni di persone, costrette a lavorare in condizioni durissime nelle miniere o nei pozzi petroliferi, cioè in attività di importanza primaria per l’economia sovietica. Una grandissima parte di questi prigionieri non sopravvisse..

I campi nazisti

Nella seconda metà degli anni Trenta erano sorti numerosi campi di concentramento in Germania e molti altri campi vennero costruiti durante la seconda guerra mondiale nei paesi occupati, in primo luogo in Polonia, per internare uomini, donne e fanciulli deportati dai paesi occupati, in massima parte destinati allo sterminio.
In questi campi concentrazionari, con sistematica e razionale pianificazione, che prevedeva sia l’annientamento materiale (disastrose condizioni igienico-alimentari, disumane costrizioni al lavoro, deliberate torture fisiche) sia la sopraffazione psicologica, si mirava a cancellare identità, personalità e autonomia di milioni di persone.

 Lo sterminio di massa veniva poi programmato scientificamente con le camere a gas, le fosse comuni e i forni crematori.In Germania i nazisti, non appena si insediarono al potere, il 30 gennaio 1933, istituirono i Konzentrazionslager (o KZ), dove la polizia politica, la Gestapo, rinchiuse i tedeschi antinazisti (comunisti, socialisti, “dissidenti religiosi”). Inoltre la polizia criminale, nota con il nome di Kripo, operò arresti preventivi di persone con precedenti penali, di rom, omosessuali, disabili, prostitute e di tutti coloro che a vario titolo vennero considerati “asociali”. Dal 1938 si intensificarono le deportazioni degli ebrei nei campi di concentramento gestiti dalle SS (Schutzstaffel, o Unità di protezione) con una brutale e severissima disciplina militare.



Fra i primi campi, sorti in Germania, vi furono quelli di Dachau, Buchenwald, Sachsenhausen, Flossenbürg e Ravensbrücks, che fu un campo esclusivamente femminile. Mauthausen sorse subito dopo l’annessione dell’Austria e quello di Auschwitz-Birkenau, forse il più tristemente famoso (vi furono eliminate circa quattro milioni di persone, di cui oltre un milione di ebrei), dopo la conquista della Polonia; al 1943 risale la costruzione del campo di Bergen-Belsen. Nel 1939, all’inizio della guerra, gli internati erano in Germania circa 25.000; durante la guerra passarono per i lager milioni di persone, per la massima parte ebrei, rom, prigionieri di guerra sovietici e membri della Resistenza.
A partire dal 1942 in questi campi venne attuata la cosiddetta “soluzione finale”, che aveva come scopo l’annientamento fisico degli ebrei (vedi Shoah), ma che coinvolse anche altre razze considerate “inferiori”. A tale scopo furono attrezzati nuovi campi di sterminio ubicati in Polonia: Chelmno (già funzionante dal dicembre del 1941), Belzec, Sobibór, Treblinka. Coloro che non venivano eliminati al momento stesso dell’arrivo nei campi, o che rientravano in particolari categorie di internati, erano costretti a estenuanti lavori forzati. Molti prigionieri, soprattutto bambini, furono impiegati come cavie in sperimentazioni “scientifiche” e “mediche”.
(Rif.Bibl.Microsoft Encarta)


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